Matteo Fato e Nicola Samorì autori del Palii per la tradizionale Giostra della Quintana. A Foligno, Dame e Cavalieri incontrano l’arte contemporanea

Matteo Fato e Nicola Samorì hanno creato i Palii per la Giostra della Quintana di Foligno. Saranno assegnati ai vincitori delle gare di giugno e settembre

Svelati – in occasione del Convivio di Dama e Cavaliere – i Palii per la settantesima edizione della Giostra della Quintana di Foligno. Sono stati realizzati quest’anno dagli artisti Matteo Fato (Pescara, 1979) e Nicola Samorì (Forlì, 1977), chiamati – dopo Gabriele Porta e Tomaso De Luca – a cimentarsi con la creazione  dei tradizionali vessilli del torneo cavalleresco.

Matteo Fato, Natura morta (con li giochi), 2016

Matteo Fato, Natura morta (con li giochi), 2016

IL TORNEO STORICO
La storia della giostra – riconosciuta come una delle manifestazioni storiche più coinvolgenti che si svolge in estate – ha origini seicentesche;  si tratta, infatti, della rievocazione della sfida che si svolse il 10 febbraio 1613, quando cinque giovani nobili folignati imbracciarono le armi e sellarono i propri cavalli per venire a capo d’un quesito squisitamente cavalleresco: conviene di più ad un cavaliere essere nelle grazie del principe o godere del favore della propria dama?
Dal 1946 la Giostra della Quintana avviene in estate, a metà giugno, e a settembre, quando ha luogo la rivincita: gareggiano su un campo percorso di 754 mt i cavalieri dei dieci rioni cittadini, che devono svolgere il percorso in sella nel minor tempo possibile.

Nicola Samorì, Ostinazione del nodo, 2016

Nicola Samorì, Ostinazione del nodo, 2016

I PALII CONTEMPORANEI
Dallo scorso anno, grazie ad un progetto di Marta Silvi – critica e storica dell’arte – e Pierluigi Metelli – collezionista e art producer – l’esecuzione dei due palii che vengono dati in premio nelle gare di giugno e di settembre è affidata a due artisti contemporanei. Questa volta, quindi, Matteo Fato ha dipinto sulla tela non preparata gli elementi caratteristici del torneo: la lancia, l’elmo piumato, gli anelli, la statua del dio Marte, sono frutto di un lavoro di collage fotografico e di successiva rielaborazione pittorica con esiti volutamente metafisici. E’ simbolico anche il palio realizzato da Nicola Samorì: ispirandosi alle tarsie lignee disegnate da Lorenzo Lotto per la Cattedrale di Santa Maria Maggiore a Bergamo, l’artista ha insistito sull’immagine del nodo, contrapponendo una raffinata iconografia ad una pittura volutamente irregolare, che svela i pentimenti e fasi del processo creativo.

Maria Cristina Bastante

www.quintana.it

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