Gillo Pontecorvo. Un artista incredibile ma vero

Nella Capitale, una grande mostra celebra il ricordo del regista e attore che ha contribuito a scrivere la storia del cinema novecentesco. Fra utopie e battaglie.

Spesso colpisce scoprire quanto siano “normali” certi personaggi, quelli che hanno lasciato opere indispensabili per leggere meglio la storia di tutti e anche la nostra. Colpisce di più l’evidente vissuto quotidiano regolare rispetto a quello irregolare, genio e regolatezza se si può dire: la dimostrazione che la creatività non avviene solo con la perdita del controllo e che certi livelli si possano raggiungere anche mentre si conduce una vita famigliare e si curano le piante di un terrazzo domestico.
Una caratteristica molto italiana dove arte e artigianato camminano insieme, dove il saper fare è frutto di esperienza e di capacità, qualità che incanta il resto del mondo. Ci stupiamo di scoprire che certi autori, in grado di generare capolavori, conducano una vita dove, oltre all’arte, l’interesse sia anche per problematiche politiche e sociali.
La mostra su Gillo Pontecorvo (Pisa, 1919 – Roma, 2016), curata da Claudio Libero Pisano, è uno degli esempi più forti di questo fenomeno, sapientemente accentuato nella scelta allestitiva: un percorso visivo che sembra un album privato e che regala l’opportunità di guardare tante fotografie, molte finora sconosciute, ed entrare nella documentazione del ricordo di una vita.

UN RACCONTO PER IMMAGINI

Un evento voluto, a dieci anni dalla scomparsa di uno dei grandi protagonisti del cinema e della cultura del nostro Paese, da MiBACT insieme ad ABC di Regione Lazio, all’Istituto Luce e all’Associazione Gillo Pontecorvo, in collaborazione con Casa del Cinema, con il Centro Sperimentale di Cinematografia e con il Museo Nazionale del Cinema.
Un racconto fatto di immagini attaccate a una fascia come quella che i francesi chiamano frise du temps: un percorso cronologico sulle mura delle sale del Teatro dei Dioscuri al Quirinale di Roma, fatto di appunti del curatore e dello stesso Pontecorvo. Un lavoro realizzato insieme, grazie alla co-curatela del figlio dell’artista, Simone Pontecorvo, in una collaborazione ideale per mettere in luce i momenti più significativi della vita del padre che, non a caso, sono anche quelli della storia del Novecento.
Le immagini di un ragazzo pisano che scappa dalle leggi razziali in Francia, dove si mantiene a Saint-Tropez con la pesca subacquea e dando lezioni di tennis, di esule a Parigi, dove frequenta Pablo Picasso, Jean-Paul Sartre e Igor Stravinsky. Le immagini di quando, tornato in Italia, diventa partigiano con il nome di Barnaba e la vita politica di dirigente nel partito comunista. Eventi collaterali importanti, intorno alla passione che lo ha portato alla fama di uno dei più amati e rispettati registi della storia del cinema, pur avendo portato a termine solo pochi film.

Marlon Brando e Gillo Pontecorvo sul set di Queimanda, 1968

Marlon Brando e Gillo Pontecorvo sul set di Queimanda, 1968

UN MAESTRO DEL CINEMA

La mostra racconta anche le pellicole non ultimate, oltre che con bellissimi frammenti anche con video e registrazioni sonore che testimoniano con quanta cura Pontecorvo li avesse predisposti, per poi decidere anche di non farli, come il progetto con Marlon Brando, con il quale aveva girato Queimada, sugli Indiani d’America.
Progetti pensati sempre insieme a Franco Solinas, l’amico con cui condivideva la passione e la curiosità di conoscere fino in fondo e raccontare, una passione che spesso si consumava nella sola preparazione.
La Battaglia di Algeri, Ogro, Kapò, Queimada sono titoli di film fondamentali, veri e propri punti di riferimento: come disse Steven Spielberg quando Pontecorvo, allora direttore del Festival di Venezia, gli consegnò il Leone d’Oro alla carriera: “Sono film che tutti i registi avrebbero voluto fare come lui”.
Una mostra necessaria per completare la conoscenza della nostra forza creativa, capace di raggiungere livelli immortali e internazionali. Uno studio per celebrare la giusta importanza della ricerca e dell’approfondimento.

Clara Tosi Pamphili

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Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili si laurea in Architettura a Roma nel 1987 con Giorgio Muratore con una tesi in Storia delle Arti Industriali. Storica della moda e del costume, ha curato mostre italiane e internazionali, cataloghi e pubblicazioni. Ideatrice e curatrice…

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