All’asta in Inghilterra cinque dipinti attribuiti ad Adolf Hitler. Valgono meno di 10.000 dollari

La casa d’aste britannica Mullock batterà il 6 luglio 2017 al Ludlow Racecourse di Shropshire i cinque dipinti, di cui uno non firmato. In passato, raggiunte alte quotazioni per opere di scarso pregio artistico, che forse nascondono il culto della figura del dittatore.

Una strada di villaggio, un bouquet di fiori alpini, una porta della cinta muraria di Durnstein, e una natura morta con orologio, frutta e fiori. Sono i quattro dipinti realizzati da Adolf Hitler (1889-1945) che andranno all’asta il 6 luglio, a prezzi compresi fra i 6.000 e i 9.000 dollari, come riporta il quotidiano online inglese Shropshire Star. A questi si aggiunge un quadro non firmato, ma a lui attribuibile poiché rappresenta la tomba della nipote acquisita Geli Raubel (figlia del suo fratellastro), e morta suicida nel 1931 sparandosi con la pistola di Hitler. Si ha ragione di ritenere che fra i due ci fosse una relazione. Il numero dei quadri realizzati da Hitler è stimato fra 2.000 e 3.000, e attualmente quelli che non sono di proprietà privata si trovano parte presso l’International Museum of World War II in Massachusetts, e parte in alcuni caveau segreti di Washington, su ordine del governo americano che li sequestrò nel 1945.

Adolf Hitler

Adolf Hitler

UN TALENTO CONTROVERSO

“Sono così ordinari che chiunque avrebbe potuto realizzarli”, ha dichiarato al New York Post Kenneth Rendell, fondatore e direttore del Museo della Guerra Mondiale, che espone numerosi acquerelli del dittatore nazista. La maggioranza della critica ritiene che le doti artistiche del Führer fossero scarse – sottolineando l’assenza di ritratti o le pochissime scene con persone e animali, indice della sua incapacità di dipingerli -, e gli ambienti militari di estrazioni prussiana, anche dopo la sua nomina a Cancelliere, in segreto appellavano Hitler “l’imbianchino austriaco”. È però un fatto che Hitler riuscì a vendere numerosi suoi quadri, presso la galleria di Samuel Morgenstern, a Vienna. Ironia della sorte, questo gallerista ebreo fu una delle poche persone a sostenere il talento di Hitler. Ma per una crudele ritorsione della storia, la sua galleria venne sequestrata quando Hitler salì al potere.

UN INSANO CULTO DEL DITTATORE?

La Mullock non è nuova a questo tipo di vendite. Nel marzo 2009, ad esempio, piazzò 15 quadri di Hitler ricavando un totale di 120.000 dollari. Nonostante il controverso pregio artistico, queste opere hanno raggiunto singolarmente cifre molto alte. Ad esempio, nel novembre 2014, a un’asta della Auktions haus Weidler di Norimberga, un acquerello fu aggiudicato a 133mila euro, contro una previsione di 60mila. E ancora nel giugno 2015 alla nuova asta di Weidler, anonimi investitori privati cinesi, brasiliani, degli Emirati Arabi Uniti, ma anche francesi e tedeschi, hanno acquistato l’intero lotto di opere di Hitler. In particolare, una natura morta con garofani, è stata pagata 72.000 Euro, mentre la riproduzione del castello di Neuschwanstein ha toccato i 100.000. Al di là del valore artistico, la questione non è legata la gusto. Se ne apre infatti una morale, poiché dietro acquisti per cifre così alte (sproporzionate alla qualità artistica), sorge il dubbio che ancora esistano nel mondo persone capaci di idolatrare Adolf Hitler.

– Niccolò Lucarelli

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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