Fabio Mauri e il mondo. A Napoli

Museo Madre, Napoli – fino al 6 marzo 2017. Il museo partenopeo inaugura una retrospettiva a cura di Laura Cherubini e Andrea Viliani su Fabio Mauri, eminente figura della storia dell’arte italiana, scomparso a Roma nel 2009. Una mostra con un taglio del tutto inedito. Si parla di Mauri attraverso “metodo” e “pensiero”, veri protagonisti del percorso.

Una retrospettiva “metonimica”, quella che il Madre di Napoli dedica a Fabio Mauri (Roma, 1926-2009), scegliendo di rappresentare una parte, per dare la visione di un tutto poetico. L’assunto – lo spiega bene Laura Cherubini che ha co-curato, in una mostra “fatta in casa”, l’esposizione con il direttore Andrea Viliani – da cui parte il percorso è una frase dello stesso Mauri: “Fin dall’inizio il mondo mi è sembrato una grande e solo parzialmente decifrata proiezione”. 
Ed è di proiezioni che si parla in tutto il progetto: reali, finzionali, proiezioni storiche che irradiano dal passato per attraversare con un raggio di luce solida il presente, ritornando oggi attualissime.

UN RACCONTO COMPLETO
Figura mai troppo compianta dal mondo dell’arte, Fabio Mauri è stato oggetto di molti omaggi, ma questa mostra lo racconta in modo completo scegliendo una struttura in tre atti.
Al piano terra del museo, inaugurato in maniera sublime dal “cavallo” con Finimenti di pelle ebrea del 1971 o da Il Muro Occidentale o del Pianto, che a Napoli trova peraltro una casa più accogliente rispetto al Padiglione Italia del 2015, si trovano le “azioni”. Non senza alcune sorprese. Tra queste, la più impressionante è Oscuramento – Il Gran Consiglio del 1975, racconto scenico con 29 figure in cera disposte a ferro di cavallo intorno a Benito Mussolini, una sorta di “ultima cena” in cui l’ultima sessione del Gran Consiglio del Fascismo prepara alla caduta del leader. La sala è completata da un programma di performance che si ripetono periodicamente. Tra queste il re-enactment dell’emozionante Europa Bombardata, eseguita dalla stessa Danka Schröder, ancora bellissima, che la impersonò già nel 1978.

Fabio Mauri – Retrospettiva a luce solida - exhibition view at Museo Madre, Napoli 2016 - photo Amedeo Benestante

Fabio Mauri – Retrospettiva a luce solida – exhibition view at Museo Madre, Napoli 2016 – photo Amedeo Benestante

LE PROIEZIONI
Il mezzanino offre una selezione accurata di documenti in video, da Che cos’è il fascismo, del 1971, a Gran Serata Futurista, fino a Che cos’è la filosofia. Heidegger e la questione tedesca. Concerto da tavolo, 1989, forse l’unica performance collettiva in cui compare Fabio Mauri in persona. Il terzo piano è degli Schermi, in un progetto intenzionato a dare forma all’incredibile multidisciplinarietà dell’opera dell’artista, che passa con grande disinvoltura attraverso cinema, teatro – il suo grande amore – e televisione. Questa parte della sua ricerca, ben raccontata dalla mostra, si svolge nel decennio dalla seconda metà degli Anni Cinquanta fino al 1964, quando inizia a lavorare sul concetto di proiezione, su tele, su oggetti, mobili, cose della vita, persone. Il mondo è uno schermo, il mondo è una proiezione. L’esperienza dello sbarco sulla Luna (realizzata peraltro sei mesi prima del vero allunaggio, presso la Tartaruga di Plinio de Martiis, a Roma) viene ricostruita anche al Madre in Luna, con un paesaggio surreale in polistirolo in cui l’artista immerge il visitatore. Sul corpo di due giovani nudi viene infine proiettata una selezione di performance tra cui la documentazione di Intellettuale, 1975, realizzata a pochi mesi dalla morte di Pasolini, in cui il regista diviene schermo per il suo Il Vangelo secondo Matteo, in un’azione di rara intensità.

Fabio Mauri – Retrospettiva a luce solida - exhibition view at Museo Madre, Napoli 2016 - photo Amedeo Benestante

Fabio Mauri – Retrospettiva a luce solida – exhibition view at Museo Madre, Napoli 2016 – photo Amedeo Benestante

GLI STUDI
Completano l’esposizione le “maquette”, al primo piano nella Sala delle Colonne, mostra nella mostra, che mette in visione per la prima volta gli studi di Mauri tutti insieme, cubi scenici tridimensionali in cui l’artista progetta l’allestimento delle sue mostre e delle performance, fino a diventare opera d’arte a sé. Di grande importanza storica, inoltre, perché chiariscono il metodo di lavoro del maestro e del suo studio. Infine, sul terrazzo, svetta la bandiera bianca de La resa (2002), che però una rinuncia vera e propria non è. Sembra quasi dire: “Mondo, non ti capisco, ma ti voglio ancora parlare. Te lo voglio dire”.

Santa Nastro

Napoli // fino al 6 marzo 2017
Fabio Mauri – Retrospettiva a luce solida
a cura di Laura Cherubini, Andrea Viliani
MADRE
Via Settembrini 79
081 19313016
[email protected]
www.madrenapoli.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/57857/fabio-mauri-retrospettiva-a-luce-solida/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

Scopri di più