Il Crocker Art Museum di Sacramento amplia i suoi spazi con un grande parco aperto alla città

Il museo californiano nei prossimi due anni sarà protagonista di un progetto di ampliamento dei propri spazi che coinvolgerà l’intera città, con un parco aperto al pubblico che includerà natura, cultura e servizi per i cittadini.

Un museo, oltre 12mila metri quadrati di terreno, un piano urbanistico e culturale che salderà il legame tra l’istituzione e la città per un investimento pari a 40 milioni di dollari: è questo, in sintesi, il progetto che per i prossimi due anni vedrà protagonista il Crocker Art Museum di Sacramento, museo fondato nel 1872 nella capitale della California che, nel corso dei decenni, ha visto numerose trasformazioni e ampliamenti. Il museo, nel suo nucleo originario, sorge su una dimora privata risalente al 1868 appartenuta a Edwin B. Crocker, un giudice che decise di fare della sua casa un museo in cui custodire ed esporre le sue collezioni d’arte. L’ultimo ampliamento del Crocker risale al 2000, quando allo studio di architettura Gwathmey Siegel & Associates è stata affidata la realizzazione di un padiglione che ha triplicato le dimensioni dell’istituzione. Adesso invece toccherà a Olson Kundig in collaborazione con SURFACEDESIGN dare vita all’ambizioso progetto di sviluppo del terreno che circonda il museo in un parco che coniuga natura e cultura, con la realizzazione di spazi multifunzionali pensati per la comunità. L’inaugurazione del Crocker Park è prevista per l’autunno 2020.

Property rendering courtesy of Crocker Art Museum

Property rendering courtesy of Crocker Art Museum

IL PROGETTO

Crocker Park sarà un luogo di ritrovo pubblico incentrato sull’arte, e consterà di un parcheggio su più livelli, una galleria e spazi per gli eventi. Il sito si integrerà con gli edifici già esistenti di Crocker, completando così il campus del museo e offrendo opportunità per nuove esperienze artistiche. La crescita del Crocker Art Museum completa il più complesso piano in corso a Sacramento di sviluppo della città, progetto che vede proprio il campus del museo al centro della vita e delle attività dei cittadini. “Questo progetto consiste nel portare energia in uno spazio pubblico che può e deve essere attivo 18 ore al giorno, sette giorni alla settimana”, ha dichiarato Randy Sater, presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Associazione Crocker Art Museum. Olson Kundig e SURFACEDESIGN hanno immaginato il nuovo edificio come una struttura porosa che non demarca lo spazio tra il museo e l’esterno, ma anzi li mette in comunicazione: “il passaggio del fiume Sacramento e il paesaggio offrono l’opportunità di creare un perfetto mix di persone, luoghi e cultura”, ha spiegato James A. Lord, socio fondatore di SURFACEDESIGN. “Il Crocker è il posto perfetto per dare vita a questa vibrante energia”. “Il progetto del parco mi ha affascinato nel momento in cui l’ho letto; è un’occasione per creare un’ambientazione bella e tanto necessaria, e allo stesso tempo reinventare la tipologia urbana, onnipresente e spesso trascurata, del parcheggio”, ha dichiarato Alan Maskin della Olson Kundig. “Siamo entusiasti dell’opportunità di creare una nuova icona per Sacramento, realizzando un luogo che fonde arte, architettura e natura. Cercheremo di collaborare con artisti e artigiani locali che possano aiutare a raccontare la storia delle diverse comunità di Sacramento”.

Museum gallery, Photo by Brian Suhr

Museum gallery, Photo by Brian Suhr

I MUSEI NEGLI STATES

Quello del Crocker non è l’unico caso di museo che, negli Stati Uniti, ha intrapreso un programma di ampliamento, costruzione o ristrutturazione dei propri spazi espositivi. Vi abbiamo già parlato negli ultimi mesi della riprogettazione firmata da Steven Holl e Deborah Nevins della Glassel School, la scuola d’arte del Museum of Fine Arts di Houston in Texas; della ristrutturazione degli spazi espositivo della Dia Art Foundation di New York; del piano di ampliamento e rinnovamento dell’Hood Museum of Art del Dartmouth College, nel New Hampshire, a opera degli architetti Tod Williams e Billie Tsien, fino alla recente inaugurazione dell’ICA Watershead, il nuovo spazio di ICA – Institute of Contemporary Art Boston che sorge su un capannone ristrutturato all’interno dell’ex cantiere navale della città, raggiungibile dalla sede principale dell’ICA – che si affaccia sul lungomare di Boston – in sei minuti di traghetto.

– Desirée Maida

www.crockerart.org

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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