Gran Torino

“Volevamo togliere al museo l’etichetta di garage polveroso”. Il direttore del Museo Nazionale dell’Automobile di Torino, Rodolfo Gaffino Rossi, lancia la sfida. E, da domani, riapre le porte al pubblico di questa importante istituzione torinese. Probabilmente non siete stati attenti, ma si tratta di una nuova architettura contemporanea – griffata Cino Zucchi - tra le più significative del paese. A Torino si aspetta l’effetto-Maxxi…

È una seconda vita per il Museo dell’Auto, il cui complesso originario, situato sulle sponde del Po, a poca distanza dal Lingotto e progettato dall’architetto Amedeo Albertini alla fine degli anni ‘60, vive di nuova linfa grazie al sostanziale intervento di ristrutturazione e ampliamento a opera dell’architetto milanese Cino Zucchi.

Vincitore di un concorso nel lontano 2005, a cui hanno partecipato 52 studi di architettura provenienti da tutto il mondo, il progetto ha portato un considerevole aumento degli spazi museali, passando dagli 11mila mq della struttura iniziale agli oltre 19mila mq di quella attuale, arricchendosi di nuove funzioni come lo spazio eventi, il centro congressi, il centro di documentazione, il centro didattico, il bookshop, la caffetteria e il ristorante.

targa Gran Torino

Giorgio Napolitano ha inaugurato stamattina il museo

Ma non solo. Il nuovo impianto appare completamente rinnovato in ogni suo aspetto: “Crediamo che il progetto di riforma abbia trovato una sintesi felice tra la valorizzazione dell’edificio di Amedeo Albertini e le necessità spaziali e comunicative di un museo contemporaneo, vivo e aperto alla città a tutte le ore del giorno”, afferma Zucchi. Una sintesi ben raccontata dal nuovo basamento e dalla nuova ala ovest, concepita come un grande spazio flessibile che, grazie a una nuova facciata in vetro di diversi gradi di trasparenza, si integra con la struttura esistente, ottenendo così un’ampia coerenza di prospetti.

E ancora: “La continuità tra spazi interni ed esterni crea viste inattese, facendo dialogare tra loro la maglia urbana a ovest, la visione veloce dalla parkway di corso Unità d’Italia e il paesaggio delle colline”, continua Zucchi, introducendo un altro punto cardine della sua operazione. La vecchia corte, infatti, è stata chiusa per dar vita a uno spazio diverso, una nuova grande piazza di circa 1.000 mq, il vero cuore pulsante del museo, luogo di aggregazione e scambio culturale. Un ambiente a metà fra interno ed esterno, caratterizzato da un’ampia parete sinuosa sospesa a mezz’aria rivestita di pannelli di alluminio traforato, in perfetto equilibrio con l’architettura moderna in cui si inserisce.

A rafforzare l’intero progetto è stato inoltre intelligentemente previsto l’elegante allestimento dello scenografo franco-svizzero François Confino, che a Torino si è già occupato del Museo Nazionale del Cinema.

Con queste premesse, il Museo Nazionale dell’Automobile di Torino si inserisce a pieno titolo nel panorama dei complessi museali contemporanei italiani, soprattutto per il superamento del concetto di museo inteso come edificio isolato in favore dell’idea di campus culturale aperto e multiforme. Così come il Maxxi di Roma ci sta già abituando.

Zaira Magliozzi

www.museoauto.it

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Zaira Magliozzi

Zaira Magliozzi

Architetto, architecture editor e critico. Dalla sua nascita, fino a Marzo 2015, è stata responsabile della sezione Architettura di Artribune. Managing editor del magazine di design e architettura Livingroome. Corrispondente italiana per la rivista europea di architettura A10. Dal 2006…

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