Il David di Kobra tra le cave di marmo. La Street Art su Sky conquista anche le Apuane

Uno scintillio arcobaleno in mezzo al bianco assoluto di una cava di marmo. Lo street artist Kobra si cimenta in un’impresa difficile. E cita Michelangelo.

Non un muro, non un sottopasso, non un palazzo o uno scorcio di periferia. Eduardo Kobra (1976, San Paolo del Brasile), street artist fra i più acclamati sulla scena internazionale, ha sfidato il candore e la magniloquenza di una parerete di marmo, nel cuore della cava Gualtiero Corsi, sulle Alpi Apuane, nei dintorni di Carrara. Nobile, granitica come materia da scolpire, la superficie lascia affiorare l’immagine: non in levare, ma stendendo segni e livelli di colore. Il marmo come una tela. E sono quei colori accesi, inconfondibili, che Kobra accosta nelle sue geometrie caleidoscopiche: rossi, gialli, verdi, blu. In questo caso dosati con cura, nel rapporto col bianco e nero, che celebra la specificità del supporto e del contesto.
L’opera nasce in collaborazione col Comune di Massa, nell’ambito della serie tv  “Muro”, curata da David Diavù Vecchiato e realizzata da Level 33 in esclusiva per Sky Arte HD; ogni puntata un artista, un luogo, un racconto, un’impresa. E un nuovo intervento nello spazio pubblico.

Kobra, David, 2017, il murale realizzato in una cava di marmo della Alpi Apuane, ph. Matteo Dunchi

Kobra, David, 2017, il murale realizzato in una cava di marmo della Alpi Apuane, ph. Matteo Dunchi

COME UN EFFIGE SUL MARMO. IL DAVID SECONDO KOBRA

Suggestiva (e tecnicamente ardita) la scelta di Kobra, che ha portato a termine la sua sfida al cospetto di una natura sublime, ad un’altezza di oltre 800 metri, nell’incastro romantico fra le vette aguzze, la linea dell’orizzonte e il piano discontinuo del cielo. L’immagine individuata per questa inusuale location arriva dal più normale degli accostamenti. Una citazione. Un’effige sulla pietra. Il gioco delle icone e delle iconografie note. Il volto del David di Michelangelo, rifatto alla maniera di Kobra, si staglia contro tutto quel bianco che ne è sostanza, origine, fondamento. Come un ritorno a casa, quando la scultura ancora era pura immagine nella mente del genio e pura forma intrappolata nella roccia. Così, è un segno abbagliante, variopinto, a imprimersi nell’immacolato scenario. Fra la memoria storica, la ricerca contemporanea e quel senso del sacro che abita certi luoghi, certe immagini, certi rituali.
L’opera, che si ammira a distanza da diversi punti, è raggiungibile a piedi inerpicandosi fra le vie di montagna, partendo dai comuni di Colonnata o Bedizzano. Ma la speranza è di procedere in questa direzione e di costruire dei percorsi, magari progettando nuovi interventi. “La società che gestisce la cava sta pensando di programmare delle visite organizzate”, ci spiega il curatore, Vecchiato: “In tanti chiedono di vedere l’opera da vicino. L’idea lungimirante è proprio quella di realizzare opere nelle cave per renderle piano piano visitabili, per mostrare i panorami mozzafiato , ma anche il lavoro dei cavatori che è unico e affascinante. Le cave, ad esempio, il sabato e la domenica sono chiuse: c’è sul tavolo l’idea di realizzare una funicolare, che dal paese porti in cima alla montagna…”.

– Helga Marsala

www.gualtierocorsi.it

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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