Astrattismo dell’oggi. Pignatelli e Tabarelli a Ferrara

FabulaFineArt, Ferrara – fino all’8 aprile 2017. Dall’astrazione e dalla geometria, le due interpretazioni dialogano tra loro, pur con tecniche e stili diversi. Le opere di Jasmine Pignatelli e Patrick Tabarelli, poste le une di fronte alle altre, evocano l’“eco di luoghi nascosti”, di territori condivisi entro cui si muovono gli artefici.

Per la curatrice, Maria Letizia Paiato, il punto di partenza è Paul Klee: “L’arte non ripete le cose visibili, ma rende visibile. L’essenza della grafica induce spesso e giustamente all’astrazione”, scrisse il pittore cent’anni fa. Proprio l’astrazione, che ha caratterizzato tanta parte del Novecento, sta alla base delle ricerche di Jasmine Pignatelli (Toronto, 1968) e Patrick Tabarelli (Verona, 1979) le cui opere, allestite in un confronto dialettico, rivelano punti di tangenza poetica nell’uso delle forme e dell’idea di movimento. Se la prima artista adotta in particolare il concetto di vettore per suggerire un’astrazione di paesaggio, di altrove e per individuare una direzione, Tabarelli materializza le sue “onde” – linee fluttuanti colorate lungo le quali lo sguardo corre e si lascia trascinare piacevolmente – attraverso complesse “drawing machine”: apparecchi composti da hardware e software, programmati e costruiti dall’artista stesso, in grado di generare “in autonomia le varianti dei pattern che in seguito appaiono sulle superfici”.

Marta Santacatterina

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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