Un portafogli tra i rifiuti. Stephen Daldry e il suo thriller fra i meninos de rua

La realtà è quella dei “meninos de rua” brasiliani e di una polizia brutale e corrotta. Stephen Daldry ci costruisce intorno un thriller ben costruito. Non all’altezza di un Soderbergh o di un Boyle, ma comunque un film che merita di essere visto.

Presentato lo scorso ottobre al Festival Internazionale del Film di Roma, arriva nelle sale Trash, il quinto film dell’apprezzato regista cult Stephen Daldry (Billy Elliot, The Hours, The Reader – A voce alta). Girato tra Brasile e Porto Rico, Trash è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo scritto nel 2010 da Andy Mulligan.
Gardo (Eduardo Luis) e Rato (Gabriel Weinstein) sono due quattordicenni che vivono in una delle tante favela di Rio, e tirano a campare grazie al traffico illecito di rifiuti. Durante un sopralluogo in cerca di qualcosa da rivendere, Rafael trova in una discarica un portafogli con all’interno soldi, numeri, una chiave e un calendario con l’immagine di San Francesco. Poco dopo la polizia, verso cui i due giovani provano ben poca fiducia e simpatia, inizia a battere a tappeto la zona nel tentativo di ritrovare il portafogli. Ben presto il gioco si incattivisce, ma i due adolescenti non cedono e scelgono di non rinunciare a giocare.

Scritto dallo sceneggiatore di Quattro matrimoni e un funerale Richard Curtis e prodotto a livello esecutivo da Fernando Meirelles, regista reso celebre da La città di dio, Trash è un cocktail ben riuscito di concessioni all’estetica brasiliana e action movie in salsa yankee. Aiutato dalla professionalità del direttore della fotografia Adriano Godman e del compositore Antonio Pinto, Daldry racconta la storia in modo teso e avvincente, muovendo, come al suo solito, sulla linea del tempo, decostruita meticolosamente con flashback e flashforward. La sua mdp segue sempre dalla giusta distanza i giovanissimi protagonisti, liberi di dare vita a un continuo dentro/fuori dal quadro che ricorda da vicino l’estetica di certi cartoon (e anche di Billy Elliot).
Se l’opera risulta perfettamente confezionata da un punto di vista formale – tratto tipico di tutti i film di Daldry –, a livello strutturale soffre eccessivamente sia di quel moralismo intrinseco sia di quello sguardo anglosassone sulla realtà che rimandano immediatamente a un film come Traffic di Steven Soderbergh e The Millionaire di Danny Boyle. Nemmeno nelle sue sequenze maggiormente riuscite, infatti, Daldry raggiunge le vette di coinvolgimento narrativo di cui era stato capace il suo conterraneo alle prese con l’India degli slum.

Stephen Daldry – Trash

Stephen Daldry – Trash

In ogni caso, Trash resta un film sopra la media, decisamente godibile, a partire da un casting azzeccatissimo.

Marcello Rossi

Stephen Daldry – Trash
UK – 2014 – 114’ – avventura, thriller
www.universalpictures.com

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Marcello Rossi

Marcello Rossi

Nato a Parma nel 1987, Marcello Rossi è laureato in Lettere e Filosofia all'Alma Mater di Bologna con una tesi sul cinema di HG Clouzot. Collabora con diverse testate online qui parma.repubblica, indie-eye e l'intellettuale dissidente. Crede fermamente che l'arte…

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