Il tribunale di Pesaro condanna la Getty Collection a ridare all’Italia un’opera di Lisippo

Ancora guai per la Getty Collection. Il tribunale di Pesaro ha stabilito che l’Atleta Vittorioso attribuito a Lisippo sia stato acquisito in maniera illegale dalla Getty Collection e quindi ne ha disposto l’immediato rientro. Ma l’istituzione americana proprio non ci sta e scatena una guerra legale contro l’Italia. Chi avrà la meglio?

Ci risiamo. Ancora Getty vs l’Italia, più precisamente contro la città di Pesaro. “La statua conosciuta come l’Atleta Vittorioso e attribuita a Lisippo che si trova a Malibù, deve essere rimpatriata. Ne dichiariamo l’immediata confisca” recita la sentenza emessa nel 2010 e 2011 e confermata pochi giorni fa dal magistrato Giacomo Gasparini. Ma il Getty non ci sta e si prepara ad uno scontro senza precedenti. “L’opera è stata recuperata in acque internazionali e non ha nessuna o forse solo un fortuito legame con il Bel Paese” controbattono i legali americani. Esistono però dei precedenti che coinvolgono proprio il Paul Getty Museum di Malibù. In prima istanza, nel 2011, lo storico ritorno della Venere di Morgantina, poi nel 2017 è stata la volta di Zeus in trono. Che sia una pratica consolidata quella di acquistare opere dalla dubbia provenienza da parte dell’istituzione americana?

LA STORIA

Nel 1964 un gruppo di pescatori scorge qualcosa di strano in fondo al mare che attira l’attenzione. Non si tratta, però, di un semplice oggetto impigliato in una rete ma, sorprendentemente di una grande statua “custodita” dal mare. Un uomo ritratto come un atleta, dallo sguardo fiero, con una corona di ulivo a simboleggiarne la vittoria. Velocemente viene portata a terra senza nessuna dichiarazione sul suo ritrovamento. In pochi giorni viene venduta ad un antiquario di Fano per la cifra irrisoria 4000 dollari. Una cifra irrisoria se si considera che nel 1977, la statua venne acquistata dal Getty per 3,95 milioni di dollari. Ma perché la statua si trovava in fondo al mare? Probabilmente un nubifragio che portò alla distruzione della barca su cui la scultura viaggiava. L’ipotesi più accreditata è che stesse navigando dalla Grecia verso il nostro Paese.

L'atleta di Fano

L’atleta di Fano attribuito a Lisippo

LE MOTIVAZIONI DEL GETTY

Il tribunale di Pesaro ha, dunque, stabilito il ritorno immediato della statua in Italia. Il Getty non ci sta e ha dichiarato che farà valere i suoi diritti in tutte le sedi opportune. L’intenzione è quella di ricorrere in cassazione per evitare che la statua lasci la California. “È assurdo che venga richiesto il rimpatrio in Italia” afferma Ron Hartwig, portavoce del J.Paul Getty Trust, “che relazione ha la statua con il paese? É stata ritrovata in acque internazionali ed è stata dispersa per secoli. Ha solo una fugace e fortuita connessione con l’Italia. Quindi, perché mai dovremmo ridarla indietro?”. E la questione del ritrovamento diventa centrale. Per anni si è cercato di stabilire se la statua fosse stata ritrovata in acque italiane o internazionali. Nel primo caso, infatti, il Codice dei Beni Culturali stabilisce che ogni reperto ritrovato sul territorio appartenga all’Italia e ne viene proibita l’esportazione. In caso contrario, invece, conta l’acquirente. Ma qual è la verità? Non resta che attendere le prossime puntate.

– Valentina Poli

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Valentina Poli

Valentina Poli

Nata a Venezia, laureata in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l'Università Ca' Foscari di Venezia, ha frequentato il Master of Art presso la LUISS a Roma. Da sempre amante dell'arte ha maturato più esperienze nel…

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