Organizzatori di mostre: Arthemisia si espande all’estero, dalla Spagna agli Stati Uniti

Il gruppo Arthemisia consolida la sua presenza in Spagna. A Madrid Iole Siena presenta la terza mostra al Palacio de Gaviria, a due passi da Puerta del Sol.

Il progetto di espansione all’estero di Arthemisia Group avanza. “Stiamo esportando con successo il nostro modello di cultura museale non solo a Madrid, ma anche a Lisbona e presto approderemo a New York, a Brooklyn”, racconta Iole Siena, presidente del gruppo, mentre si apre la mostra Duchamp, Magritte, Dali. Rivoluzionari del XX secolo, che da Bologna arriva nel cuore della capitale spagnola, sponsorizzata anche dalla locale ambasciata israeliana, perché l’intero pacchetto delle opere proviene dal Museo d’Israele, a Gerusalemme.

Sala Mae West

Sala Mae West

UN MODELLO UNICO

Il nostro è un modello espositivo unico, che si avvale di spazi privati musealizzati solo da noi”, prosegue Iole Siena, “A Madrid con le prime due mostre abbiamo totalizzato circa 400mila visitatori. Il Palacio de Gaviria fin da subito ci è parso potenzialmente perfetto per ospitare un museo, anche se all’inizio era un po’ decadente. Con il tempo, abbiamo investito per migliorare le sale insieme ai nuovi proprietari dell’immobile (non più la dunque famiglia del Marchese de Gaviria, ma un gruppo di imprese che non è stato reso noto, ndr). Abbiamo anche ristrutturato il patio andaluso coperto, al piano terra, un tempo occupato da piccoli negozietti e perfetto ora per ospitare convegni o mostre d’arte contemporanea. E, in futuro, ci espanderemo ulteriormente in altri spazi dell’edificio. I costi sono condivisi con la proprietà; per l’autunno abbiamo già in programma la mostra di Tamara de Lempicka”.

Duchamp, Magritte, Dali. Rivoluzionari del XX secolo

Duchamp, Magritte, Dali. Rivoluzionari del XX secolo

DADAISMO E SURREALISMO, DA GERUSALEMME A MADRID

Dopo Escher e Alphonse Mucha, Arthemisia porta a Madrid un’ampia selezione di opere di Dadaisti e Surrealisti che appartengono al Museo d’Israele, fondato a Gerusalemme nel 1965 per iniziativa di collezionisti privati di origini ebraiche. Si tratta più o meno dei medesimi pezzi (180 in tutto, tra fotografie, collage, ready-made, disegni e qualche olio) esposti nell’autunno-inverno scorso a Palazzo Albergati a Bologna, selezionati da Adina Kamien-Kadzan, commissaria del Museo d’arte moderna di Israele, e raggruppati in un percorso tematico in cinque ampie sezioni. Ampio il numero degli artisti presenti, meno ampia la lista delle opere imprescindibili, tra le quali Il castello dei Pirenei di Magritte (1959), Prova Surrealista di Dalí (1934) e Main Ray di Man Ray (1935). Al di fuori dello schematismo cronologico, Dadaismo e Surrealismo visti attraverso le opere di grandi artisti come Max Ernst, Man Ray, Jean Arp, Ives Tanguy, Miró, ma anche dei sopracitati Magritte, Dalì e Duchamp, mostrano evidenti somiglianze e giustapposizioni, sia nei motivi di ispirazione creativa (il subconscio e il mondo onirico) sia nel linguaggio artistico, con l’uso di oggetti comuni che segnano il labile confine fra l’arte e la vita. Si scopre cosi facilmente che i dadaisti furono anche un po’ surrealisti e che i surrealisti si nutrirono alla stessa fonte dei dadaisti, in una temperie contemporanea.

L’ALLESTIMENTO

L’allestimento è firmato Oscar Tusquets Blanca, architetto spagnolo amico e collaboratore di Salvador Dalí. Le sezioni tematiche della mostra sono contraddistinte da grandi pannelli colorati, fatti per non perdere l’orientamento negli spazi labirintici, surrealisti anche se talvolta un po’ angusti, del piano nobile del Palacio de Gaviria. Bella la ricostruzione della Sala Mae West (ispirata all’omonimo quadro di Dalí e usata come appartamento surrealista) liberamente adattata rispetto a quella della Casa-museo di Figueras, dove lo spettatore può entrare e osservarsi tra gli oggetti surrealisti grazie alla telecamera nascosta. Interessante anche il montaggio dell’installazione 1200 Sacchi di carbone, creata da Duchamp per l’Esposizione Internazionale del Surrealismo nel 1938.

LA COLLEZIONE DI ARTURO SCHWARTZ

Un buon numero dei 180 pezzi esposti a Madrid provengono alla collezione di Arturo Schwartz, intellettuale e collezionista di origini ebraiche, nato ad Alessandria d’Egitto nel 1924 da padre tedesco e madre italiana, amico di Bréton e di Picabia, che in gioventù partecipa agli eventi dei Surrealisti in Egitto. Schwarz negli anni Cinquanta si trasferisce a Milano, dove apre una libreria e una galleria e diviene promotore dei Surrealisti in Italia, collaborando in prima persona anche alla creazione di alcuni ready-made di Duchamp. Alla fine degli anni Novanta, decide però di donare la metà della sua collezione al Museo d’Israele (circa 500 pezzi), depositandone altrettanti alla Galleria nazionale d’arte moderna di Roma.

-Federica Lonati

Madrid// fino al 15 luglio 2018
Duchamp, Magritte, Dalí. Rivoluzionari del XX secolo
Palacio de Gaviria, calle Arenal 9
Info www.revolucionariosmadrid.com
Catalogo Skira

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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