Vladimir Majakovskij. La vita, l’arte, le donne

La fumettista spagnola Laura Pérez Vernetti licenzia una singolare biografia disegnata del celebre artista russo, il cantore futurista della rivoluzione sovietica che si definiva “l'ultimo dei poeti”. Pagine vivide e scattanti per raccontare un'esistenza bruciante e tragica.

UN POETA SENZA TEMPO
“Io sono poeta. Questo mi interessa. Di questo scrivo”. La figura torva e fascinosa di Vladimir Majakovskij, vero archetipo di artista geniale, bello e dannato, sembra non passare mai di moda. Tra i molti omaggi e le varie riletture, si segnala il rutilante libro che gli dedica la disegnatrice spagnola Laura Pérez Vernetti, gettando un ideale ponte tra la di lei Barcellona di tradizioni moderniste e la di lui Mosca futurista e postfuturista, qui affratellate in nome dell’arte più inquieta e scompigliatrice. Il volume, di bel formato, in apertura ripercorre la biografia dell’artista che per la Rivoluzione Russa fu propagandista, conferenziere, cartellonista. Ed è sempre utile scoprire o riscoprire qualche particolare ignoto o dimenticato della sua esistenza: figlio di un guardaboschi, in gran parte autodidatta, tra le sue prime letture il Don Chisciotte di Cervantes lo colpì tanto da rappresentare un suo punto di riferimento per tutta la vita. Il destino riservava anche a lui grandi mulini a vento da combattere.

MAJAKOVSKIJ IL RIVOLUZIONARIO
Diceva: “Ne ho fin sopra i capelli di tutti i classici e degli esteti e delle anticaglie. La rivoluzione deve apparire nei temi, nelle forme, nel dominio della parola e in tutte le arti”. E mise in atto i suoi propositi, rendendo la propria vita un esemplare collage di atti artistici, sfaccettandosi tra poesia, grafica, teatro, politica stessa, all’ombra degli allora dominanti Futurismo e Suprematismo e Costruttivismo, ma sempre mantenendosi orgogliosamente autonomo e inventivo. Nel 1923 fondò una agenzia pubblicitaria con Aleksandr Rodcenko, realizzando innumerevoli annunci, packaging e design, e la rivista e il gruppo artistico LEF, espressione del Fronte di Sinistra delle Arti. “Sempre nemico dell’esistenza vegetale e senza passione dei burocrati e dell’accademismo”, Majakovskij si fece, come prevedibile, molti nemici. Non resse la tensione, artistica ed esistenziale, e nel 1930, trentasettenne, si suicidò con un colpo di rivoltella, entrando nel mito. Fin qui, a grandi linee, la sua parabola biografica riassunta puntualmente nel volume.

Laura Pérez Vernetti – Il caso Majakovskij

Laura Pérez Vernetti – Il caso Majakovskij

UN RACCONTO SIMBIOTICO
Laura Pérez Vernetti compie un’operazione molto interessante ed efficace di simbiosi con l’oggetto del suo raccontare. Si immedesima nell’uomo e nei tempi e crea un percorso narrativo e visivo nervoso e secco, tagliente come avrebbe potuto firmarlo Majakovskij stesso. I tre colori bianco nero rosso, giustapposti in forti contrasti percettivi, sono la scelta ineludibile, la più filologica. Così ogni vignetta – ogni quadretto – è un “quadro” a sé stante. Energia e intelligenza majakovskijane si esplicano in funzionale sintesi e grande chiarezza espositiva. D’altra parte, come ci ricorda l’avventurosa autrice, professionista di lunga e onorata carriera: “Per ogni storia studio uno stile di disegno e di grafica diverso, secondo come penso di dover illustrare la personalità dei diversi scrittori: disegno pittorico ed espressionista per leggere Borges, invece freddo chiaro e analitico per una storia di Carl Gustav Jung, ma curvilineo arabesco per “Le mille e una notte”, rozzo e violento per una storia erotica della Preistoria, elegante e Déco per la storia erotica di New York Anni Venti e Trenta, linea scura e aspra per il libro sulla vita del cantante zingaro Macandé, disegno pulito e dettagliato in contrastato bianconero per i disegni sadomasochisti, e così via”.

UNA VITA DISEGNATA
La rivisitazione di Majakovskij in salsa piccante vernettiana – che nella seconda parte del libro comprende versioni figurate di alcune famose composizioni poetiche dell’artista rivoluzionario – prende così il sapore cangiante di un saggio critico, di un rigoroso esercizio di stile, di una performance interpretativa citazionista. Anche qui, come Vladimir, Laura può permettersi di dire a sua volta: “Io vi dono dei versi allegri come ninnoli, aguzzi e necessari come stuzzicadenti”. Il tutto in memoria e onore di chi, nella composizione A piena voce, scrisse con profetica caparbia: “Spettabili compagni discendenti! Frugando nell’odierna merda impietrita, studiando le tenebre dei nostri giorni, forse chiederete anche di me”.

Ferruccio Giromini

Laura Pérez Vernetti – Il caso Majakovskij
Coconino Press-Fandango, Roma 2016
Pagg. 56, € 15
ISBN 9788876183102
www.fandangoeditore.it

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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