Un documentario su Papa Francesco svela i capolavori custoditi in Vaticano

Il pontefice è protagonista del film che lo vede impegnato nell’inusuale ruolo di guida tra i tesori del Museo Vaticano e la Cappella Sistina. E che rivela un’idea di arte come strumento di evangelizzazione e di miglioramento della società

È indubbio che Papa Francesco abbia delle spiccate doti di comunicazione. Da quando è stato eletto vescovo di Roma, nel marzo del 2013, Papa Francesco, all’anagrafe Jorge Mario Bergoglio (Buenos Aires, 1936) ha dimostrato grandi capacità comunicative, passando dall’affrontare temi spinosi di carattere etico e politico ai selfie con i più giovani, riuscendo ad attirare l’attenzione e l’approvazione anche di scettici e agnostici. Quello che forse non tutti sanno è che il Papa è anche un grande appassionato d’arte, anche contemporanea: anni fa ha dichiarato che una delle sue opere preferite è la Crocifissione Bianca dipinta nel 1938 da Marc Chagall. A conferma dell’interesse di Papa Francesco per le arti figurative arriva proprio in questi giorni un documentario, La mia idea di arte, tratto dall’omonimo libro scritto nel 2015 da Papa Bergoglio e curato da Tiziana Lupi, e che rappresenta un unicum nel suo genere: ovvero il primo libro scritto da un pontefice sulla sua concezione di arte.

IL RUOLO DELL’ARTE

Il documentario, diretto da Claudio Rossi Massimi, pone l’accento sugli ideali e sui compiti che, secondo il Papa, vengono svolti dall’arte, alla quale viene data una valenza sociale, tesa al recupero della dignità degli emarginati che vivono nelle periferie del mondo, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali. Inoltre l’arte rappresenterebbe un’importante strumento di evangelizzazione e di contrasto alla cultura dello scarto. “I musei devono accogliere le nuove forme d’arte”, scrive Papa Francesco. “Devono spalancare le porte alle persone di tutto il mondo. Essere uno strumento di dialogo tra le culture e le religioni, uno strumento di pace. Essere vivi! Non polverose raccolte del passato solo per gli ‘eletti’ e i ‘sapienti’, ma una realtà vitale che sappia custodire quel passato per raccontarlo agli uomini di oggi, a cominciare dai più umili”.

UN TOUR TRA I TESORI DEL VATICANO

Per spiegare la sua idea dell’arte, il pontefice si affida agli stessi capolavori custoditi al Vaticano, componendo un itinerario ideale di opere che esprimono il tema della Misericordia. Il tour comprende il Torso del Belvedere, la Dea che allatta un Bambino, il Buon Pastore, l’Obelisco di San Pietro, San Pietro in Cattedra, le Opere di Misericordia, la Deposizione di Caravaggio, la Cappella Sistina, il Cristo Operaio e la Vergine di Lujan realizzati dallo scultore argentino Alejandro Marmo, fino ad arrivare alla Renault 4 donata al Pontefice dal parroco veronese don Renzo Zocca. “I Musei Vaticani devono essere sempre più il luogo del bello e dell’accoglienza. Devono spalancare le porte alle persone di tutto il mondo”, dichiara il Papa, che sottolinea ulteriormente la funzione evangelizzante svolta delle opere d’arte nel corso della storia: “l’arte, oltre a essere un testimone della bellezza del creato, è anche uno strumento di evangelizzazione. Guardiamo la Cappella Sistina: cosa ha fatto Michelangelo? Un lavoro di evangelizzazione”.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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