L’ultimo Frank Zappa al Festival di Stresa. Intervista al direttore d’orchestra Kristjan Järvi

A 25 anni dalla morte, per la prima volta si esegue in Italia dal vivo The Yellow Shark, l’ultimo e forse più ambizioso progetto musicale di Frank Zappa. In occasione del debutto a Verbania (il 24 luglio) con l’Accademia della Scala, a cui seguiranno altre date a Roma, Reggio Emilia e Milano tra settembre e ottobre, ne abbiamo parlato col suo direttore d’orchestra Kristjan Järvi.

Eclettico, caustico e trasgressivo. Frank Zappa (1940-1993), il genio dell’assolo alla chitarra elettrica, amava scioccare i suoi fan con inedite provocazioni musicali, contaminando i generi e sperimentando soluzioni acustiche uniche. Negli anni più maturi, lavorò anche con organici classici, collaborando soprattutto con la London Symphony. Tra le sue passioni, c’erano compositori come Igor Stravinsky, Edgar Varèse e Pierre Boulez, tutti straordinari sperimentatori di nuovi linguaggi musicali. Boulez stesso considerava Zappa “un musicista eccezionale, perché apparteneva a due mondi: quello della musica pop e quello della musica classica”.

IL TESTAMENTO ECLETTICO DI ZAPPA

The Yellow Shark è l’ultimo capolavoro, e forse il massimo compendio dell’intero repertorio di Frank Zappa. Commissionato dal Festival di Francoforte nel 1991, l’album fu registrato dal vivo nel 1993 nell’esecuzione dell’Ensemble Modern, gruppo tedesco specializzato in musica d’avanguardia, e pubblicato dall’etichetta indipendente Rykodisc. Malgrado la malattia, Zappa seguì personalmente la stesura della partitura e tutte le prove del concerto, ma diresse soltanto alcuni numeri dal vivo, lasciando il resto delle performance alla direzione di Peter Rundel. L’album è composto da 19 brani, tutti di notevole complessità esecutiva: alcuni sono lavori preesistenti riarrangiati, altri pezzi nuovi scritti espressamente per l’organico dell’Ensemble Modern. Nella partitura convivono, in un mix inusuale, ritmi di electric funky, echi delle melodie rock, ma anche jazz, rhythm and blues, steady groove e dissonanti melodie da avanguardia accademica.

Concerto Ensemble Accademia ph. Silvia Amoroso

Concerto Ensemble Accademia ph. Silvia Amoroso

A VERBANIA L’ULTIMO ZAPPA PER LA PRIMA VOLTA DAL VIVO

The Yellow Shark viene eseguito per la prima volta dal vivo in Italia, in forma integrale, martedì 24 luglio al Teatro Maggiore di Verbania, all’interno del cartellone jazz-contemporaneo del Festival di Stresa. Si tratta di un progetto realizzato in collaborazione con l’Ensemble Giorgio Bernasconi dell’Accademia della Scala, che offre l’opportunità ai partecipanti al corso per professori d’orchestra di approfondire una delle partiture più interessanti e complesse del Novecento. L’ensemble è diretto per l’occasione da Kristjan Järvi, fra i musicisti più innovatori della scena internazionale. Figlio e fratello d’arte (il padre è il direttore Neeme Järvi), Kristjan è un talentuoso musicista di origini estoni, attivo negli Stati Uniti, che da anni spazia oltre il repertorio classico romantico per affrontare la musica contemporanea d’avanguardia e i territori inesplorati del crossover.

Come nasce la sua passione per Frank Zappa?
Quando ero ragazzo, negli States, Zappa era una grande rock star, forse la più interessante di un’intera generazione di musicisti. Mi attraeva soprattutto per il suo approccio diverso al rock, il suo mix di melodico e di contemporaneità, con influenze anche di compositori moderni come Edgar Varèse. In generale, amo Zappa per l’altissima qualità della sua musica, qualunque essa sia; ma è senza dubbio il repertorio non vocale, strumentale, come The Yellow Shark, che mi è apparso da subito il più geniale in termini assoluti.

Cosa rappresenta oggi The Yellow Shark? Perché viene raramente eseguito in concerto dal vivo?
Malgrado ci siano oggi ancora tanti fan di Frank Zappa, soprattutto in Germania, la sua musica non è più così popolare e conosciuta tra le nuove generazioni. Nell’epoca degli specialisti, molti direttori d’orchestra non osano affrontare una partitura che considerano troppo complessa da eseguire, perché legata al background rock di Zappa. The Yellow Shark è un album inclassificabile: un genere ibrido, a metà strada tra la musica commerciale e la musica colta. Rappresenta però una straordinaria opportunità per avvicinarsi al repertorio di Frank Zappa e per riscoprire anche i suoi più bei pezzi rock e pop. Si tratta di musica non difficile, ma intellettuale e di alta qualità.

Kristjan Järvi ©Sunbeam ProductionsPeter Adamik

Kristjan Järvi ©Sunbeam ProductionsPeter Adamik

Che cos’è il synclavier e che ruolo svolge nell’album?
Il synclavier è un sintetizzatore programmabile in voga negli Anni Settanta e Ottanta che Zappa utilizzò per scrivere molta musica, tra cui anche The Yellow Shark. Una specie di Apple Computer ante litteram, una vecchia macchina per creare suoni che purtroppo oggi nessuno sa più maneggiare. La musica di The Yellow Shark fu poi trascritta in partitura per i musicisti dell’Ensemble Modern, ma nonostante ciò in alcuni punti resta difficile da interpretare. 

Quale dei 19 pezzi che compongono l’album è più difficile da eseguire? E quale più difficile da capire, da ascoltare?
Paradossalmente i più difficili da ascoltare sono anche i più facili da eseguire e ciò che risulta più facile all’ascolto è più complesso nell’esecuzione. Come nel caso di Mozart e Sciostakovic.

Com’è stata l’esperienza con gli allievi dell’Accademia della Scala? Quanti strumenti avete impiegato?
Sto lavorando con un gruppo veramente fantastico. Sono giovani strumentisti che, in molti casi, non conoscono il repertorio di Frank Zappa, ma affrontano la partitura con entusiasmo, determinazione e senza preconcetti. Ho trovato il livello degli allievi dell’Accademia della Scala straordinariamente alto, al di sopra di molte orchestre note e con traiettoria internazionale. In scena ci sono 25 elementi, ma abbiamo scelto di amplificare il suono per bilanciare gli strumenti tradizionali dell’orchestra con la chitarra elettrica.

ZAPPA IN TOURNÉE PER L’ITALIA

L’anniversario della scomparsa del grande musicista nordamericano offre dunque la rara occasione di ascoltare dal vivo, e in maniera integrale, questa visionaria partitura. Dopo il debutto  estivo al Festival di Stresa, l’ensemble dell’Accademia della Scala replica il concerto in ottobre a Milano (Piccolo Teatro, 6-7) all’Auditorio Parco della Musica di Roma (10 ottobre) e al Teatro Valli di Reggio Emilia (12 ottobre). Sul podio, in tutte e quattro le date, ci sarà Peter Rundel. Da segnalare, infine, che anche la Biennale Musica 2018 rende omaggio quest’anno a Frank eseguendo The Yellow Shark, il 28 settembre al Teatro Goldoni con l’Ensemble PMCE (Parco della Musica Contemporanea), diretto da Tonino Battista.

– Federica Lonati

Frank Zappa, The Yellow Shark.
Con l’Ensemble Giorgio Bernasconi dell’Accademia della Scala, diretto da Kristjan Jarvi. Martedì 24, ore 20, Teatro Maggiore,
Verbania.
www.stresafestival.eu

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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