La pala d’altare di Tintoretto, che fu di David Bowie, torna a Venezia per la Biennale 2019

La ‘Santa Caterina’ dipinta da Tintoretto e appartenuta a David Bowie per oltre 30 anni, torna a Venezia per la Biennale del 2019.

Tornerà a Venezia la pala d’altare di Tintoretto (Venezia, 29 aprile 1519 – Venezia, 31 maggio 1594), Santa Caterina, appartenuta al grande David Bowie, per 30 anni. Il cantante, scomparso  a gennaio 2016, com’è noto, era un grandissimo collezionista. L’opera rientra in Italia con una certezza in più: non è stata realizzata con la collaborazione degli allievi del Tintoretto, bensì è una creazione unica del pittore veneziano. Gli studi che hanno portato alla straordinaria scoperta sono stati condotti dal Royal Institute for Cultural Heritage di Bruxelles e voluti dalla Colnaghi Foundation di Londra. Le radiografie effettuate hanno scoperto, sotto la superficie dipinta, un numero di ritocchi e aggiustamenti che testimoniano come Tintoretto abbia lavorato interamente da solo.

LA PALA D’ALTARE A VENEZIA NEL 2019

Il Tintoretto dirigeva, come era comune all’epoca, uno dei laboratori più attivi a Venezia e per questo, si credeva che le figure di fondo, le architetture e il cielo fossero stati delegati agli assistenti della sua bottega. L’Angelo che annuncia a Santa Caterina di Alessandria il suo Martirio (circa 1570), faceva parte della vasta collezione d’arte contemporanea e moderna di David Bowie, messa all’asta da Sotheby’s lo scorso novembre. La pala d’altare era stata venduta ad un anonimo privato per 191.000 sterline e subito ceduta alla Rubens House di Antwerp, un museo molto amato dalla star inglese. Il “giro” culminerà in Italia in concomitanza della Biennale di Venezia nel 2019, e sarà esposta in una mostra collettiva di antichi maestri fiamminghi, tra i quali Rubens e Van Dyck, artisti che guardavano con ammirazione l’operato artistico di Jacopo Robusti, detto il Tintoretto.

LA COLLEZIONE BOWIE

Ben 400 i pezzi messi all’asta a New Bond Street, da Sotheby’s, per Bowie/Collector.  Al centro della vendita un corpus di 200 opere di artisti inglesi come Graham Sutherland, Henry Moore, Damien Hirst, Simon Hucker, Frank Auerbach. Di quest’ultimo in asta Head of Gerda Boehm, stimato tra le 300 e le 500.000 sterline, oppure Air Power di Jean Michel Basquiat, tra i 2,5 e i 3,5 milioni di sterline, ma anche il music player firmato da Achille Castiglioni, per la modica cifra di 800-1,200 pound.

Alessandro Tini

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