Dalle stelle alle stalle. Arrestato a Santa Monica Perry Rubenstein, il gallerista delle celebrities di Hollywood: furto e appropriazione indebita i capi d’accusa

Anche l’arte ha le sue storie criminali. La scorsa settimana il gallerista e mercante d’arte di Los Angeles Perry Rubenstein è stato arrestato a Santa Monica per furto e appropriazione indebita. L’arresto, racconta il LA Times, è avvenuto a seguito della denuncia sporta dai collezionisti Michael Ovitz e Michael Salke. Il primo, cofondatore della agenzia […]

Anche l’arte ha le sue storie criminali. La scorsa settimana il gallerista e mercante d’arte di Los Angeles Perry Rubenstein è stato arrestato a Santa Monica per furto e appropriazione indebita. L’arresto, racconta il LA Times, è avvenuto a seguito della denuncia sporta dai collezionisti Michael Ovitz e Michael Salke. Il primo, cofondatore della agenzia di talent scouting Creative Artists Agency ed ex presidente della Walt Disney Company, aveva incaricato Rubenstein, infatti, di vendere due sue opere di Richard Prince del valore di oltre un milione di dollari. Entrambe sarebbero state poi vendute dal gallerista a cifre inferiori rispetto a quanto pattuito con il proprietario, senza il suo permesso. Una vicenda simile per Michael Salke, collezionista del Massachusetts, che aveva invece affidato al dealer una pergamena di Takashi Murakami per 750mila dollari. In questo caso la trattativa è andata a buon fine, ma Rubenstein ha provato a posteriori ad aumentare la propria percentuale. Nel frattempo si è appreso che la vendita era stata effettuata alla Broad Foundation per un prezzo diverso e ovviamente superiore da quello comunicato al signor Salke.

AD ASTRA PER ASPERA
Rubenstein, che uscirà di galera, in attesa di processo, solo dietro il pagamento di una cauzione di 1 milione di dollari, aveva già dichiarato fallimento nel 2014 e i suoi debiti ammontano ad oltre 5,4 milioni di dollari. I suoi avvocati stanno giocando la carta della negazione di tutti i capi di accusa ed hanno già fatto saltare tutte le imputazioni di carattere penale. La galleria di Rubenstein a Hollywood aveva aperto solo quattro anni fa ed era il gotha delle star: personaggi del calibro di Shephard Farey e Neil Young erano visitatori abituali dello spazio. L’americano, oggi sessantaduenne, ha costruito la sua reputazione a New York, prima a Manhattan e poi a Chelsea: il suo trasferimento nel Sud della California è avvenuto nel 2011, con l’obiettivo di portare in quei luoghi un po’ di “sensibilità della Grande Mela”. La sua galleria ha aperto con uno straordinario exploit in un vecchio magazzino su Highland Avenue, fuori nero come il carbone, dentro bianco come un whiite cube. La situazione di Rubenstein rappresenta metaforicamente la caduta di Los Angeles dal podio delle mecche della scena dell’arte contemporanea? La presenza delle celebrities ha rappresentato forse uno specchietto per le allodole per il mondo dell’arte sempre a caccia di nuovi posti al sole? Forse, o forse no. Mentre tutti, nel frattempo, volano a San Francisco…

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