Musica. Elli Records, l’etichetta super-artista

L’etichetta francese Elli Records supera il concetto di genere musicale e punta sull’interazione fra uomo e macchina. Senza dimenticare il fascino dei “vecchi” supporti.

Tempi, modi, formati: questioni da cui non si può prescindere per una riflessione su quanto sia cambiata la diffusione della musica negli ultimi anni. Ora la si ascolta sulle piattaforme di streaming, dove non esistono i generi e si salta da un brano all’altro con un click. La nuova sfida discografica sta nel saper intercettare tutto questo e dargli una forma visiva adeguata, in una dinamica di sinergia reciproca. Proprio come ha fatto Elli Records, etichetta francese attiva da due anni, ma solo recentemente sulla via di un’azione più strutturata, che trascende il concetto di genere musicale per dirigersi verso l’interazione uomo-macchina e le sue implicazioni: musica elettroacustica, concreta, di ricerca, sperimentale, ma anche pop, song, metal, fino alla granulazione del suono e alla drone music.
Fondata da Alessio Santini ed Emanuele Battisti, compositori italiani da molti anni residenti in Francia, “Elli Records nasce con l’intento di rinvigorire un’idea di discografia che ci pareva ‘stanca’”. In che modo? “Accostando a una serie di pubblicazioni ‘standard’ (CD, vinili) altri formati, da rilasciare con tempistiche diverse, in modo più dinamico e in formato liquido. La musica è performance, ed è dunque interessante per noi poter proporre all’ascoltatore che apprezza un musicista, più lavori di quest’ultimo, tra una pubblicazione normale e un’altra più articolata: versioni live, collaborazioni ecc.”.

Uno dei simboli di identificazione delle pubblicazioni della Elli Records

Uno dei simboli di identificazione delle pubblicazioni della Elli Records

DALLA APP ALLA PERFORMANCE

Come la release digitale che lancerà una nuova serie, o “collana”, inaugurata da Tom Hall, compositore australiano attento all’elemento visivo: assieme ai brani l’acquirente scaricherà anche un’applicazione che riproduce la musica in modo sempre diverso, generando un filmato, sottoposto a variabili. Un’app simile a quella di Brian Eno per il suo ultimo disco, ma concettualmente diversa: non un ambiente musicale di sottofondo, ma un metodo di riproduzione con una valenza di performance.
Anche il design dell’etichetta – curato dallo Studio Papernoise di Bolzano di Hannes Pasqualini – non è da meno, per l’uso ermetico di simboli che ne identificano il contenuto: in linea con l’intenzione di far apparire Elli Records come un super-artista, “una super-personalità composita, in comunione con quella di ogni musicista con cui firmeremo”.

Claudia Giraud

https://elli.media

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #36

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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