Un artista da riscoprire. Ulises Carrión a Madrid

Museo Reina Sofía, Madrid – fino al 10 ottobre 2016. L’istituzione madrilena scommette ancora una volta su un artista poco noto, per far luce su una zona d’ombra della creatività contemporanea. In Spagna si apre la prima grande retrospettiva dedicata al messicano Ulises Carrión, rinnovatore dell’artbook e propulsore della Mail Art.

UN ARTISTA ANTI
Il nome di Ulises Carrión (Veracruz, 1941 – Amsterdam, 1989) è senz’altro poco noto al grande pubblico. Di origini messicane, scrittore e fine linguista formatosi nelle migliori università di Francia, Germania e Inghilterra, Carrión fino al 1972 fa il poeta e crede nella letteratura come forma d’espressione. Dal 1972 alla morte prematura, avvenuta a soli 49 anni, abbandona la scrittura tradizionale e si trasferisce ad Amsterdam, città da sempre libera e aperta, dove, in qualità di artista, editore e curatore di mostre, sviluppa percorsi culturali alternativi, oltre i canoni accademici e le logiche di mercato.
Per alcuni versi, l’artista messicano resta tutt’oggi una figura underground, in secondo piano, che, a causa del carattere multidisciplinare della sua attività, sfugge a qualunque classificazione. Anti-mercato, anti-gallerie, anti-museo, Carrión evita i condizionamenti del sistema culturale e contesta l’arte concettuale accademica; sceglie di rifugiarsi nella carta come mezzo di espressione, ma crede nel libro come oggetto, non come contenitore di scritti, privilegiando una forma di scrittura basata sulla ripetizione, la variazione o la permutazione delle parole.

ANTICIPAZIONI DIGITALI
Ad Amsterdam, tra il 1975 e il 1979, fonda e gestisce la mitica libreria-galleria Other Books and So, la prima del genere dedicata non a testi letterari o artistici tradizionali, ma, come scrive lo stesso Carrión, a “non-libri, anti-libri, pseudo-libri, quasi-libri, libri concreti, libri visuali, libri concettuali, libri strutturali, libri progetto, libri dichiarazione, libri istruzione”. Nel negozio ci sono anche dischi, cartoline, partiture, riviste e ogni tipo di pubblicazione propria o di altri artisti della sua generazione.
Un ricco corpus che, dopo il 1979, anno di chiusura della libreria, va a far parte dell’Archivio Obasa. Nel suo testo più conosciuto, The new art of making books (1975), Carrión espone le sue teorie, che precorrono le logiche di alcune forme di arte digitale del XXI secolo.

Ulises Carríon – Querido Lector. No Lea - installation view at Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid 2016 - photo Joaquin Corte-s-Román Lores

Ulises Carríon – Querido Lector. No Lea – installation view at Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid 2016 – photo Joaquin Corte-s-Román Lores

LIBRI DA NON LEGGERE
La mostra al Reina Sofía è curata da Guy Schraenen, curatore inglese e amico dell’artista, con il quale condivide parte dell’avventura ad Amsterdam, non senza contrasti teorici vivaci e stimolanti. E’ la prima retrospettiva, dopo la morte, che affronta nella sua complessità il lavoro di Carrión, visto attraverso circa 350 opere, realizzate però nella breve stagione dal 1972 al 1987-88. Si tratta per lo più di lavori su carta di piccolo e medio formato, raggruppati per genere e per tipo di tecnica, che sorprendono per l’originalità del messaggio.
Il titolo apparentemente contraddittorio è ispirato al dittico su carta Dear reader/ Don’t read e allude all’essenza della Book Art propugnata da Carrión (libri come oggetti, non da leggere) e all’attività della libreria-galleria, alla quale è dedicata un’intera sala in mostra, con immagini fotografiche e ricostruzioni d’ambiente.

Ulises Carríon – Querido Lector. No Lea - installation view at Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid 2016 - photo Joaquin Corte-s-Román Lores

Ulises Carríon – Querido Lector. No Lea – installation view at Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid 2016 – photo Joaquin Corte-s-Román Lores

DALL’ARTE POSTALE AL GOSSIP
Dai Bookworks suoi, e di altri artisti che egli stesso promuoveva, alla forma particolarissima della Mail Art il passo è breve: Carrión crea Daylight Press, un timbro postale con indirizzo editoriale annesso, che gli artisti utilizzano per scambiare tra loro opere di piccolo formato e promuovere un genere di arte che usa la posta come mezzo di distribuzione. L’arte postale era una passione anche di Alighiero Boetti, che con Carrión condivide l’uso di volgari fogli di quaderno come supporto per messaggi altamente concettuali, sotto forma di liste di parole o di numeri apparentemente casuali, segni scritti a mano o disegnati.
Non c’è però solo carta nell’estetica di Carrión. Il messicano sperimenta linguaggi diversi, dalla video arte alla performance, dalla fotografia al collage. Tra gli apici della sua appassionante speculazione, c’è il progetto sociologico dedicato al gossip, ossia alla maniera in cui si diffondono, spesso distorcendosi, le notizie tra la gente, attraverso la chiacchiera da strada.
A fine percorso campeggia l’Expediente LPS, ossia un video-racconto che documenta il processo creativo e organizzativo di un Festival del Cinema ad Amsterdam, in omaggio all’attrice messicana Lilia Prado, emblema della bellezza e della femminilità sudamericana.
Buona parte del materiale in mostra a Madrid proviene dall’Archivio Lafuente, creato dal collezionista José Maria Lafuente nel 2002 ad Heras, in Cantabria, con sede anche a Madrid. Oggi rappresenta una imprescindibile raccolta di materiale documentario, che si sta rendendo sempre più necessaria nello studio delle fonti primarie dell’arte del nostro tempo.

Federica Lonati

Madrid // fino al 10 ottobre 2016
Ulises Carríon – Querido Lector. No Lea
a cura di Guy Schraenen
MUSEO NACIONAL CENTRO DE ARTE REINA SOFÍA
Calle Santa Isabel 52
+34 (0)91 7741000 

[email protected] 
www.museoreinasofia.es

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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