Paura e desiderio. L’altro cinema nordico

I Boreali, primo festival italiano interamente dedicato alla cultura del Nord Europa, fondato e promosso dalla casa editrice Iperborea, dal 20 al 23 aprile presenta al Teatro Franco Parenti di Milano un programma di incontri letterari, concerti, reading, “Translation Slam”, performance gastronomiche, story show e screening cinematografici. “Paura e desiderio. L'altro cinema nordico” raccoglie una selezione di opere video di artiste scandinave di diverse generazioni, mai presentate in Italia. Abbiamo chiesto alla curatrice Lorenza Pignatti di raccontarci l’appuntamento di giovedì 21 aprile.

MOSAICO SCANDINAVO
La Scandinavia vista dall’Italia sembra un territorio indistinto, popolato da individui dall’aspetto curato, colti e riservati, che diventano disinibiti e/o aggressivi quando esagerano con l’alcool. Invece le differenze tra norvegesi, finlandesi, danesi, svedesi e islandesi sono molteplici, così come i contesti socio-culturali.
Per il film program Paura e desiderio. L’altro cinema nordico ho selezionato artiste provenienti da Islanda, Norvegia e Svezia che utilizzano anche, e non solo, il medium cinematografico per realizzare opere riguardanti aspetti significativi dei diversi Paesi, opere non necessariamente legate a questioni di genere o al femminismo, visto che a quelle latitudini la parità tra i sessi e l’emancipazione femminile sono un dato di fatto.

PRESENZE ISLANDESI
Dell’Islanda mi ha affascinato la collaborazione tra la scena artistica e quella musicale. L’artista e regista Ragnheidur Gestsdottir ha seguito Björk nella registrazione dell’album Medúlla e durante il making del video Triumph of a Heart girato da Spike Jones. La stessa dimensione intimista/documentaria è presente nel film As if We Existed in cui ha documentato il lavoro dell’artista e musicista Ragnar Kjartansson, che per sei mesi, nel 2009, ha trasformato il padiglione islandese della Biennale d’Arte di Venezia nel suo atelier per ritrarre ogni giorno l’amico/artista Páll Haukur Björnsson che, in costume da bagno, fuma sigarette e beve birra. Nessun dialogo permette di scoprire la relazione tra l’artista e il modello, l’unica indicazione narrativa sono i notiziari della radio che raccontano la preoccupante situazione dell’economia islandese. Mentre a Reykjavik vi erano proteste e manifestazioni per il crollo economico, Kjartansson, attraverso dipinti, performance e concerti, si perdeva nelle atmosfere decadenti di Venezia e nella seduzione del processo creativo.
Anche Sigga Björg Sigurðardóttir ha collaborato con gruppi musicali islandesi tra cui i Sigur Rós, di cui ha realizzato le animazioni per i video musicali e le illustrazioni per il vinile Kveikur (pubblicato in 1.000 copie). In The Smell e in altri suoi video animati, entità acefale e destrutturate, molto vicine alle iconografie di Berlinde de Bruyckere, sembrano essere spogliate di tutto ciò che secoli di atlanti anatomici sembrano dare per scontato. Ma è proprio in questa messa in discussione dell’identità che si rivela la potenza della vita come David Lynch ha mostrato in alcuni suoi indimenticabili film.

Lene Berg, Stalin by Picasso or Portrait of a Woman with Moustache

Lene Berg, Stalin by Picasso or Portrait of a Woman with Moustache

LA NORVEGIA E IL COMUNISMO
La norvegese Lene Berg presenta ai Boreali The Man in the Background e Stalin by Picasso or Portrait of a Woman with Moustache. Quest’ultimo, realizzato in stop motion, riguarda il “Portrait Scandal” che ha coinvolto due icone del XX secolo, Pablo Picasso e Joseph Stalin, ed è una riflessione sulla libertà del processo artistico e sui modi di utilizzare e interpretare le immagini. Riflessione ancora attuale, visto che nel 2008, 55 anni dopo la censura del Partito Comunista del disegno realizzato da Picasso per la morte di Stalin, lo stesso disegno, presentato come manifesto all’esterno della Cooper Union di New York per promuovere la mostra di Lene Berg, è stato rimosso in seguito al disappunto della comunità ucraina di New York.
The Man in the Background riguarda invece la storia di Michael Josselson, fondatore dei Congress for Cultural Freedom, associazione anticomunista sostenuta segretamente dalla CIA, attiva in più di trenta Paesi tra il 1950 e il 1967 attraverso conferenze, pubblicazioni internazionali e residenze d’artista. In Beware of the holy whore: Edvard Munch, Lene Berg and the Dilemma of Emancipation – contributo ufficiale della Norvegia alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte, la Biennale di Venezia nel 2013 – la Berg aveva presentato il video Ung Løs Gris (Sporco Giovane Cattivo), in cui esplorava la relazione tra l’arte e il contesto sociale nell’epoca in cui visse Munch e in quella contemporanea.

Sigga Björg Sigurðardóttir, The Smell

Sigga Björg Sigurðardóttir, The Smell

FEMMINISMO SVEDESE
Di Gunvor Nelson, pioniera del cinema sperimentale svedese, attiva già negli Anni Sessanta prima in Svezia e poi nella Bay Area statunitense, sarà mostrato il cortometraggio Take Off girato in stop motion nel 1972. La Nelson, nel corso della sua lunga carriera, ha realizzato film sulla memoria, sulla migrazione e sul simbolismo delle forze naturali con una particolare attenzione all’universo femminile. Nei suoi film (presentati in diverse cineteche internazionali oltre che nelle sue retrospettive al MoMA di New York e al Moderna Museet di Stoccolma) istanze femministe si contaminano con il New American Cinema di Stan Brakhage e Bruce Baillie.

Lorenza Pignatti

www.iboreali.it

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