Robert Frank e quell’America in attesa. A Milano

Dalla collaborazione con la MEP di Parigi, in mostra al Forma Meravigli di Milano la serie completa de “Gli Americani”, il reportage divenuto leggenda. Robert Frank entra nel cuore sensibile degli Stati Uniti d’America, riscrivendo le regole della fotografia documentaria, dove realtà e poesia si sublimano a vicenda. Per l’occasione, Contrasto ha ristampato in volume l’intero reportage.

IL VERO VOLTO DI UN (FALSO) MITO
L’omaggio più bello glielo ha regalato Jack Kerouac nella prefazione al reportage pubblicato in Francia nel 1958: “Chi non ama queste immagini, non ama la poesia”. È racchiusa qui la cifra stilistica e concettuale del modo in cui Robert Frank (Zurigo, 1924) raccontò gli Stati Uniti d’America fra il 1955 e il 1956.
Da New York e Los Angeles, da Hollywood alle anonime cittadine dell’America profonda, dal Mississippi alle sconfinate pianure centrali, ottantatré scatti per immortalare l’American Dream (e il suo contrario) che, per citare Henry Miller, diventa un sogno ad aria condizionata, oppressivo e sottilmente inquietante.

Robert Frank, Funerale, St. Helena - copyright Robert Frank da Gli americani

Robert Frank, Funerale, St. Helena – copyright Robert Frank da Gli americani

TRA MERAVIGLIA E FATICA
C’è un afoso silenzio che grava su queste fotografie, che si appiccica alla pelle come melassa secca sul fondo di un barile di rum. Da un lato, è quel misto di ammirazione, meraviglia, affetto, empatia e una certa commozione che uno straniero prova di fronte alla vastità americana. Dall’altro lato, questo approccio sincero lascia emergere la fatica quotidiana dell’esistenza, una sofferta compostezza, il peso della morale. Siamo a metà del XX secolo, eppure la modernità non è ancora arrivata. Si respirano ancora gli Anni Trenta di Augie March, con il desiderio un po’ folle di sparpagliarsi sulla strada, in attesa di qualcosa che potrebbe anche non accadere, fra speranza e rassegnazione.
Il jukebox, i supermercati, i drive-in, la televisione sono i simboli del progresso tecnologico, marchiano a fondo un rinnovato benessere materiale, eppure negli sguardi dei vecchi e dei giovani, dei ricchi e dei poveri, dei bianchi e dei neri, sembra di cogliere quell’urlo che Allen Ginsberg libererà pochi anni dopo.

Robert Frank, Comizio politico, Chicago - copyright Robert Frank da Gli americani

Robert Frank, Comizio politico, Chicago – copyright Robert Frank da Gli americani

TRA JAZZ E LETTERATURA
Un’America dolceamara, in sintonia con la visione poetico-letteraria di Kerouac, al punto da essere la traduzione per immagini di Sulla strada, così come di un intero filone di narrativa americana che a fianco dello scrittore di Lowell vede John Fante, Saul Bellow, Henry Miller sino a Philip Roth e Gore Vidal, passando per il teatro di Tennessee Williams. Un reportage persino troppo sincero, che al suo apparire sollevò reazioni contrastanti negli Usa, a conferma però delle sensazioni di Frank.
Nei limiti del possibile, l’allestimento segue la sobrietà editoriale dell’impaginazione del 1958, quando il reportage venne pubblicato per la prima volta in Francia. Una pulizia di linee e colori che, sullo sfondo, lascia trasparire non il rumoroso rock’n’roll, ma il jazz di Johnny O’Neal e Barry Harris.

Niccolò Lucarelli

Milano // fino al 19 febbraio 2017
Robert Frank – Gli Americani
Catalogo Contrasto
FORMA MERAVIGLI
Via Meravigli 5
02 58118067
[email protected]
www.formafoto.it

MORE INFO:
www.artribune.com/dettaglio/evento/57944/robert-frank-gli-americani/

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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