Ideafinesettimana: A Bergamo, alla scoperta della Valle d’Astino, tra paesaggio naturale e un monastero diventato museo

Tra arte e natura, dopo aver visitato la Città Alta di Bergamo, qualche idea per proseguire verso i Colli, facendo tappa nella piccola Valle di Astino. Qui c'è un Monastero fresco di restauro e diventato museo...

Che Bergamo sia nota per la bellezza austera della Città Alta, per le collezioni d’arte antica dell’Accademia Carrara e per la propensione verso le espressioni più contemporanee che trovano spazio nell’attività della GAMEC – dove adesso è allestita una bella mostra dedicata alle commissioni pubbliche di Trento Longaretti, nell’anno del centenario dalla nascita dell’artista e strutturata, oltrepassando gli spazi museali, come un itinerario dentro la città stessa – e di un’associazione culturale attivissima come è Contemporary Locus, con la sua mission di riscoperta di architetture industriali o storiche abbandonate, attraverso opere site specific di artisti contemporanei, è fatto ampiamente risaputo. Ma per un finesettimana estivo, il suggerimento è – magari proprio dopo una visita alla Città Alta – di proseguire la passeggiata, percorrendo le strade panoramiche – senza mancare il suggestivo Borgo Canale – e proseguire per la piccola Valle di Astino.

Il Monastero del Santo Sepolcro, Astino

Il Monastero del Santo Sepolcro, Astino

LA VALLE E IL MONASTERO
Se il paesaggio naturale è di sorprendente bellezza – un’oasi agricola, con una sezione dell’orto botanico – racchiusa tra i Boschi dell’Allegrezza e il Colle della Benaglia – la Valle riserva un’altra sorpresa agli appassionati d’arte: il Monastero del Santo Sepolcro di Astino che dopo un lungo periodo di declino è stato ripristinato, grazie alla Fondazione Mia (proprietaria del complesso architettonico e del terreno circostante) e ora ospita una mostra – curata da Alessandra Civai – che traccia un racconto della storia millenaria dell’edificio e riporta all’attenzione del pubblico alcune opere, riemerse dopo secoli di dispersione e degrado e – finalmente – restituite al loro luogo d’appartenenza e ricollocate nelle loro sedi originarie.

Interno della Chiesa del Santo Sepolcro (Astino)

Interno della Chiesa del Santo Sepolcro (Astino)

UN’ATTENTA RICOSTRUZIONE
In questo nucleo eterogeneo spiccano le tele di Pietro Sorri, Antonio Cifronfi e Marcantonio Cesareo e alcune parti in terracotta modellata, ascrivibili ad un gruppo – purtroppo perso – di un Compianto sul Cristo morto cinquecentesco.
Per facilitare la visita: un video in 3d ricostruisce la storia del complesso architettonico e le “docce sonore” che s’attivano durante il percorso, narrano di volta in volta la scoperta e le origini dei capolavori esposti.
Disponibile, infine, la app Astino arte natura agricoltura, realizzata di Smilevisit, con cui estendere la visita a tutto il comprensorio naturalistico della valle: a questo scopo sono stati predisposti 7 itinerari tra passeggiata d’arte, trekking e mountain bike.

www.fondazionemia.it/it/astino

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Redazione

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