Festa del Cinema di Roma. Una mostra di Matthias Brunner sul rapporto tra film e letteratura

Un racconto attraverso le immagini di 36 capolavori della relazione fra immagine e scrittura. Le immagini dell’allestimento

Nel 1976 lessi un libro e poi andai a vedere il film. Il libro era raccontato da un indiano d’America che si fingeva sordomuto dentro un manicomio ma tu che avevi letto prima sapevi che non lo era e non rimanevi sorpresa, come il resto del pubblico, quando ringrazia Jack Nicholson che gli passa una gomma da masticare. Pensando al rapporto fra cinema e letteratura ho sempre pensato a “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Milos Forman, al potere dell’immagine o ai suoi limiti: meglio il libro o meglio il film?
Matthias Brunner ha approfondito questa relazione con passione, con amour fou come ha detto Vieri Razzini alla presentazione di Magnificent Obsession descrivendo l’installazione insieme all’artista e ad Andrea Viliani, direttore del MADRE e grande appassionato di cinema. Un’opera che é parte della Kunsthaus di Zurigo che ha contribuito alla presentazione romana insieme alla galleria Magazzino e, soprattutto, a Beatrice Bulgari che con la sua casa di produzione In Between Art Film, promuove film sullo scambio dei nuovi linguaggi artistici del nostro tempo.

QUANDO IL CINEMA INSPIRA L’ARTE
Nato nel 1945, vive e lavora a Zurigo, Brunner inizia a lavorare come critico cinematografico, curatore e produttore. Dal 1992 é film curator per Art Basel e dal 2002 per Art Basel Miami. Una enorme conoscenza cinematografica e un occhio raffinato e innovativo caratterizzano le sue installazioni di film in spazi museali e le collaborazioni con Festival di cinema. Allestita nello Studio due dell’Auditorium Parco della Musica, che è stata aperta al pubblico epr tutta la durata della rassegna: presentata per la prima volta in Italia, l’opera é composta da quattro schermi inseriti in una libreria appartenuta a Douglas Sirk, autore del film Magnifica Ossessione del 1954 a cui Brunner si é ispirato. Una stanza dove ai libri si alternano gli schermi, alle parole le immagini, una installazione in cui ci si trova circondati di riferimenti al rapporto fra letteraura e cinema, dall’acquisto del libro, alla lettura, alla stamp e alla distruzione dei testi. Una selezione di immagini dai più significativi adattamenti cinematografici di capolavori letterari, scegliendo le scene dove il libro compare realmente nelle mani dell’attore.

DA ALBERTO MORAVIA A WALT WHITMAN
Un esercizio continuo per dimostrare la forza dell’immagine come proiezione dell’immaginazione esercitata leggendo, virtuosismi evidenziati come celebrazioni di un legame: Brigitte Bardot che ne Il Disprezzo di J.L.Godard tratto da Alberto Moravia legge un libro su Fritz Lang che compare nel film stesso. Scene da 36 film realizzati fra gli anni Cinquanta e Sessanta perché fu proprio la Nouvelle Vague francese, Balzac e Truffaut, a portare anche in America la voglia di evidenziare un legame fortissimo e non di banale dipendenza come storia, la tesi dimostra che a capolavoro non corrisponde sempre capolavoro ma che, spesso, il cinema utilizza anche una letteratura minore che poi viene rivalutata proprio grazie al film. Stare al centro dell’installazione, della stanza fatta di schermi e libri alimenta la magnifica ossessione, viene voglia di rivedere e vedere, di riguardare quella scena di Splendore nell’Erba di Elia Kazan del 1961 dove le espressioni del viso di Nathalie Wood disegnano perfettamente il disagio della gioventù, il dolore romantico della studentessa davanti alla professoressa arcigna va oltre, fino al rapporto tra cinema e poesia: quella di William Wordsworth dei versi recitati dall’attrice da Intimations of Immortality che ci proiettano al cinema dei nostri giorni, a quelli delle Foglie d’Erba di Walt Whitman nell’Attimo Fuggente di Peter Weir.
La collocazione all’interno del Festival del Cinema di Roma é stata una occasione forse troppo breve ma imperdibile per subire questo straniamento artistico sempre più raro, stare nel cinema, stare nel libro, stare in una sorta di frullatore dove gli elementi iniziali si disintegrano producendo altro.

– Clara Tosi Pamphili

Fino al 23 ottobre 2016
Magnificent Obsession
Auditorium Parco della Musica
Roma, via Pietro de Coubertin, 30
www.romacinemafest.it/

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Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili

Clara Tosi Pamphili si laurea in Architettura a Roma nel 1987 con Giorgio Muratore con una tesi in Storia delle Arti Industriali. Storica della moda e del costume, ha curato mostre italiane e internazionali, cataloghi e pubblicazioni. Ideatrice e curatrice…

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