Il corpo della donna tra gesti e gestazioni. A Merano

Kunst Meran/o Arte – fino al 10 aprile 2016. A Merano, attraverso quaranta lavori, vengono esposti altrettanti messaggi veicolati dal corpo della donna. Una ricognizione sull’arte performativa femminile, dagli Anni Sessanta a oggi. Video, fotografie, collage e oggetti si contendono la scena, tra grandi assenze, grandi presenze e qualche riscoperta.

CORPO AL CENTRO
Secondo una definizione amplificata di Gombrich, nella Body Art si possono riconoscere tracce del pensiero espressionista e cubista, relativo ad artisti che scomponevano l’oggetto, de-componendo, di riflesso, il corpo dei loro soggetti. Così come influssi della Pittura astratta, della Pittura metafisica, dei Dadaisti e dei Surrealisti, che cercavano nell’esperienza del corpo una dimensione più reale della stessa realtà. Il corpo, nella Body Art, attraverso decadi e movimenti, è diventato il risultato, il precipitato di rappresentazioni antiestetiche, repellenti e penose; messe in scena che, dovendo sbalordire, spaventare e anche irritare, mirano a portare alle estreme conseguenze il principio surrealista dell’arte come prodotto di una ragione pienamente desta.

DALLA BODY ART ALLA PERFORMANCE
A Merano, invece, Body Art e Performance Art si presentano come prodotti del periodo postmoderno, a partire dai primi Anni Sessanta, quando dalla Performance Art nasceva la Body Art. La prima sala di Gestures – Women in action è infatti dedicata a una delle capostipiti del movimento, Yoko Ono, qui rievocata attraverso il video di Cut piece (1965) e alcune fotografie della performance Bed In (1969), insieme a John Lennon. Il percorso si snoda attraverso immagini e video delle performance più note di Marina Abramovic, anche grazie agli scatti e alle riprese di Mario Carbone relativi a Imponderabilia del 1977, con Ulay, per arrivare a The Artist is present del 2010, al MoMa.  L’esposizione, nel suo complesso, coinvolge una quarantina di lavori e si sviluppa in ordine cronologico, esclusi l’androne e il ballatoio del museo, dove è fissato il violoncello dell’artista e musicista Charlotte Moorman, accompagnato dal video che ne ritrae la relativa performance.

Yoko Ono, Cut Piece, 1964 - performed by Yoko Ono, Carnegie Recital Hall, New York, March 21, 1965 – photo Minoru Niizuma - courtesy Lenono Photo Archive, New York

Yoko Ono, Cut Piece, 1964 – performed by Yoko Ono, Carnegie Recital Hall, New York, March 21, 1965 – photo Minoru Niizuma – courtesy Lenono Photo Archive, New York

FISICITÀ AL FEMMINILE
Nella seconda sala, Ana Mendieta e Blood sign (1972) riportano la fisicità del corpo femminile a una ritualità terrena, di raccordo, quasi in opposizione a una fotografia emblematica tratta da Azione sentimentale (1973) di Gina Pane. Fra il ritratto di una giovanissima Yayoi Kusama e un incontro virtuale, fotografico con la sofferenza psichica e fisica (Smart Export) di Valie Export, la mostra prosegue nell’oscurità fotografica di Eye Body (1963) e di Ice naked skating (1972) di Carolee Schneemann. Poco distante, posto all’interno di una sorta di baricentro espositivo, risulta immancabile il riferimento agli interventi chirurgici di Orlan con Smiley blood test with an harlequin’s hat, mentre, al secondo piano, Mon ami (1984) di Sophie Calle si raffronta con Balkan Baroque (1997) della Abramovic e con  Long Hole (1994-96) di Jeanne Dunning, passando per le immagini più patinate di Pulse di Shirin Neshat, de Il sale della terra (2006) di Silvia Camporesi, del polpo avvolto nelle autoreggenti di Ballo per Yvonne (2005) di Odinea Pamici, per terminare con il potente scatto di Regina José Galindo.

Ginevra Bria

Merano // fino al 10 aprile 2016
Gestures – Women in action
a cura di Valerio Dehò
artiste: Marina Abramovic, Sophie Calle, Silvia Camporesi, Jeanne Dunning, Valie Export, Regina José Galindo, Yayoi Kusama, Ana Mendieta, Charlotte Moorman, Shirin Neshat, Yoko Ono, Orlan, Odinea Pamici, Gina Pane, Carolee Schneemann
KUNST MERAN/O ARTE
Via Portici 163
0473 212643
[email protected]
www.kunstmeranoarte.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/50842/gestures-women-in-action/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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