Due mostre a Istanbul. Fra Storia e memoria futura

DEPO, Istanbul – fino al 10/15 aprile. È il quartier generale di una riflessione costante sui diritti umani, sulla coabitazione e sulla convivenza, sull'eterogeneità culturale, sull'ospitalità e sul piacere della differenza. È DEPO, ex tabacchificio riqualificato nel 2009 e destinato dai suoi proprietari a cultural centre. Con il 2016 mette a segno una serie di nuovi colpi estetici. Destinati a tracciare itinerari sempre più avvincenti.

UN DIALOGO MULTIETNICO
Composta interamente di video e fotografie, installate queste ultime come racconti muti e accecanti, BAC: Hatırlamak ve anlatmak için șehre / BAC: Revealing the city through memory, la mostra organizzata al primo piano di DEPO, invita lo spettatore in un’atmosfera ibrida che fa i conti con il diario intimo di un territorio, di una vivacità sociale, di un paesaggio culturale squillante e suadente. “BAK: Revealing the City through Memory”, si legge nel testo di presentazione (il catalogo è gratuito) “è una collaborazione culturale che produce progetti realizzati grazie alla partecipazione di giovani artisti provenienti da differenti città della Turchia. Provenienti da Aydın, Balıkesir, Batman, Çanakkale, Diyarbakır, İzmir, Mardin, Muğla, Şırnak e Urfa, i partecipanti lavorano insieme per registrare differenti storie sulla vita quotidiana, differenti spazi e stili di vita, passato e post-memoria, migrazione e diversità culturale in progetti cinematografici e fotografia”. Dedicata alla coesistenza delle diversità, alla natura multietnica di Istanbul e della Turchia, la mostra presenta uno spaccato di antropologia estetica che si nutre di tradizioni popolari, di feste trasmesse nel tempo (e in alcuni casi inevitabilmente metamorfosate), di trattazioni folcloriche e costumi, di totem e tabù che costellano le strade delle megalopoli e della sua periferia.

BAK. Revealing The City through Memory - installation view at DEPO, Istanbul 2016

BAK. Revealing The City through Memory – installation view at DEPO, Istanbul 2016

INDIVIDUI AL PLURALE
A entusiasmare è il lavoro di gruppo che vede ogni singolo partecipare con la propria pulsante individualità per creare progetti dialogici, plurali. Nello spazio comune Atahan Eker allaccia il proprio lavoro a quello di Murat Kartal per riflettere con il progetto the resort of the east: hazar sulle varie condizioni sociali che si verificano in un luogo di villeggiatura. Melikenaz Yalçın insieme a Recep Seyhan racconta la brutalità della trasformazione urbana mediante the last cornershop, Aliye Erkurtulgu lavora con Mert Gözmen per realizzare haıty – reportage su una famiglia di emigrati nel 1970 e sul loro stato attuale. Berîvan Akelma unisce la propria linea progettuale a quella di Yağmur Cihan per delineare koma dam, la storia di alcune donne che hanno trasformato la soffitta di un condominio nel proprio spazio abitativo.
Sfilano ancora i lavori – molti di questi giovani ricercatori estetici non studiano arte ma zootecnologia, veterinaria, giornalismo – di Barış Can Ayata e Gizem Demirtaş, di Murat Yüksel, Onru Tekin e Zehra Güzel, di Osman Sadi Temizel e Özlem Avunş, di Aram İkram Taştekin e Gözde Özkurt, di Ayberk Ersürmeli e Serdar Nas, di Mesut İslah e Refiq Dildar, di Derya Gümüş e Özgür Hiçyılmaz il cui progetto, zîlan, traccia la memoria dei sopravvissuti al massacro dei curdi del 1930 (nella regione dello Zîlan) e costretti all’esilio forzato in varie città occidentali.

UNA GIOVANE COLLETTIVA
Accanto a questa mostra, Tanımlanamayan Ateş: Newroz – Medya, Söylem, Ritüel / Unidentifiable Fire: Newroz – Media, Discourse, Ritual, la collettiva curata da Mahmut Wenda Koyuncu, presenta il lavoro di altri cinque giovani artisti turchi – Yasin Alkan, Serhat Arslan, Tahir Baykuşak, Ayşin Biçimli e Hakan Sandal – che riflettono, dal canto loro, sul Newroz, il capodanno curdo che coincide con l’equinozio di primavera.

Antonello Tolve

Istanbul // fino al 10 aprile 2016
BAK. Revealing The City through Memory
Istanbul // fino al 15 aprile 2016
Unidentifiable Fire: Newroz – Media, Discourse, Ritual
a cura di Mahmut Wenda Koyuncu
DEPO

Tütün Deposu Lüleci Hendek Caddesi 12
+90 (0)212 2923956

[email protected]
www.depoistanbul.net

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Antonello Tolve

Antonello Tolve

Antonello Tolve (Melfi, 1977) è titolare di Pedagogia e Didattica dell’Arte all’Accademia Albertina di Torino. Ph.D in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico artistica (Università di Salerno), è stato visiting professor in diverse università come la Mimar Sinan…

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