Colori e neon. Joseph Kosuth (anche curatore) a Torino

Galleria Mazzoleni, Torino ‒ fino al 20 gennaio 2018. Joseph Kosuth, nella doppia veste di artista e curatore, innesca nella galleria torinese un gioco di rimandi. Fra colore, opere e allestimento.

Nelle mani degli artisti – e degli architetti – il colore è una questione sacra”; così esordisce la curatrice Cornelia Lauf nel catalogo della mostra Colour In Contextual Play. An Installation by Joseph Kosuth. Si dedurrebbe, anche senza parole, dalla sensibilità con cui viene trattato il tema del colore nella miscellanea esposta in questo percorso artistico prestigioso, ricco e armonioso, che include opere di artisti quali, Enrico Castellani, Lucio Fontana, Yves Klein, Piero Manzoni e l’autore delle due installazioni che le opere stesse producono, l’artista americano Joseph Kosuth (Toledo, USA, 1945). La collaborazione tra Lauf e Kosuth, arricchita dal retaggio del poverista Prini, ha reso possibile una selezione di artisti (presentata in primavera nella sede londinese della galleria e oggi ampliata per la storica sede di Torino) che intersecano le loro vite umane e artistiche, intessendo una trama che trova nell’idea – e nella pratica – di colore la propria raison d’être.

Colour in Contextual Play. An Installation by Joseph Kosuth. Installation view at Mazzoleni, Torino 2017


Colour in Contextual Play. An Installation by Joseph Kosuth. Installation view at Mazzoleni, Torino 2017

COLORE E DISPLAY

È un progetto assolutamente ambizioso e avvincente; artista e curatore si sovrappongono senza esitazioni e la figura di auctor intellectualis riemerge da quella virtuosa dell’artista creatore e artefice della propria manifestazione pubblica e universale. Il colore è protagonista in tutte le sue prospettive e gode della consistenza materiale dell’allestimento che lo asseconda: dall’assoluto blu Klein al tracotante viola Castellani ai non-colori purgatoriali e sospesi di Manzoni e Fontana (quest’ultimo rappresentato da uno struggente Concetto Spaziale che, da solo, meriterebbe l’intera mostra), le pareti dell’esposizione della Mazzoleni dialogano tramite le loro materiche oggettivazioni. Ma non solo: lo scambio avviene anche e soprattutto con le temperature luminose delle opere dell’altra installazione, Neon in Contextual Play: Joseph Kosuth and Arte Povera, progetto espositivo che omaggia l’Arte Povera torinese – con artisti quali Pier Paolo Calzolari, Mario Merz ed Emilio Prini – e la congiunge alle espressioni del Kosuth degli Anni Sessanta e Settanta. Qui stupisce la coerenza cromatica dei neon e il suo contrasto con lo spazio espositivo, che mai come in questa occasione si concede, risaltando se stesso e rinvigorendosi alla stregua delle opere. Generazioni, gestualità ed esiti differenti: il colore si appropria di fiammanti simboli e aspettative, si rinnova continuamente agli occhi del visitatore passando da pigmento a pura luce e da opera singola a complesso espositivo. Una mimesi da non perdere.

Federica Maria Giallombardo

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Federica Maria Giallombardo

Federica Maria Giallombardo

Federica Maria Giallombardo nasce nel 1993. Consegue il diploma presso il Liceo Scientifico Tradizionale “A. Avogadro” (2012) e partecipa agli stage presso l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Biella (2009-2012). Frequenta la Facoltà di Lettere Moderne presso l’Università degli Studi…

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