Le petit homme e le grand artiste. Toulouse-Lautrec a Milano

Palazzo Reale, Milano – fino al 18 febbraio 2018. Così come Caravaggio, contemporaneamente in mostra presso la stessa sede, Toulouse-Lautrec desta parecchio interesse, non soltanto in ragione della sua produzione artistica, ma anche per la sua storia personale. Oltre 200 opere, fra cui 35 dipinti, numerose litografie e acqueforti e la serie completa dei 22 manifesti raccontano l’incredibile vita di un uomo, della sua arte straordinaria e di un’epoca che ha caratterizzato la vita parigina allo scadere del XIX secolo.

Accade qualche volta che un capriccio del destino devii la prevedibile vita di un giovane fanciullo proveniente da una ricca famiglia di aristocratici. Accade a Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Monfa (Albi, 1864 – Saint-André-du-Bois, 1901) che, a dispetto della sua nobiltà d’origine, si ritrova a vivere da artista bohémien, rinunciando ad ambienti aristocratici e ai raffinati ozi di famiglia.
Nonostante la sua altezza di appena un metro e cinquantadue, le gambe torte e i lineamenti enfiati, Lautrec non esitò a esibire la propria immagine: una serie di fotografie, scattate dai suoi amici ed esposte nella prima sala del Palazzo, lo mostrano irriverente e sarcastico anche nei confronti di un destino che non è stato del tutto indulgente con lui. In questi scatti Lautrec si traveste e inventa scenette che mettono in evidenza la sua diversità con uno spiccato esibizionismo, anticipando pratiche sviluppate successivamente da molti artisti del XX secolo, come per esempio Fraser o Bowery.
Presente nella stessa sala è l’unico autoritratto dipinto di Lautrec: qui, al contrario, l’artista di Albi appare schivo nei confronti di chi guarda e senza alcuna preponderanza rispetto agli altri oggetti raffigurati. Ad aumentare tale distanza contribuisce il fatto che quello che si sta osservando è il riflesso dell’artista allo specchio.

Henri de Toulouse-Lautrec, La clownesse assise, Mademoiselle Cha-U-Kao, 1896, litografia, tavola 1 della serie Elles, Bibliothèque Nationale de France, Parigi

Henri de Toulouse-Lautrec, La clownesse assise, Mademoiselle Cha-U-Kao, 1896, litografia, tavola 1 della serie Elles, Bibliothèque Nationale de France, Parigi

L’INQUIETUDINE DELLA BELLE ÉPOQUE

Come una sorta di diario visivo della Parigi di fine Ottocento, la mostra, attraverso una carrellata di opere disposte in più di dieci sale, offre uno squarcio insolito di quella che sarà la generazione che inventa il cinema e che, allo stesso tempo, da lì a poco, andrà in guerra.
Luci e ombre di un’epoca, la Belle Époque, che Lautrec ritrova in quella miriade di personaggi che abitano Montmartre, il fulcro del divertimento decadente del XIX secolo. Un’umanità variopinta e ambigua dove l’alta società si mescola al demi-monde dei café-concert, i borghesi si trastullano con le prostitute e i derelitti consumano la loro vita tra alcol e spettacoli hard.
Il ripetuto confronto con diverse stampe giapponesi, infine, tra cui le dodici vedute erotiche di Utamaro, rende più profonda la lettura delle opere di Lautrec.

Henri de Toulouse-Lautrec, Jane Avril, 1899, litografia, Bibliothèque Nationale de France, Parigi

Henri de Toulouse-Lautrec, Jane Avril, 1899, litografia, Bibliothèque Nationale de France, Parigi

UN GRAFICO ANTE LITTERAM?

L’innovativo linguaggio artistico di Lautrec, che rigetta la pittura accademica e il buon gusto dell’epoca, si caratterizza soprattutto per la scelta di soggetti anticonformisti, l’icasticità, le campiture di colore a piatto, il trattamento accentuato della linea di contorno e i particolari tagli compositivi. Risultati ottenuti in diverse misure anche da altri artisti suoi contemporanei.
Ciò che invece rende unico Lautrec è l’aver utilizzato, per primo, le sue intuizioni artistiche anche nelle produzioni grafiche: le illustrazioni di canzoni di moda e di best-seller, i poster pubblicitari di catene per biciclette e i manifesti degli spettacoli cabarettistici, in effetti, rappresentano quanto di più vicino alla moderna grafica d’autore.

Francesca Mattozzi

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Francesca Mattozzi

Francesca Mattozzi

Francesca Mattozzi ha un background da danzatrice che l’ha vista lavorare sia in TV che a teatro con coreografi di fama internazionale, quali Luca Tommassini e Martino Müller. È laureata in storia dell’arte e dell’arte ama soprattuto gli eventi perché,…

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