Ave Cesare, il trittico di Lucamaleonte a Testaccio di Roma per The War: Il pianeta delle scimmie

Quando il cinema chiama l’arte ed incontra la street art. Un grande murales sulla facciata del Mercato del Testaccio a Roma celebra il Pianeta delle Scimmie, giunto al suo terzo episodio. L’opera è un omaggio di Lucamaleonte, uno dei più conosciuti street artist italiani, alla celebre saga di Matt Reeves.

In occasione dell’uscita di The War – Il Pianeta delle Scimmie, dal 13 luglio al cinema con 20th Century Fox Italia, in collaborazione con il Mercato di Testaccio, Honiro Label e NuFactory hanno organizzato un Open Day dedicato al terzo capitolo dell’acclamata saga. L’artista Lucamaleonte (Roma,1983) uno dei più influenti artisti contemporanei nel panorama della street art, riconosciuto a livello internazionale per le sue opere che si ispirano alla natura e l’arte antica, ha inaugurato l’opera “Ave Cesare”, dedicata al personaggio di Cesare, protagonista della saga Il Pianeta delle Scimmie. Un trittico che unisce tre ritratti e disegnati e poi scannerizzati. Tre immagini che si uniscono in una sola e danno forma a un volto, un personaggio, da una duplice sfaccettatura. Abbiamo incontrato Lucamaleonte e ci siamo fatti raccontare un po’ del suo progetto.

Come nasce quest’opera a tre volti e cosa rappresenta?
Fox voleva realizzare un’opera non prettamente cinematografica per promuovere l’uscita del film The War: Il pianeta delle scimmie e che contemporaneamente fosse a livello artistico un richiamo interessante. Tutta la saga – questo è il terzo capitolo – è legata al tema dei contrasti. Contrasti tra la natura, tra specie diverse, tra razze diverse. Alla base c’è la differenza tra gli uni e gli altri e la paura dell’ignoto.

Descrivici questo trittico dal titolo “Ave Cesare”.
Sono due immagini: Cesare l’imperatore romano e Cesare il protagonista del film. La terza immagine, quella centrale, è l’unione di questi due volti così diversi, ma al tempo stesso così uguali. Guardano infatti nella stesa direzione e hanno la stessa espressione. Quello che volevo risaltasse subito è un pensiero preciso: noi e il nostro “nemico” abbiamo più punti di contatto e unione di quelli che possiamo immaginare.

I due Cesare sono eroi o no?
Racchiudono la problematicità di essere un condottiero, un leader. Sono eroi e antieroi. Per cento persone che considerano i due Cesare – singolarmente – eroi, altri cento li considerano il loro opposto, un cattivo da sconfiggere. D’altronde, è difficile prendere le parti di un “esercito” e da quale lato schierarsi. Per fortuna qui si tratta di un film… altrimenti, passiamo la vita a schierarci e prendere posizioni, in questo caso possiamo evitare!

Quale è la regola principale del tuo lavoro per strada?
Cerco di darmi una regola: non lavorare più di tre o quattro giorni su uno stesso muro, per dare un aspetto anche fresco al mio lavoro. A volte ci si concentra sui dettagli e si perde la visione dell’insieme che poi è in realtà quella dimensione che ti fa apprezzare di più un’opera passando di strada. È la visione d’insieme è quella che ti spinge a fermarti! Il dettaglio ti fa restare. Per  quanto mi riguarda il livello di attenzione che metto nel lavoro per strada è proprio la velocità.

In Il pianeta delle scimmie Cesare è l’eroe del suo popolo. Quale è il tuo eroe artistico?
Paolo Uccello. È in assoluto colui che ha segnato di più la mia formazione artistica. È un artista che rispetto a tanti suoi contemporanei non è stato molto considerato. È presente e citato nei libri di storia dell’arte in maniera approfondita, però altri sono i nomi che si conoscono maggiormente a livello culturale nazionale dell’arte pre e post Rinascimentale. Eppure io per Paolo Uccello provo grande ammirazione da sempre. Già da piccolo impazzivo per lui e per il suo lavoro. Lui e Bosch! Bosch è più noto, meno “sfigato” di Paolo Uccello. Uccello è diventato pazzo studiando la prospettiva e purtroppo è ricordato meno di tanti altri che sono stati meno innovatori rispetto a lui.

Margherita Bordino

Lucamaleonte. Ave Cesare,
Mercato di Testaccio Roma

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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