Egizio, Fondazione Sandretto, Musei Reali. A Torino grande mostra diffusa sul patrimonio in rovina

Per la prima volta l’arte contemporanea arriva al Museo Egizio di Torino in occasione del progetto espositivo “Anche le statue muoiono” sull’importanza del patrimonio culturale che coinvolge Sandretto e Musei Reali.

Nell’anno consacrato al Patrimonio culturale europeo, si è appena inaugurata a Torino Anche le statue muoiono: una grande mostra – con un titolo tratto dal documentario sull’arte nera di Alain Resnais e Chris Marker del 1953 – che accosta opere antiche e installazioni contemporanee e propone una riflessione sulla fragilità dei tesori d’arte, sul museo come luogo di memoria e conservazione – ma anche di distruzione – in un dialogo tra reperti del passato e creazioni di artisti del presente. Il tutto con l’inedito coinvolgimento di quattro grandi istituzioni torinesi – Museo Egizio, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Musei Reali e il Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l’Asia (CRAST), da molti anni presente in Medio Oriente con scavi archeologici e attività di ricerca e formazione – che per la prima volta hanno unito le forze in un progetto comune. “La sfida era quella di condividere e incrociare i propri pubblici”, ha spiegato durante la conferenza stampa Patrizia Sandretto, “per creare un circuito virtuoso e innescare una circolazione di sguardi e pensieri”.

UNA GRANDE MOSTRA DIFFUSA

Il risultato? Una mostra diffusa sul territorio cittadino, presente in tre diverse sedi espositive (Egizio, Musei Reali, Fondazione Sandretto) per offrire un punto di vista inedito sul tema della vulnerabilità, della distruzione sistematica e consapevole del patrimonio culturale, sottolineando al tempo stesso l’importanza della sua conservazione e protezione. Il Museo Egizio con Anche le statue muoiono si apre, poi, per la prima volta all’arte contemporanea ospitando l’esposizione nella sala mostre dedicata a Khaled al-Asaad, barbaramente ucciso dall’Isis, nel tentativo di difendere il sito archeologico di Palmira di cui era direttore da oltre 30 anni. Nove artisti contemporanei dialogano, attraverso le loro opere – installazioni, video, fotografie – con reperti millenari. Il percorso inizia con un suggestivo incontro tra sguardi: quelli dei nove volti fotografati da Mimmo Jodice e quelli spezzati dei governatori di Qau el-Kebir (1900 – 1850 a.C). Un importante momento di riflessione sul ruolo dei musei – a metà strada tra “predatori” di patrimoni e custodi di reperti altrimenti esposti al rischio della distruzione e dell’oblio – è affidato a opere quali quelle di Ali Cherri, Liz Glynn e Kader Attia. Quest’ultimo è presente anche alla Fondazione Sandretto con le sue sedici teche museali vuote e con i vetri infranti, per invitare lo spettatore a riflettere sui diversi modi in cui i reperti museali sono stati oltraggiati.

Kader Attia Arab Spring, 2014, courtesy Galleria Continu

Kader Attia Arab Spring, 2014, courtesy Galleria Continua

PATRIMONIO E ARTE CONTEMPORANEA

A tal proposito, all’Egizio è possibile vedere le fotografie prodotte dal CRAST a Ninive: il Centro di Ricerche torinese ha documentato per l’ultima volta – prima che fosse completamente raso al suolo – la bellezza del Palazzo senza Eguali di Sennacherib. Anche ai Musei Reali il percorso si intreccia con l’arte contemporanea, attraverso la spettacolare installazione di Mariana Castillo Deball, nel centralissimo Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale, e le riprese filmiche della recente attività di ricerca e di recupero attuata dal Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino in Iraq. Come già accennato, l’esposizione si inscrive nel programma dell’Anno Europeo del Patrimonio 2018, i cui temi saranno approfonditi all’interno di un convegno internazionale – in programma a Torino per la fine di maggio – grazie al coinvolgimento di studiosi ed esperti delle diverse discipline che, proprio a partire dall’esposizione, svilupperanno le molteplici suggestioni che gravitano intorno alla vulnerabilità e alla distruzione dei tesori dell’arte, alla necessità e all’importanza di un’attenta opera di protezione e conservazione del patrimonio culturale.

– Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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