Sperimentazione e novità al Filmmaker Festival di Milano, regno del cinema indipendente

Compie 27 anni la manifestazione milanese nata nel 1980 che racconta il cinema indipendente. Tra le novità dell’edizione 2017, dal 1 al 10 dicembre, la rassegna dedicata ad Alberto Grifi, con le pellicole restaurate.

Dal 1980 Filmmaker Festival è un punto di riferimento imprescindibile per cinefili e amanti del cinema documentario e sperimentale. Un festival indipendente che ha presentato con grande anticipo a Milano autori affermatesi negli anni successivi come Frederick Wiseman, Rithy Panh, Eyal Sivan, Errol Morris. La Casa del Pane – Casello Ovest di Porta Venezia, a Milano – è la nuova location del Festival, che si svolge dall’1 al 10 dicembre. Qui è ospitata Prospettiva Grifi, la rassegna e la videoinstallazione che raccoglie materiali inediti e da poco restaurati di Alberto Grifi. “Nel decennale della scomparsa” afferma il direttore Luca Mosso “abbiamo cercato di individuare le relazioni esistenti tra i suoi lavori e le opere di giovani autori che abbiamo selezionato per il Festival”. La sua intensità e il suo approccio esistenziale si ritrova infatti in diversi film presenti nel Concorso internazionale come in El mar la mar, girato dall’artista canadese Joshua Bonnetta e dall’antropologo e regista J.P. Sniadecki, nel deserto di Sonora, attraversato ogni anno migliaia di clandestini per raggiungere gli Stati Uniti. Un poema etnografico che narra, senza mai mostrarle, esistenze alla deriva. Altrettanto puntuale nel mostrare i cambiamenti in atto nel mediascape è Dragonfly Eyes, realizzato con immagini provenienti da videocamere di sorveglianza dall’artista multimediale Xu Bing, che ha esposto alla 45esima, 51esima e 56esima Biennale di Venezia.

FUORI FORMATO

La sezione Fuori Formato è dedicata a Siegfried A. Fruhauf (classe 1976), regista sperimentale che si interroga sulla struttura linguistica del found footage film, in grado di trasformare “lo schermo in un sismografo mediale, in una stratificazione complessa e movimentata che si dissolve in processi trasformativi”, come scrive Tommaso Isabella nel testo in catalogo. Ancora identità in divenire nel lungometraggio Rudzienko di Sharon Lockhart, girato nel centro nel centro di reinserimento sociale giovanile di Rudzienko, nei pressi di Varsavia. Le protagoniste del film sono le ragazze residenti nel centro di socioterapia con la quale la Lockhart ha realizzato diversi workshop. La documentazione di tale esperienza era stata in parte presentata anche su supporto fotografico al padiglione Polacco dell’ultima edizione della Biennale di Venezia. Prologo ed ecfrasi su Alberto Camerini di Riccardo Giacconi compone, attraverso filmati d’archivio, la storia del cantautore, soprannominato l’Arlecchino elettronico italiano. I Six Portraits XL di Alain Cavalier, tra i grandi maestri del cinema indipendente francese, presentano i ritratti di sei individui, girati prima in formato breve per il canale televisivo Arte, e poi con un format di un’ora, per comporre quello che lui chiama il «bric-à-brac della vita».

– Lorenza Pignatti

www.filmmakerfest.com

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