Materia Montelupo. Artisti, artefici, artigiani

Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino ‒ fino al 15 febbraio 2018. Per tre settimane nove artisti hanno vissuto a Montelupo, lavorando accanto alle maestranze locali e creando nuovi lavori. In costante dialogo giornaliero con gli artigiani, Lorenza Boisi, Chiara Camoni, Maddalena Casadei, Ludovica Gioscia, Michele Guido, Alessandro Roma, Andrea Sala, Francesco Simeti e Nicola Toffolini hanno collaborato con le botteghe e le aziende ceramiche della città.

A quindici minuti da Firenze, nel Palazzo Podestarile di Montelupo Fiorentino, ha inaugurato Materia Montelupo, a cura di Matteo Zauli. Tra plinti e piani espositivi, illuminati con intensità quasi drammatica, i lavori di nove artisti italiani scintillano, disposti su due piani, diventando testimonianza di un’immersione. Materia Montelupo si presenta come la conseguenza delle residenze, della durata di tre settimane, all’interno delle botteghe e delle aziende ceramiche del territorio, che hanno affiancato Lorenza Boisi, Chiara Camoni, Maddalena Casadei, Ludovica Gioscia, Michele Guido, Alessandro Roma, Andrea Sala, Francesco Simeti e Nicola Toffolini ad altrettante botteghe artigiane di Montelupo. Rispettivamente sono stati coinvolti: Ceramiche d’Arte Ammannati, Ceramica Artistica Bartoloni, Ceramiche d’Arte Dolfi di Ivana Antonini, Maioliche Lupo, Terrecotte Corradini e Rinaldi, Ceramiche Artistiche Giglio, La Galleria Nuove Forme d’Arte, Sergio Pilastri, Tuscany Art e Veronica Fabozzo Studio d’Arte.
Oggi gli artisti hanno riscoperto la grande essenzialità della ceramica”, conferma il curatore della mostra. “Viviamo in un periodo storico che rappresenta un momento di ri-emersione, un momento d’oro per la ceramica. Nel mondo, i settori della ceramica si sviluppano in maniera puntiforme, non diffusa sul territorio, perché seguono i filoni, le venature dell’argilla. C’è una genesi naturale dunque del lavoro e dell’economia, che si sviluppa in molte regioni della terra. Molto spesso si trovano tante piccole città che sono sparse sul pianeta e nelle quali si sviluppa il settore ceramico, in alcuni casi di altissimo livello, altre volte meno. Ma ogni volta che si è assistito a un innalzamento della qualità è perché, come durante il Rinascimento con le grottesche, la ceramica è venuta a contatto con gli artisti contemporanei del tempo”.

Materia Montelupo. Installation view at Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino 2017. Michele Guido. Photo Claudio Pascarelli

Materia Montelupo. Installation view at Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino 2017. Michele Guido. Photo Claudio Pascarelli

UNO SGUARDO AL RINASCIMENTO

A queste tematiche, e alla circolazione delle tecniche e del sapere che caratterizzò un fortunato periodo storico di Montelupo Fiorentino, si ispira il progetto Materia Montelupo. Stagione di residenze di progettazione creativa che invita nove artisti a esporre i lavori nelle diverse stanze del palazzo. Non solo i prototipi e le nuove linee ceramiche nate dai cantieri, ma anche veri e propri immaginari solidi. Così come raccontano i vasi escrescenti di Chiara Camoni, allestiti su lunghi tavoli stretti, all’ingresso della mostra.
Durante le residenze d’artista, prosegue Zauli, “oggi si persegue la stessa filosofia rinascimentale, mettendo a contatto gli artisti con la materia e le tecniche ceramiche, per poi offrire nuove prospettive a chi vive e lavora, da generazioni, nel comparto fittile. Ci auguriamo che questi incontri possano anche servire ad ampliare i mercati e a offrire nuovo lavoro a chi rende la ceramica un supporto, un medium espressivo e non solo decorativo.
Al piano terra del Palazzo Podestarile, a qualche passo dalla stretta scala che porta al piano superiore, Lorenza Boisi, sulla superficie del pavimento, ha frammentato una ventina di lacerti bianchi, decorati, come fronte e retro, di una scultura conclusa, naturaleggiante ‒ frutto di una delicata esplosione.
Il ceramista, prima di essere un grande artigiano, era un ragazzo che si immergeva completamente nell’apprendimento della tecnica ceramica e non ha mai, se non in alcuni casi eccezionali, avuto le possibilità di espandere le proprie visioni nella cultura del proprio contemporaneo. La ceramica è come un virus che quando ti prende ti avvolge e ti porta a essere assorbito dai processi, tanto è vero che spesso non si ha proprio il tempo di sviluppare creatività e nuove alchimie. “Materia Montelupo” è un progetto pensato per gli artisti del territorio, proponendo una fusione completa tra metodologie e pratiche artistiche a contatto con maestranze artigiane”, dichiara il curatore.

Materia Montelupo. Installation view at Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino 2017

Materia Montelupo. Installation view at Palazzo Podestarile, Montelupo Fiorentino 2017

DIALOGHI RIUSCITI

Ogni lavoro si dispone nello spazio di Materia Montelupo seguendo un passo, un respiro, un ritmo compositivo che talvolta esclude l’urgenza della quotidianità e talvolta la plasma, così come racconta Ludovica Gioscia, che sviluppa, in forma specchiata, prima a parete e poi a terra, un altro capitolo dell’Infinito Presente, installazione frutto di molti passaggi, di mani, di esperimenti e di molti recuperi, all’interno dei laboratori di Ceramica Artistica Bartoloni.
Ognuno dei nove protagonisti di questa mostra”, conclude Zauli, “è diventato una sorta di consulente artistico della bottega presso la quale si trovava a lavorare. In ogni sala si è ricreato un universo creativo di quel cantiere nel quale si è proceduto con un progetto a doppio binario. E l’artista, anche attraverso la propria composizione, ha assorbito le atmosfere del ceramista, dandogli allo stesso tempo l’opportunità di sviluppare i propri ambiti creativi. Per rendere questo possibile è stato necessario, prima di tutto, non solo trovare tecnici e autori d’eccellenza, ma anche due dimensioni aperte al dialogo. Definendo un territorio di scambio che ha dovuto oltrepassare il breve periodo di residenza, il tempo della produzione e l’urgenza delle richieste del mercato.

Ginevra Bria

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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