Italiani in Trasferta: Il “Muro Sonoro” di Giuseppe Caccavale inaugura all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi. In collaborazione con il compositore Stefano Gervasoni

Nel presentare quest’ultimo progetto, un’opera multimodale creata sul muro di accesso dell’Hôtel Galliffet, che inaugura il 26 maggio a Parigi, la direttrice dell’Istituto di Cultura Italiano nella capitale francese, Marina Valensise ha precisato, con un certo orgoglio, il proprio ruolo di ‘regista’ nelle fasi di realizzazione dell’opera. Il tutto nel massimo rispetto per l’autonomia dell’arte, […]

Nel presentare quest’ultimo progetto, un’opera multimodale creata sul muro di accesso dell’Hôtel Galliffet, che inaugura il 26 maggio a Parigi, la direttrice dell’Istituto di Cultura Italiano nella capitale francese, Marina Valensise ha precisato, con un certo orgoglio, il proprio ruolo di ‘regista’ nelle fasi di realizzazione dell’opera. Il tutto nel massimo rispetto per l’autonomia dell’arte, lasciando gli artisti liberi di creare e di esprimersi.
Cercando un incontro tra la materia tangibile della parola incisa e quella dematerializzata del suono, l’artista Giuseppe Caccavale e il compositore Stefano Gervasoni hanno dato vita a un vero e proprio muro sonoro. All’incisione del Canto notturno di un pastore errante dell’Asia di Leopardi e di altre quattro composizioni liriche di Alfonso Gatto, Leonardo Sinisgalli, Lorenzo Calogero e Bartolo Cattafi, si accompagna il “calco” di Gervasoni.

L’INSTALLAZIONE SONORA
Si rintracciano i rumori del cantiere d’installazione e le parole delle poesie grazie a delle rielaborazioni elettroacustiche che generano nuove combinazioni compositive ad ogni passaggio.
Le voci che escono dal muro sono quelle della mezzo soprano Monica Bacelli, che recita i testi, e dello stesso Caccavale. L’obiettivo è ridare voce al nostro Paese e a secoli di emigrazione, di speranze, di abbracci fra popoli. Come il pastore errante nel suo peregrinare interroga la luna sulla condizione umana, così il suono e la parola esplorano l’essenza materiale e immateriale della poesia. Una vera e propria operazione di “spolvero”, in cui “la parola ha una sua figura ed è meno menzognera dell’immagine”. Nel mondo di oggi che, paradossalmente, proprio sull’immagine si fonda.
Realizzata in collaborazione con gli ex allievi dell’Ensad, che non conoscono la lingua italiana, l’opera riesce a rafforzare il concetto di estraneità all’idioma, unito al potere del grafema, segno elementare che costituisce l’unità minima dei sistemi di scrittura. Incise attraverso l’uso dei caratteri mobili disegnati da Alberto Tallone durante il suo apprendistato nell’Ile Saint-Louis (trait d’union tra Italia e Francia), le parole parlano il suono dello sforzo perpetuato per farsi presenza vera e tangibile, plasmatore di nuova realtà. Per uscire “dal buio e dal vuoto”.

-Massimiliano Simone

Parigi // 26 maggio 2016
INSTITUT CULTUREL ITALIEN
73, rue de Grenelle
+33 (0)1 44 39 49 39
http://www.iicparigi.esteri.it/iic_parigi/it/
H 18,00 – Inaugurazione
H 20,00 – Concerto inaugurale

Monica Bacelli, mezzo soprano
Giulio Biddau, piano
Alvise Vidolin et Marco Liuni, elettronica in tempo reale
Luigi Nono, La Fabbrica Illuminata (1964)
pour voix et bande magnétique
Stefano Gervasoni, Fu verso o fu inverno (2016)
Cycle vocal pour mezzo, piano et électronique en temps réel

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Massimiliano Simone

Massimiliano Simone

Massimiliano Simone è nato ad Alessandria nel 1988. Ottenuto il diploma di Master di II livello in Museologia, museografia e gestione dei beni culturali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel 2020 ha conseguito un dottorato di ricerca…

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