Il vetro e gli architetti. A Venezia

Fondazione Giorgio Cini, Venezia – fino al 31 luglio 2016. Da Adolf Loos a Josef Hoffmann, da Joseph Maria Olbrich a Leopold Bauer, l’isola di San Giorgio Maggiore raccoglie trecento creazioni in vetro dei protagonisti del Modernismo viennese.

DA VIENNA ALLA LAGUNA
Racconta il raffinato fervore di una stagione creativa durata oltre un trentennio, la mostra Il vetro degli architetti. Vienna 1900-1937 nell’ambito della Stanze del Vetro alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia. Resa possibile dal contributo del MAK Austrian Museum of Applied Arts / Contemporary Art di Vienna, che ha concesso l’intero corpus delle opere esposte – oltre trecento – la rassegna costituisce la seconda tappa dell’azione di indagine e di studio sulle evoluzioni della produzione in vetro nel corso del XX secolo, intrapresa dall’istituzione lagunare nel 2015 con Il vetro finlandese nella Collezione Bischofberger. Curato da Rainald Franz – Glass and Ceramics Collection, MAK Vienna, il percorso espositivo garantisce un’immersione nelle atmosfere della capitale austriaca del primo Novecento, prendendo avvio dalla presentazione di alcune figure simbolo del Modernismo Viennese, accomunate dall’essersi misurate con il vetro in chiave sperimentale, spingendone la produzione oltre i limiti dell’epoca. Allineandosi con un metodo di lavoro sollecitato dalle coeve esperienze della Secessione Viennese, dalla Wiener Werkstӓtte e dal Werkbund tedesco e austriaco, autori come Josef Hoffmann, Koloman Moser, Joseph Maria Olbrich, Leopold Bauer, Otto Prutscher, Oskar Strnad, Oswald Haerdtl e Adolf Loos, strinsero connessioni sempre più significative con vetrai e aziende produttrici, varcando loro stessi la soglia delle fornaci locali.

Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937, installation view at Le Stanze del Vetro, Fondazione Giorgio Cini, Venezia 2016, photo Enrico Fiorese,  courtesy Le Stanze del Vetro

Il Vetro degli Architetti. Vienna 1900-1937, installation view at Le Stanze del Vetro, Fondazione Giorgio Cini, Venezia 2016, photo Enrico Fiorese, courtesy Le Stanze del Vetro

UN PASSATO CHE RIVIVE
Ricorrendo a un criterio cronologico, i ricercati esiti del processo che dal 1900 al 1937 vide all’opera geniali interpreti del secolo scorso vengono restituiti attraverso un allestimento sobrio e calibrato, nel quale le atmosfere del tempo conquistano la piena evidenza. Nella successione delle sette stanze, mirabili oggetti in vetro – alcuni finalizzati ad assolvere funzioni inconfondibili, altri più bizzarri e sorprendenti, altri ancora con scopi squisitamente decorativi – vengono associati a efficaci innesti di interior design, come la scelta di ricorrere alla carta da parati e a tessuti ispirati alla Wiener-Wisgrill per i rivestimenti parietali e all’interno di alcune vetrine. Significativa, ma anche in questo caso equilibrata, è la presenza di elementi d’arredo, disegni, fotografie, lettering che evocano con immediatezza gli interni della Vienna del primo Novecento. Le date degli appuntamenti espositivi di punta dei primi tre decenni del secolo scorso cadenzano il percorso espositivo; l’avvio della narrazione è affidato all’ottava mostra della Secessione, del 1900, seguita dalla fondazione della Wiener Werkastӓtte, nel 1903, fino alle esposizioni del Werkbund a Colonia nel 1914 e di Parigi nel 1925. Ciascuna sala testimonia il livello di ricercatezza e maestria ottenuto, nonché lo slancio verso la sperimentazione, talvolta sviluppato in parallelo ai mutamenti dei canoni estetici e agli eventi geo-politici. L’apice di questo iter è rappresentato dal Boudoir d’une grande vedette: il luccicante cabinet progettato da Josef Hoffmann e destinato al Padiglione austriaco – in occasione dell’Esposizione universale di Parigi del 1937 – contraddistinto da una boiserie in legno intagliato rivestita in vetro, specchi e finiture argentate e dal pavimento riflettente.

Johann Oertel & Co., before 1915 © MAK – Austrian Museum of Applied Arts - Contemporary Art

Johann Oertel & Co., before 1915 © MAK – Austrian Museum of Applied Arts – Contemporary Art

PEZZI UNICI E PRODUZIONI SERIALI
Una fragile bellezza quella del vetro, ma anche un’inesauribile ispirazione a livello tecnico e formale, grazie alla sua straordinaria versatilità: le opere in mostra testimoniano innanzitutto questa indubbia qualità, invitando a osservazioni minuziose. È il caso, ad esempio, della serie dei‪ ‎Vetri Molati, nei quali Hoffmann ricorre alla ‎tecnica della molatura e definisce bordi privi di finitura tagliente al tatto, pur nell’assoluta nettezza perimetrale. Fu proprio lui, durante il primo conflitto mondiale, a firmare anche una serie di “oggetti patriottici”, rispondendo a una sollecitazione del governo austriaco: nacquero così i “bicchieri di guerra”, una serie contraddistinta da geometrie essenziali e contrasti cromatici. Tra gli esemplari di maggiore pregio, è presente anche l’unico servizio di bicchieri concepito da Adolf Loos, prodotto dalla J. & L. Lobmeyr: datato 1931, il Trinkservice custodisce la visione estetica dell’architetto autore di Ornamento e delitto, coniugando in una forma senza compromessi una singolare lavorazione. Nel fondo di ciascun elemento della collezione, si può infatti apprezzare una brillante maglia definita da micro tagli trasversali che nel tappo della bottiglia raggiunge la massima espressione: una linea di successo, prodotta ancora oggi.

Valentina Silvestrini

Venezia // fino al 31 luglio 2016
Il vetro degli architetti. Vienna 1900-1937
a cura di Rainald Franz
Catalogo Skira
FONDAZIONE GIORGIO CINI
Isola di San Giorgio Maggiore 1
041 5229138
[email protected]
http://lestanzedelvetro.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/50927/il-vetro-degli-architetti-vienna-1900-1937/

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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