La Vittoria della Gnam

Lei è una che non si arrende. Nonostante la crisi, i tagli al budget e il pasticcio dell’ampliamento, che rimane ancora solo sulla carta, va avanti. Progetta mostre e un nuovo allestimento. Dal 2004 Maria Vittoria Marini Clarelli è al timone della Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

Da sette anni ha assunto il ruolo di soprintendente alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Un bilancio di questo periodo trascorso alla guida del museo?
Dal 2004 a oggi i nostri finanziamenti sono diminuiti in maniera costante. Così qualunque attività di programmazione ne risente: sappiamo quali saranno i fondi disponibili per l’anno in corso solamente a luglio, fino a quella data siamo nell’incertezza completa. Questo – al di là delle difficoltà – può avere i suoi aspetti positivi. S’impara a lavorare low cost, ci si fa venire delle idee…

Ad esempio?
Fare mostre basate sulle opere che appartengono alla Galleria. Facciamo vedere pezzi normalmente non esposti di artisti della collezione, come Burri, Fontana, Capogrossi, Leoncillo, Gnoli, Manzoni… È un ciclo che si chiama Attraverso le Collezioni. Oppure la serie di mostre basate sul libro d’artista. Poi abbiamo imparato a gestire “in casa” una serie di attività, come il sito internet e le traduzioni. Infine, le collaborazioni con gli artisti che realizzano delle installazioni “a commento” degli spazi del museo. Lo abbiamo fatto con Paolo Canevari e Daniele Puppi.

Concretamente, in che modo la riduzione dei finanziamenti ha influito sulle scelte?
Nel giugno 2010 avremmo dovuto inaugurare la mostra sui Preraffaelliti. I tagli ci hanno costretto ad annullarla. E a fare un difficilissimo lavoro di rilancio. In compenso, l’apertura posticipata ci ha permesso di avere la Venus Verticordia, che è diventata l’opera-icona della mostra, e di sfruttare la coincidenza con i 150 anni dell’Unità d’Italia. La mostra era proprio dedicata al mito dell’Italia nell’Inghilterra vittoriana.

GNAM1 La Vittoria della Gnam

La GNAM di Roma

I problemi di budget dovuti ai tagli alla cultura sono comuni a molti spazi museali. C’è chi sceglie la strada della fondazione. Ci avete mai pensato?
In realtà la fondazione è un sistema molto più costoso di quanto sembri. Per il Maxxi la scelta è stata fatta dal Ministero, che – almeno finora – è l’unico socio…

Parliamo del Maxxi allora. Qual è il rapporto con il vostro… museo “cugino”?
Il rapporto si definirà più nettamente “sui secoli” quando il XXI sarà più avanzato. Per adesso abbiamo ancora una “sovrapposizione” sul periodo che va dagli anni ‘80 del Novecento ai primi anni del Duemila. Naturalmente la Gnam non acquisirà per le sue collezioni opere del XXI secolo. Per quanto riguarda l’architettura, invece, la collezione del Maxxi copre anche il Novecento. La specificità potrebbe essere ancora un’altra. La Gnam è stata fondata nel 1883, poco dopo l’unità nazionale: rispetto al Maxxi siamo più orientati verso la storia dell’arte italiana.

La questione dell’ampliamento della Gnam è ancora aperta. Dobbiamo rinunciarci del tutto?
Si tratta di una questione complicata, perché coinvolge il Ministero dei Beni Culturali e quello delle Infrastrutture. Nel 2003 il Provveditore alle Opere Pubbliche del Lazio, Angelo Balducci, non ha versato la somma che doveva essere stanziata per i lavori. Anche quando si è raggiunta – attraverso Paolo Portoghesi – una mediazione tra il progetto vincitore di Diener&Diener e la conservazione dell’Ala Cosenza, di fatto non c’erano i soldi per realizzarla. Lo studio Diener&Diener è stato pagato per il progetto, il Ministero dei Beni Culturali ha messo la sua parte, ma mancano i fondi per la messa in opera.

Dott. M.Vittoria Marini Clarelli foto S.Scafoletti GNAM La Vittoria della Gnam

Maria Vittoria Marini Clarelli - photo S. Scafoletti GNAM

E poi ci sono state le note vicende giudiziarie che hanno coinvolto Balducci, Anemone e tutta l’appaltopoli circostante…
… e la cosa proprio non ci ha aiutato…

Prossimo futuro alla Gnam?
Un nuovo allestimento del museo, che sarà una sorpresa. Poi una mostra sul rapporto tra arte e fotografia, una su Andy Warhol e i media, una su Paul Klee e l’Italia, una su Giacinto Cerone. E tutti i nostri Balla, compresi quelli acquisiti con la recente donazione.

Mariacristina Bastante

www.gnam.beniculturali.it

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #0

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