L’arte libera di Enrico Baj. A Milano

Fondazione Marconi, Milano ‒ fino al 27 gennaio 2018. Arte, libertà e potere costituiscono i nodi tematici della mostra milanese dedicata all’opera di Enrico Baj.

L’arte deve agganciarsi alla realtà. Deve riportare sulla tela fatti, emozioni e paure attraverso la disintegrazione e le stratificazioni dei colori. Questo voleva Enrico Baj (Milano, 1924 ‒Vergiate, 2003) ed è questo il messaggio dell’esposizione L’arte è libertà.
L’arte vissuta come impegno, come denuncia di costume, come atto di ribellione grazie anche all’ironia, che è la miglior arma di combattimento. L’aggressività è il “cosiddetto male”, ma ne subisce la fascinazione nelle sue opere: dame e generali rappresentano sia il senso del decoro che la lotta alla sopraffazione.
Baj mette in scena la pornografia del potere, fino ad arrivare a I funerali dell’anarchico Pinelli, che rappresenta in realtà l’ultimo volo, la grandiosa visione di un uomo che passa dalla distruzione alla rigenerazione. Dal collage alla pittura dominata dal colore si arriva ai robot, come critica alla contemporaneità e all’uso indiscriminato delle tecnologie.

Lucia Antista

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Lucia Antista

Lucia Antista

Laureata in Filologia moderna, vive a Milano, occupandosi di arte, fotografia e teatro per Libreriamo. Giornalista pubblicista, al limite della grafomania, collabora con varie testate e quando può scrive sul suo blog Luce fu.

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