È tempo di musica alla Fondazione Prada. A Milano, un programma di suoni sperimentali stile P.S.1

La Fondazione Prada di Milano apre i suoi spazi esterni alla musica con una serie di appuntamenti, curati dal dj e collezionista britannico Craig Richards e dedicati alla sperimentazione: dall’elettronica all’afro-beat…

Con l’apertura, lo scorso 19 aprile, della Torre progettata da Rem Koolhaas, la Fondazione Prada di Milano ha completato l’intervento di trasformazione dell’ex architettura industriale che la ospita. Ora, l’obiettivo prefissato è quello di ampliare i contenuti della sua programmazione. In occasione dell’inaugurazione si è svolto il primo appuntamento del programma musicale in tre atti, I Want to Like You But I Find It Difficult, con Craig Richards e Ricardo Villalobos, negli spazi esterni della Fondazione. Non un unicum, ma un nuovo terreno da esplorare che espande ulteriormente il campo d’azione della Fondazione, includendo la ricerca e la sperimentazione musicale all’interno della sua offerta culturale così da creare assonanze inedite tra le discipline. Qualcosa che all’estero avviene già da tempo, se pensiamo a luoghi istituzionali come il PS1.

IL FESTIVAL

La costola del MoMA ospita, infatti, ogni estate il festival di suoni sperimentali Warm Up, che festeggia quest’anno la ventunesima edizione con un calendario di oltre 75 artisti che si alterneranno a partire dal 30 giugno. Anche I Want to Like You But I Find It Difficult alla Fondazione Pradaesplorerà una pluralità di generi e linguaggi, dalla musica elettronica all’ethno-jazz, dalla minimal all’afrobeat, ospitando in due date – venerdì 8 giugno e venerdì 28 settembre, dalle ore 19 a mezzanotte – artisti internazionali come Tony Allen, Mulatu Astatke, E/Tape, Burnt Friedman, Nicolas Lutz, Monolake Live Surround, Joy Orbison, Craig Richards e Midori Takada. “L’idea sulla quale si basa il mio progetto curatoriale”, spiega il curatore Craig Richards,“è che questo linguaggio possa essere stimolante, provocatorio e perfino scomodo. Da collezionista e appassionato di musica, questo concetto mi ha sempre affascinato. Il mio ruolo di curatore è di presentare le mie scoperte in questo campo, sia passate che attuali, in una sequenza che porti ispirazione, divertimento, mistero e un potenziale disturbo. L’attrito tra le differenti proposte rende possibile questa visione. Il mio obiettivo principale è riconoscere un filo conduttore che percorre la musica e in qualche modo la unifica. Sostengo l’idea che ‘apprezzare’ la musica non sia sempre facile, ma che il tentativo di conoscerla in profondità possa generare un grande piacere”.

  Claudia Giraud

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

Scopri di più