Biennale di Venezia tra mercato e musei USA. Cosa c’è dietro l’ascesa di Mark Bradford?

l Museo di Baltimora accresce la sua collezione, investendo nel lavoro di artisti internazionali. Incluso colui che rappresenterà gli USA alla prossima Biennale di Venezia. Concatenazioni e corrispondenze, tra mercato dell’arte e dinamiche istituzionali…

È così che funziona nei posti in cui il sistema dell’arte è solido, le economie esistono, le linee si dettano e non si scimmiottano. In America, ad esempio. Che con tutte le crisi e le discontinuità, resta una piazza strategica per il contemporaneo. Accade così che il Baltimore Museum of Art (BMA) annunci con orgoglio una tornata di nuove acquisizioni importanti: tutte opere di artisti di peso, tra i più significativi a livello internazionale. E dunque? C’è solo da leggere un po’ i retroscena. Un museo che investe per ampliare le sue collezioni è sempre una buona notizia. Ma le occasioni di crescita nascondono sempre logiche esatte.
Si dà il caso infatti che Christopher Bedford, direttore del Baltimore Museum of Art, sia anche Commissario e co-curatore del Padiglione degli Stati Uniti alla Biennale di Venezia 2017, e che lo stesso museo partecipi all’organizzazione del progetto espositivo. Ed è proprio Mark Bradford (1961, Los Angeles), artista selezionato per rappresentare gli USA in Biennale, a essere oggi in mostra a Baltimora con una delle sue monumentali tele (My Grandmother Felt the Color, 2016), all’interno di una galleria dedicata all’astrazione. Tela che oggi il BMA acquisisce, insieme al video Niagara del 2005. Un omaggio, ma anche un investimento utile. Bradford è uno tra i maggiori fenomeni del momento: un vero e proprio exploit, il suo, che da qualche anno sta dominando la scena statunitense.

Mark Bradford, "My Grandmother Felt the Color." 2016. The Baltimore Museum of Art: Purchased as the gift of Anonymous Donors, BMA R.17881. Photo: Joshua White, Courtesy the artist and Hauser & Wirth

Mark Bradford, “My Grandmother Felt the Color.” 2016. The Baltimore Museum of Art: Purchased as the gift of Anonymous Donors, BMA R.17881. Photo: Joshua White, Courtesy the artist and Hauser & Wirth

COLLEZIONI (E QUOTAZIONI) CHE CRESCONO

Tra gli altri pezzi inseriti in collezione: un olio su tela di Norman Lewis, pioniere afro americano dell’Espressionismo Astratto, predecessore della nuova corrente portata in auge da Bradford; una video animazione digitale di Paul Chan (1st Light, 2005), prima opera di questo genere acquistata dal BMA; una fotografia di Ellsworth Kelly (Stairway, St. Martin, 1977), che va a unirsi alla già nutrita serie di lavori dell’artista conservati tra le sale del museo, fra dipinti, sculture, disegni e stampe.
Ognuna delle opere che entrano nostra collezione”, ha commentato Bedford, “è prodotta da artisti fondamentali per lo sviluppo dell’arte moderna e contemporanea americana, e molti sono in dialogo diretto con le condizioni sociali e politiche del loro tempo. Il nostro obiettivo è sviluppare una visione nuova e globale dell’arte americana, e queste acquisizioni ci aiutano a intraprendere questa cruciale direzione“. Il museo cresce, in prestigio, finanze e collaborazioni istituzionali, mentre crescono gli artisti. Il che significa che aumentano le occasioni, ma anche i budget di investitori, sponsor, mecenati, filantropi (la grande tela di Bradford, ad esempio, arriva grazie a una donazione anonima). E aumentano le quotazioni, naturalmente. Un Bradford del 2012 (Building “The big white whale”) nella primavera del 2016 è stato battuto da Sotheby’s per la cifra stellare di 3,52 milioni di dollari, mentre nel novembre 2013 il suo Mithra (2008) si era “fermato” a 1,6 milioni. Tenere d’occhio il borsino dell’arte nei prossimi mesi: il trend in costante salita è già una certezza.

– Helga Marsala

https://artbma.org/

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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