NYsferatu dell’artista Andrea Mastrovito arriva da New York alla Festa del Cinema di Roma

Il progetto di Andrea Mastrovito approda alla Festa del Cinema di Roma e sfila sul red carpet. Immagini e riflessioni su un progetto di artista che racconta il nostro secolo.

Nel 1922 il capolavoro dell’Espressionismo Tedesco Nosferatu – Eine Symphonie des Grauens di Fredrich Wilhelm Murnau terrorizzò le platee della Repubblica di Weimar e raccolse all’unanimità l’approvazione della critica. Il sinistro potere evocativo della pellicola, oltre alle varie vicende che la circondarono, non solo raccolse in sé tutte le paure della società dell’epoca ma divenne un vero e proprio caposaldo per le future generazioni di registi. Oggi questa iconica figura perturbante assume nuove vesti nel riadattamento animato di Andrea Mastrovito, NYsferatu – Symphony of a Century, presentato alla Festa del Cinema di Roma come Evento Speciale. Opera prima di Mastrovito, NYsferatu, anche esso muto, riprende fedelmente, frame by frame, la trama e i personaggi del film del ’22 ma si colloca nella New York dei giorni nostri; il vampiro Orlok infatti, invece che dai Carpazi alla Germania, si sposta da Aleppo alla Grande Mela, portando con sé morte e terrore, ai danni dell’agente immobiliare Hutter e sua moglie Ellen.

NYsferatu, still video

NYsferatu, still video

LA TRAMA DEL PROGETTO DI MASTROVITO

Avvalendosi della collaborazione di numerosi disegnatori, Mastrovito riprende il bianco e nero attraverso una particolare tecnica d’illustrazione manuale, dando vita a figure e location dai contorni indefiniti e tremolanti, replicando la riproduzione delle pellicole mute. D’altra parte, i dialoghi dei personaggi vengono adattati a un linguaggio contemporaneo, vengono aggiunte nuove didascalie e nuove scene e New York e Aleppo sono collocate a distanza ravvicinata l’una dall’altra. Tutti questi elementi contribuiscono a comunicare un particolare effetto di straniamento nello spettatore, che si trova al cospetto di una metropoli riconoscibilissima con tutti i suoi simboli, dalla Statua della Libertà al Toro di Wall Street, ma misteriosamente vuota, silenziosa e spettrale; qui il Conte Orlok si aggira proiettando la sua ombra minacciosa e portando con sé, inevitabilmente, la scia di morte del suo paese distrutto dalla guerra, la Siria. Ma Orlok parla in una lingua diversa ad ogni inquadratura (spagnolo, giapponese, arabo e così via) e sceglie di stabilirsi ad Ellis Island, lo storico punto di approdo per i migranti che all’inizio del secolo scorso giungevano in America. Dunque il vampiro, il “diverso”, invade il paese-emblema del mondo occidentale per impadronirsene o forse per trovare il suo nuovo habitat, una chiara duplice metafora della minaccia terroristica ma anche del fenomeno dell’immigrazione. Il tutto viene enfatizzato dalla figura di Hutter, nient’altro che l’americano medio megalomane e ignorante che si trova al cospetto di una Siria messa in ginocchio dai conflitti e ridotta a un cumulo di macerie.

NYsferatu, still video

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UNA RILETTURA DEL NOSTRO SECOLO

Con l’indovinato accompagnamento musicale di Simone Giuliani, molteplici spunti di riflessione vengono filtrati attraverso la mano e l’occhio lucido di Mastrovito, bergamasco residente ormai da anni a New York, che compie una vera e propria rilettura delle paure del nostro secolo, confezionandone per l’appunto una “sinfonia”. Sfruttando sapientemente un capolavoro cinematografico di quasi cento anni, il regista trova ispirazione e terreno fertile per aprire una serie di discorsi quanto mai attuali e di cui l’America ne rappresenta naturalmente il nucleo centrale, il simbolo delle contraddizioni dell’Occidente. Nonostante il cinema sia ormai saturo di vampiri di ogni forma e provenienza, l’immortale Nosferatu incarna dunque le ansie di quest’epoca densa di ambiguità, una figura che come nessun’altra continua a terrorizzare e affascinare.

– Denise Penna

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Redazione

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