Dall’Enciclopédie al futuro. Uno spaccato da Fotografia Europea

Da una rivoluzionaria impresa del passato al tentativo di dare risposta a questioni future, due stimolanti progetti in mostra al festival reggiano. Tra archivio e ordine.

Caos e oscurità minacciano la civiltà e la conoscenza attraverso miliardi di fotografie scattate dagli abitanti della Terra. Una vera e propria saturazione di informazioni e di immagini non mediate che si riversano, giorno dopo giorno, sulla nostra percezione: da qui parte il progetto ideato per Fotografia Europea 2017 da Joan Fontcuberta, fotografo e saggista spagnolo già da tempo protagonista del festival di Reggio Emilia. Lo scopo della sua ricerca curatoriale, che va sotto il titolo Les nouveau Encyclopédistes, è identificare dei nuovi enciclopedisti, appunto, che – a secoli di distanza dai celebri ventisette volumi che sistematizzarono, in base a criteri razionali, tutta la conoscenza umana – si occupino di domare, ripulire e soprattutto mettere ordine nell’uso dell’immagine contemporanea.

Mishka Henner, Photography Is, UK, 2010. Courtesy the artist

Mishka Henner, Photography Is, UK, 2010. Courtesy the artist

INSTALLAZIONI, LIBRI, RIPRODUZIONI

A cimentarsi in questa nuova impresa, una ventina di artisti che ai Chiostri di San Pietro presentano indagini differenti, a cominciare – solo per fare qualche esempio – da Mishka Henner il quale, con il suo libro Photograpy Is (2010), confronta più di tremila risultati prodotti da Google ricercando le parole del titolo. I numeri sono fondamentali quando si parla di enciclopedismo, e allora ecco la spettacolare installazione – Mémoires – di Roberto Pellegrinuzzi, che per un anno ha fotografato la realtà quotidiana portando al limite il sensore di una macchina fotografica, la cui obsolescenza programmata è di 250.000 scatti: microimmagini appese a fili di nylon per formare una nuvola colorata e fluida di particelle anonime (in totale circa 275.000) che acquistano significato solo se riunite in una sorta di monumento a una singola fotocamera. Ancora la Rete è protagonista dei novantasei volumi della collezione Other People’s Photographs di Joachim Schmid, nonché di Face Book: Volume I/2300, un “elenco telefonico” dei primi 500.000 iscritti al social network in ordine cronologico, ovviamente corredato con la foto del profilo di ciascuno. Ad altri volti è dedicato You Haven’t Seen Their Faces di Daniel Mayrit: ritratti ripresi da videocamere di sorveglianza delle cento persone più potenti di Londra il cui viso, nonostante il ruolo, è pressoché sconosciuto, e ciò fornisce loro un comodo anonimato.

Teresa Giannico, Lay Out 10, Milano, 2015. Courtesy Viasaterna

Teresa Giannico, Lay Out 10, Milano, 2015. Courtesy Viasaterna

LE SETTE MOSTRE DI PALAZZO DA MOSTO

Archivi del futuro si sviluppa nelle sette mostre monografiche di Palazzo Da Mosto: i curatori Elio Grazioli e Walter Guadagnini muovono dalla questione dell “cosa conservare e di conseguenza cosa tramandare, in che modo farlo, per quali ragioni”. La tecnologia sembra infatti aver annullato i limiti della documentazione e della conservazione e i percorsi dei fotografi selezionati intendono disegnare “una mappa del pensiero presente del futuro”. Tra le opere più convincenti, quelle di Daniel Blaufuks, di Agnès Geoffray e di Teresa Giannico.
Assieme, i due vasti progetti ribadiscono che il binomio archivio e ordine è ancora necessario e attuale e che la fotografia non può in alcun caso prescinderne.

Marta Santacatterina

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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