Futuro incerto. Una collettiva a Polignano a Mare

Foothold, Polignano a Mare ‒ fino al 18 febbraio 2018. Futuro, inquietudini e senso dell’apocalisse costituiscono i nodi cardine della mostra curata dal collettivo Like A Little Disaster a Polignano a Mare.

Gli interrogativi sul futuro che verrà partono da un presente che offre già parecchi motivi d’inquietudine, senza necessariamente spingersi a considerare le infinite potenzialità rese disponibili dalle nuove tecnologie. La mostra proposta da Like A Little Disaster, un collettivo senza fissa dimora, come preferisce definirsi, e, dunque, per l’occasione, ospitato nello spazio Foothold di Polignano a Mare, non si sottrae alle fosche previsioni sulle potenziali fisonomie del “day after”. Intanto con un titolo, Risky attachments, per niente rassicurante e poi con una serie di lavori intriganti che mescolano naturalità e visioni. Come fa Rustan Söderling che, nei suoi video, regala panoramiche disturbanti in cui un mondo digitalizzato mostra una seducente aderenza al reale e, in aggiunta, prefigura paesaggi virtuali, sorprendentemente coincidenti con una comune idea di apocalisse. In altre parole è un virtuale che fa il verso sia al reale sia all’immaginario collettivo, con sfumature emotive che toccano sublimi disastri e grottesche combinazioni. Lara Joy Evans maneggia sostanze e vermetti pericolosissimi che poi provvede a neutralizzare immergendoli in glicerina o fluorescerina, per ottenere combinazioni cromatiche nuove e sconosciute concrezioni fossili. Con un “concept” simile, ma con un esito più installativo, Lauren Gaul esibisce grandi sacche di plastica contenente silicio e polimeri in grado di sciogliere frutta o altri materiali edibili.

Thomas Hämén, Let your animation run wild, 2017

Thomas Hämén, Let your animation run wild, 2017

PARASSITI E FILOSOFIA

Decisamente più ardito, Andreas Ervik distribuisce al pubblico fialette contenenti il parassita Elminto, da ingoiare per assicurarsi la presenza di un ospite eugenetico nel proprio corpo. Neanche il mondo del comics, immaginario per definizione, viene risparmiato e così Thomas Hämén mette in scena combattimenti splatter tra eroi, che in comune hanno solo la stessa casa di produzione, o disegna fumetti di ominidi alle prese con nuove destinazioni d’uso per i rispettivi genitali.
La stampa 3D applicata a materiali inediti suscita in Ittah Yoda la produzione di superfici e volumi dalle texture raffinate, impreviste e piacevolmente sovrapponibili. Jocelyn McGregor preleva la dannosa ematite e la mescola alle sue intime installazioni simili a ex-voto con reperti vegetali e pezzi anatomici. Un conforto rispetto al diffuso clima di disfacimento arriva da Plasticity, al secolo Grazia Mappa e Gabriele Leo, che allestiscono un approdo domestico dove riportare la riflessione sul futuro alla filosofia, distribuita in pillole di saggezza tra specchi e cuscini.

Marilena Di Tursi

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Marilena Di Tursi

Marilena Di Tursi

Marilena Di Tursi, giornalista e critico d'arte del Corriere del Mezzogiorno / Corriere della Sera. Collabora con la rivista Segno arte contemporanea. All'interno del sistema dell'arte contemporanea locale e nazionale ha contribuito alla realizzazione di numerosi eventi espositivi, concentrandosi soprattutto…

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