Misteri all’albumina. Robert Rive a Modena

Fondazione Fotografia, Modena – fino all'8 gennaio 2017. Un mistero, un colpo di scena. I fotografi dell'Ottocento possono ancora riservare sorprese, e la vicenda di Robert Rive, nonostante accurate ricerche condotte in occasione della mostra allestita al Foro Boario, lascia ancora ampi margini per nuovi studi e approfondimenti.

Album, fotografie da vendere ai turisti del Grand Tour i quali, allora come oggi, volevano tornare a casa con un ricordo delle più belle città italiane. Un commercio florido nell’Ottocento, che ci ha lasciato grandi quantità di testimonianze, ancora adesso rintracciabili nelle botteghe antiquarie o sui banchetti dei mercatini. Tra i tanti fotografi intenti a ritrarre scorci suggestivi e monumenti del Belpaese, alcuni sono passati alla Storia per la loro produzione raffinata, per tecniche di ripresa perfette e per metodi di stampa all’avanguardia. Robert Rive (Breslavia, 1825 circa – Napoli, 1868) non è tra questi a causa delle scarsissime informazioni che, fino a pochi mesi fa, si avevano su di lui, ma l’esposizione organizzata da Fondazione Fotografia di Modena permette di riscoprire un artista che presenta indubbi elementi d’interesse.

LA SCOPERTA DELLA DATA DI MORTE
Di lui, appunto, si sa pochissimo. Ignota è la data di nascita – la curatrice Chiara Dall’Olio la colloca attorno al 1825 –, non si è mai trovato il suo catalogo – strumento essenziale per un fotografo dell’epoca –, non si sa dove sia finito l’archivio delle lastre fotografiche. Si conosce invece la data di morte, perché il professor Giovanni Fanelli, poche settimane fa e a mostra già inaugurata, ha rivelato di aver recuperato il certificato che ne attesta il decesso nel 1868. Tuttavia questa scoperta apre un altro enigma, dal momento che tra le stampe all’albumina della raccolta Photographies d’Italie – album ora sfascicolato e concesso a Fondazione Fotografia da un collezionista privato –, alcune sono datate addirittura al 1895, ma sempre firmate Robert Rive.

Robert Rive, Torino. Via Po, 1860-1870 ca., Stampa all’albumina, cm 19,5x25

Robert Rive, Torino. Via Po, 1860-1870 ca., Stampa all’albumina, cm 19,5×25

STUDIARE ROBERT RIVE
Robert Rive nasce in Polonia, a quell’epoca facente parte della Prussia, e si trasferisce a Napoli, con il fratello Giulio, nel 1850, probabilmente già con un buon bagaglio di conoscenze sulla fotografia perché, fin dagli scatti più antichi, manifesta un’ottima padronanza della tecnica e dell’inquadratura di quell’arte nata da pochi decenni. Specializzato in vedute delle più importanti città d’Italia, amplia incredibilmente per l’epoca l’inquadratura – sembra usare un grandangolo molto prima che questo fosse inventato –, cerca punti di vista inusuali, spesso rialzati e quasi a volo d’uccello, e costruisce immagini dai profondi piani prospettici, inserendo in primo piano “inutili” elementi naturali. “Sembra quasi un paesaggista urbano. Rive guarda l’ambiente della città come se fosse un paesaggio naturale”, afferma Chiara Dall’Olio. Al di là delle atmosfere romantiche e dei particolari pittoreschi – figure popolari, panni stesi al sole, macchiette caratteristiche – l’indubbia qualità degli album di Robert Rive, o per meglio dire prodotti dal suo studio, nel quale certamente lavorava anche il fratello, ha convinto le più prestigiose collezioni fotografiche internazionali a raccoglierli e a conservarli. E la mostra di Modena, oltre a dare la possibilità di ammirare molte delle 150 stampe inedite, è sicuramente un forte stimolo a proseguire gli studi, magari andando a spulciare negli archivi prussiani per colmare certe lacune e restituire a Robert Rive l’attenzione che merita.

Marta Santacatterina

Modena // fino all’8 gennaio 2017
Robert Rive – Photographie d’Italie
a cura di Chiara Dall’Olio
FONDAZIONE FOTOGRAFIA
Foro Boario – Via Bono da Nonantola 2
059 224418
www.fondazionefotografia.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/55596/robert-rive-photographie-ditalie/

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Marta Santacatterina

Marta Santacatterina

Giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Storia dell'arte, collabora con varie testate dei settori arte e food, ricoprendo anche mansioni di caporedattrice. Scrive per “Artribune” fin dalla prima uscita della rivista, nel 2011. Lavora tanto, troppo, eppure trova sempre…

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