Incertezza viva. Al via la Biennale di San Paolo

Terminati i Giochi Olimpici e in attesa di quelli Paralimpici in programma dal 7 al 18 settembre, il Brasile resta “alterato”, socio-politicamente stordito: come dopo un’improvvisa accelerazione, a seguito di anni senza spinta. La Biennale di Jochen Volz, head of programmes alle Serpentine Gallery, si preannuncia come una possibile, elegante spina nel fianco. Ma sarà realmente così? Cosa racconterà del Brasile che ancora non vediamo?

DOPO LE OLIMPIADI
Dal 5 al 10 settembre, Incerteza viva, la 32esima Bienal de São Paulo, inaugura sedi, mostre, programmi correlati ed eventi satelliti solo per una ristretta enclave di invitati e addetti ai lavori. La rassegna, che inaugurerà al pubblico nei giorni successivi e sarà visitabile fino all’11 dicembre, intende riflettere sulle attuali condizioni di vita e sulle strategie offerte dall’arte contemporanea per abitare e avere rifugio nell’incertezza. E sta per avere luogo in un Paese, il più esteso di tutta l’America Latina, che porta con sé le premesse per cominciare a soffrire di una lunga agonia socio-politica.
Sono tre le imponenti piaghe che incombono sulla società brasiliana: l’epidemia di Zika, un’economia completamente a terra e un presidente sospeso per corruzione – tecnicamente per manipolazione di fondi federali, in seguito alla rielezione del 2014. Sebbene tutte le cattive notizie siano state ben attutite dalle parate nazionaliste dei Giochi Olimpici di Rio (secondo Ibope, il 57% dei brasiliani ritiene che i Giochi abbiano generato un’immagine più positiva del Paese, nonostante le contestazioni al presidente ad interim Michel Temer e la violenza degli 85mila addetti delle forze dell’ordine dispiegati in città), la caduta di Dilma Roussef non sta trovando fondo. Nel discorso pronunciato il 15 agosto, la presidente ha fermamente e disperatamente implorato i senatori, che hanno votato a favore, di non incriminarla, di non coinvolgerla in un processo della durata di mesi – percorso giuridico che potrà portare a una rimozione permanente dal suo incarico.

Ebony G. Patterson, Brella Krew, 2013 - courtesy the artist & Monique Meloche Gallery, Chicago

Ebony G. Patterson, Brella Krew, 2013 – courtesy the artist & Monique Meloche Gallery, Chicago

LA BIENNALE
Incerteza viva, di Jochen Volz e dei co-curatori Gabi Ngcobo (Sud Africa), Júlia Rebouças (Brasile), Lars Bang Larsen (Danimarca) e Sofía Olascoaga (Messico), deve dispiegare altrettante forze per rendere il Padiglione Ciccillo Matarrazzo non una cassa di risonanza per una novantina di artisti selezionati, ma un’onda che fuoriesca criticamente dal cielo dell’arte, mostrando sensibilità, urgenze e segnali altrimenti inespressi.
Se dunque spetterà, fra gli altri, ad artisti come Erika Verzutti, José Antonio Suárez Londoño, Jorge Menna Barreto, Vídeo nas Aldeias e OPAVIVARÁ! rappresentare, da brasiliani, l’incertezza viva che li circonda, fra le rampe e i piani open space sono già quasi pronte le installazioni della polacca Iza Tarasewicz, i video di Hito Steyerl, le ambientazioni proiettive di Em’kal Eyongakpa e i disegni a parete della peruviana Rita Ponce de León. Oltre alle variegature di Mariana Castillo e i lavori di Sandra Cranich, Carolina Caycedo, Ursula Biemann, Helen Sebidi, spiccheranno i ritratti di innocenza soffocata composti da Ebony G. Patterson, così come il progetto appositamente concepito da Lais Myrrha, che si preannuncia già d’impatto. La mostra principale della più importante biennale dell’America Latina, di fronte al Parque Ibirapuera, avrà un taglio inafferrabile –a causa delle tematiche coinvolte – e monumentale – per l’imponenza di alcuni lavori commissionati –, inoltre si prefigge di tracciare un pensiero addirittura cosmologico sull’ambiente, sull’intelligenza collettiva e sull’ecologia naturale e sistemica.

Jonathas de Andrade, O peixe, 2014-15 - still da video

Jonathas de Andrade, O peixe, 2014-15 – still da video

LE GALLERIE
Curiosamente, però, le gallerie private inaugureranno qualche giorno prima rispetto alla Biennale, generando attività espositive e talvolta culturali già a partire da oggi 2 settembre, sulla spinta della prima edizione di un nuovo progetto di Latitude (partnership tra Apex-Brasil – Brazilian Trade and Investment Promotion Agency e ABACT – The Brazilian Association of Contemporary Art, nata nel 2007), piattaforma supportata da SP Arte (che occupa ogni anno il Padiglione Cicccillo Matarrazzo durante le prime settimane di aprile), fiera che si presta da volano per il programma 2016 dell’Art Weekend di São Paulo.
Dal 2 al 4 settembre, Latitude, la piattaforma per soggetti galleristici brasiliani e stranieri, mostrerà una selezione di 36 gallerie, impegnate nel dar vita a decine di inaugurazioni, tavole rotonde, seminari, conferenze e talk, facendo convogliare in città le opere di 130 artisti. Le zone interessate da Latitude saranno: Centro/Barra Funda, Itaim, Jardins e Pinheiros/Vila Madalena. Ognuno di questi circuiti/distretti può essere attraversato a piedi, oppure si potrà usufruire di comode navette che fermeranno in ognuna delle seguenti sedi: Almeida e Dale, Andrea Rehder Arte Contemporânea, ArtEEdições, Baró Jardins, Bergamin & Gomide, Blau Projects, Boatos Fine Arts, Bolsa de Arte, Carbono, Casa Nova Arte, Casa Triângulo, Central, Choque Cultural, DAN Galeria, Eduardo Fernandes, Fólio, Fortes Vilaça, Frente, Jaqueline Martins, Leme, Luciana Brito, Luisa Strina, Lume, Marcelo Guarnieri, Mario Cohen, Mendes Wood DM, Mezanino, Millan, Nara Roesler, Paulo Kuczynski Escritório de Arte, Rabieh, Raquel Arnaud, Sé, Vermelho, Zipper.
Nelle sedi delle gallerie più importanti di São Paulo, quindi, saranno da visitare: Galeria Nara Roesler (con una mostra su Vik Muniz e una vera rarità su Hélio Oiticica); Galeria Luisa Strina (con Homo Ludens, una collettiva ispirata all’omonimo libro di Johan Huizinga); Galeria Vermelho (con Carmela Gross nelle stanze principali, Jonathas Andrade nella sala Antonio e nella Sala 3 e infine Motta&Lima in terrazza); Mendez Wood DM (con Lucas Arruda, Deserto-Modelo as above, so below, nella dependance e con Paloma Bosquê, Field / Campo, negli spazi principali); Fortes Vilaça (con una mostra da veri appassionati su Valeska Soares, dal titolo Lugar Comum); Galeria Millan (con un artista che riecheggia da lontano la mostra su Oiticica, cioè Miguel Rio Branco), Galeria Luciana Brito (con Caio Reisewitz e la personale dal titolo Aterro, un itinerario attraverso i suoi paesaggi architettonici, inneggianti la modernità).

Ursula Biemann & Paulo Tavares, Forest Law, 2014 - still da video - courtesy the artists

Ursula Biemann & Paulo Tavares, Forest Law, 2014 – still da video – courtesy the artists

I MUSEI E LE SEDI PRIVATE
Parallelamente, nei musei e nelle istituzioni private si consigliano: i Los Carpinteros e Objeto Vital, una mostra realmente estesa sulla loro produzione, al Centro Cultural Banco do Brasil; al MASP, la mostra rigorosa di Thiago Honorio, dal titolo Trabalho, una nuova retrospettiva dei dipinti di Portinari, Popular e l’archivio del museo in trasformazione con i famosi vetri/ostensorio di Lina Bo Bardi; è poi raccomandato visionare strettamente da vicino le foto sognanti di Dulce Soares, raccolte con il titolo Windows and facades, all’Instituto Moreira Salles; da vedere anche François Morellet con Decimated Bands al Museu de Arte Moderna de São Paulo; qualora si avesse tempo, è anche bene dedicarsi a Frida Kahlo: Her Photos, scatti privatissimi svelati per la prima volta al Museu da Imagem e do Som – MIS.
Da vedere assolutamente, sono, invece: Caso o Acaso, la collettiva alla Galeria Central, che presenta otto artisti contemporanei provenienti da scene e contesti completamente diversi (da Anna Israel a Brisa Noronha, da C. L. Salvaro a Manoela Medeiros fino a Romain Dumesnil) e la prima personale brasiliana dell’artista svedese Astrid Svangren, dal titolo Divine Horizons #2, alla Kunsthalle São Paulo. In ultimo, è sempre bene considerare le mosse dei programmi dell’Itaù Cultural e di tenersi da parte alcune ore da spendere tra la Pinacoteca ed Estação Pinacoteca, ospiti di alcune mostre che indagano la potenza degli archivi.

Ginevra Bria

São Paulo // dal 7 settembre all’11 dicembre 2016
32esima Bienal de São Paulo – Incerteza viva
a cura di Jochen Volz
PARQUE IBIRAPUERA
Av. Pedro Álvares Cabral
+55 (0)11 55767600
[email protected]

www.bienal.org.br

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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