Natale 2016 al museo. Destinazione Spagna

Dopo Los Angeles, Londra e New York, anche il territorio iberico si aggiunge alla lista delle possibili mete dove spendere le vacanze natalizie. A Barcellona vi aspettano Picasso e il Cubismo, ma anche il visionario Antoni Miralda. A Madrid, Marcel Broothaers e gli ultimi acquisti del Reina Sofia; Renoir e i gioielli di Bulgari al Thyssen; i Fauves e un nuovo spazio dedicato a Mirò alla Fondazione Mapfre. E se andate a Siviglia, è l’anno di Murillo.

BARCELLONA
Oggi Barcellona è senz’altro fra le città più attraenti d’Europa per gli appassionati d’arte e di architettura. Nella capitale del Modernismo è imprescindibile la visita ai capolavori, noti e meno noti, del geniale e fantasioso Antoni Gaudí (anche se ci pare eccessivamente caro il prezzo d’ingresso a Casa Batlò e alla Pedrera). Il capoluogo catalano offre poi un vero e proprio itinerario alla scoperta degli altri interpreti di uno stile architettonico unico e sorprendente, come Lluís Domènech y Montaner e Josep Puig i Cadafalch che, tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, creano edifici pubblici e civili tra i quartieri dell’Ensanche e di Graça.
Limitandoci all’arte contemporanea, una scappata a Barcellona durante le feste natalizie vale la pena anche solo per visitare le mostre in corso al Macba e al Museo Picasso.
Il Museo d’arte contemporaneo – progettato una ventina d’anni fa da Richard Meier nel popolare quartiere del Raval – ospita a rotazione parte delle 5mila opere della sua collezione, in un percorso che spazia dagli Anni Cinquanta a oggi.  Tra le opere esposte, al momento appaiono l’installazione del tedesco Andrés Sickeman, Company Limited Viability, e quella del cubano Andrián Mélis, che riflettono sulle logiche distorte del mondo del lavoro; la serie di ritratti in bianco e nero 100 anni del fotografo Hans Peter Feldmann e la bellissima installazione del polacco Kristof Wodiczko, che analizza le precarie relazioni sociali e interrazziali post 11 settembre.
Per gli amanti della Pop Art la mostra dedicata a Miralda Madeinusa è un divertente viaggio alla scoperta dell’artista catalano (classe 1942) che lavorò negli Stati Uniti tra il 1972 e la fine degli Anni Novanta. L’istrionico Miralda, utilizzando il cibo come materia di lavoro, crea fantasiose installazioni dal sapore pop ma dalla forte valenza concettuale, frutto di un’indagine sulla società americana di quegli anni, sui suoi rituali e simbolismi. Per la prima volta sono infatti ricostruiti insieme, a Barcellona, le installazioni e i progetti collettivi americani, incluso El Internacional Tapas &Bar y Restaurant, un’icona della gastronomia nel quartiere di Tribeca a Manhanttan, e l’installazione Santa Comida (visibile nella Cappella accanto al museo). Divertente è anche la possibilità di partecipare a happening puntuali organizzati all’interno delle installazioni.

Pablo Picasso, Las Meninas, 1957 - Museu Picasso, Barcellona

Pablo Picasso, Las Meninas, 1957 – Museu Picasso, Barcellona

DA PICASSO A TÀPIES
Imperdibile è anche il Museo Picasso, che, oltre alle tante belle opere giovanili del maestro di Malaga, custodisce le meravigliose Meninas, 58 rivisitazioni del celebre quadro di Velázquez. Nello stesso museo è ora in corso la mostra Cubismo e Guerra, che, attraverso 68 opere di Braque, Juan Gris, Léger, Matisse, Laurens e Marie Blanchard, racconta l’evoluzione del movimento pittorico sotto l’influsso dei tragici eventi della Prima Guerra Mondiale.
Salendo sulla collina del Montjuic, è di nuovo Picasso il protagonista della mostra allestita al Museo nazionale d’arte di Catalogna, celebre per la sua ricchissima collezione d’arte medievale e tardogotica. È proprio nelle sale del Romanico che 40 opere, tra disegni, oli e ceramiche del grande artista spagnolo, dialogano con i capolavori della collezione permanente, sottolineando l’evidente interesse per il primitivismo e un’affinità, più che un semplice fascino, con le tematiche medievali, documentata anche dalle carte dell’archivio personale di Picasso.
Merita una visita anche la mostra Finale di partita: Duchamp, gli scacchi e le avanguardie, in corso alla Fondazione Miró. Una rilettura della storia dell’arte di oggi attraverso il suo rapporto con gli scacchi vista in 80 opere, alcune mai esposte in Spagna, da Duchamp a Yoko Ono, dagli albori del Novecento al Concettuale. Interessante, infine, anche la Fondazione Tàpies, a due passi dal Paseo de Graçia. È uno spazio meraviglioso, pensato per presentare a rotazione le opere dell’esponente catalano dell’Informalisimo, scomparso nel 2012. Al primo piano dell’edificio c`è ora un gruppo di  opere datate tra il 1966 e il 1976, selezionate per la forte carica sociale e civile che esprimono, in relazione soprattutto agli eventi politici del tardo franchismo. Da segnalare il prestito del quadro Lo spirito catalano, un pezzo importante del 1971, proveniente dal Museo di Navarra e particolarmente carico di simboli catalanisti.  Alle opere della collezione Tápies si lega la mostra allestita al piano terra dell’edificio dal titolo 1989. Dopo le conversazioni di Algeri. Delirio e tregua. Riunisce quadri, video, sculture, ready made, fotografie e documentazioni di vario genere per interpretare il complesso tema delle trattative di pace tra Eta e lo Stato, una lunga pagina di storia della Spagna particolarmente sofferta e difficile da valutare ancora oggi.

Marcel Broodthaers - exhibition view at Museo Reina Sofia, Madrid 2016

Marcel Broodthaers – exhibition view at Museo Reina Sofia, Madrid 2016

MADRID CONTEMPORANEA…
La capitale spagnola ha un’offerta culturale notoriamente ricca e di qualità. Oltre al Prado, con le sue piccole e grandi mostre autunnali, è senza dubbio il Museo Reina Sofia a offrire le proposte più stimolanti. È il caso della monografica dell’artista belga Marcel Broodthaers, la più completa mai allestita fino a oggi. Raccoglie 300 opere che narrano il percorso tutt’altro che lineare di un fenomeno forse unico nel mondo dell’arte contemporanea. Un artista che, partendo dalla poesia, e attraverso la fotografia e il cinema, giunge alle arti visive intese come momento critico, come esame cioè del ruolo dell’arte nella società. Sensazionale per allestimento e rigore scientifico, la retrospettiva di Broodthaers si può intendere come una mostra di mostre, perché offre una lettura delle diverse presentazioni che l’artista fece soprattutto negli Anni Sessanta e Settanta.
Nello stesso museo di Atocha è da vedere anche Finzioni e territori, dall’eloquente sottotitolo Arte per pensare la nuova ragione del mondo. Si tratta di una selezione dei fondi più recenti del museo, una maniera intelligente di avvicinare il pubblico al complesso linguaggio dell’arte contemporanea attraverso l’analisi delle ultime acquisizioni di uno dei musei più importanti d’Europa. In mostra opere di una cinquantina di artisti, spagnoli e non, create tra gli Anni Novanta e oggi, che innescano profonde riflessioni sugli aspetti storici e sociali del nostro tempo, dal lavoro alla globalizzazione, dalla crisi economica alla diversità. Tantissime le installazioni interessanti, da Harun Farocki a Dora García, da Ibon Aramberri a Joao María Gusmao & Pedro Paiva.

Ingrid Bergman sul set de La visita, 1964 - Bulgari y Roma, Museo Thyssen-Bornemistza, Madrid 2016

Ingrid Bergman sul set de La visita, 1964 – Bulgari y Roma, Museo Thyssen-Bornemistza, Madrid 2016

… E NON SOLO
Da sempre più fruibile per il grande pubblico è invece il programma espositivo del Museo Thyssen-Bornemistza. Renoir Intimo è la prima grande monografica dedicata al pittore francese in Spagna: 78 capolavori provenienti da tutto il mondo, spiegano come Renoir traesse ispirazione dall’esperienza tattile (dai volumi, dai materiali, dalle forme) per tradurre in pittura sentimenti intimi come l’amicizia, il senso della famiglia o l’erotismo.
In contemporanea al Thyssen c’è Bulgari e Roma, che svela come architettura e arte della Roma antica abbiano influito sulle collezioni di gioielli di una delle più rinomate case orafe italiane. In mostra, 150 pezzi per lo più della Collezione Heritage di Bulgari, alcuni appartenuti anche a Elizabeth Taylor e Anna Magnani, e altri appartenenti a collezioni private, tra le quali quella della Baronessa von Thyssen, dialogano con opere pittoriche, grafiche e fotografiche che ritraggono la Roma antica ( tra cui Canaletto, Van Wittel e Ippolito Caffi).
Lungi dall’esaustività, concludiamo il nostro breve percorso museale a Madrid con una visita alla Fondazione Mapfre, nel centralissimo Paseo de Recoletos, dove protagonisti sono i Fauves, corrente pittorica sorta in Francia intorno alla figura di Matisse nei primi anni del Novecento, per certi aspetti poco nota ma di grande influenza sullo sviluppo delle arti visive del XX secolo. Con prestiti dalla Tate di Londra e dal Centre Pompidou, ma anche grazie a una sorprendente presenza di pezzi da collezioni private, la mostra celebra l’espressività di André Derain, Matisse, Maurice de Vlaminck e più tardi anche di Georges Braque, che difesero a oltranza la forza dei colori più accesi, intensi, impiegati con assoluta libertà rispetto ai canoni del descrittivismo accademico.
La stessa Fondazione Mapfre, infine, ha inaugurato da pochi giorni un nuovo spazio permanente nell’edificio del Paseo de Recoleto 23 dedicato a Joan Miró. Si tratta di una raccolta di 65 opere, provenienti da diverse collezioni private, cedute in deposito alla compagnia assicurativa spagnola per creare uno spazio di riferimento utile allo studio dell’opera dell’artista catalano a Madrid. Di Miró si possono ammirare opere dell’ultima decade (1973-83), periodo della sua produzione meno noto ma nel quale l’artista reinventó molti dei temi che lo interessarono durante tutta la sua vita. Insieme a Miró, anche quattro sculture e un olio dell’amico Calder.

Esteban Murillo, Autoritratto - The Frick’s Collection

Esteban Murillo, Autoritratto – The Frick’s Collection

SIVIGLIA, MURILLO E VELÁZQUEZ A CONFRONTO
Ultima tappa del nostro breve viaggio natalizio in Spagna è la capitale dell’Andalusia, dove si celebra, con una piccola ma raffinatissima mostra, l’anniversario della nascita di Esteban Murillo (1617-1682) pittore barocco spagnolo, noto per la copiosa produzione di Annunciazioni e di Immacolate Concezioni.
Sede dell’esposizione – la prima delle commemorazioni del pittore sivigliano in anticipo sul 2017 – è il bellissimo Hospital de los Venerables, uno dei monumenti più visitati nel centro antico di Siviglia, da 25 anni sede della Fondazione Focus, ente organizzatore dell’evento, con il contributo del Museo del Prado. La mostra, curata da Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery (e già direttore aggiunto del Prado), raccoglie 19 opere di Velázquez e di Murillo, artisti entrambi formatisi a Siviglia a una generazione di distanza e, malgrado non ci sia traccia documentata di un loro legame diretto, entrambi cresciuti nel medesimo circolo sociale e religioso della città. Interessante perciò il confronto ravvicinato fra alcune straordinarie opere di due grandi campioni dell’immagino pittorico del XVII secolo, per riflettere sulla relazione ideale, più che reale, che mantennero fra loro.

Federica Lonati

Barcellona
MACBA
Plaça dels Algels 1
www.macba.es
MUSEU PICASSO
Calle de Montcada
www.museupicasso.bcn.cat
MUSEU NACIONAL D’ARTE DE CATALUNYA
Parc de Montjuic
www.museunacional.cat
FUNDACIÓ MIRÓ
Parc de Montjuic
www.fmirobcn.org
FUNDACIÓ TÀPIES
Carrer d’Aragó 255
www.fundaciotapies.org

Madrid
MUSEO REINA SOFIA
calle Santa Isabel 52
www.museoreinasofia.es
MUSEO THYSSEN-BORNEMISZA
Paseo del Prado 8
www.museothyssen.org
FUNDACIÓN MAPFRE
Paseo de Recoletos 23
www.fundacionmapfre.org

Siviglia
HOSPITAL DE LOS VENERABLES
Plaza Venerables 8
www.velazquezmurillosevilla.com

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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