Marsèlleria. Raddoppia a Milano e apre a New York

Ha aperto oggi 13 gennaio a Milano. È il nuovo spazio di Marsèlleria, un luogo destinato ad ampliare la ricerca sui linguaggi contemporanei e il programma espositivo avviato da Marsèll nel 2009. Il suo fondatore e ideatore Mirko Rizzi qui anticipa i programmi del 2016, a partire dalla mostra di apertura di Davide Savorani. E dallo spazio di New York.

Come dialogheranno e come si confronteranno le programmazioni dei due spazi a Milano?
In realtà è un unico spazio, la differenza è che con più metri quadri a disposizione si possono fare più cose. Non la immagino come una separazione, non c’è la ricerca di un concetto diverso, ma di un ampliamento delle possibilità. Certo, probabilmente alcuni equilibri si modificheranno, anche indipendentemente dalla nostra volontà, quindi piuttosto possiamo dire che questo secondo spazio sarà un acceleratore.

Potresti anticipare alcuni nomi, tra curatori e artisti con i quali lavorerai nel 2016?
Tra gli artisti in programma ci sono Francesco Cavaliere, Matteo Nasini, Morgane Tschiember. Il progetto di Cavaliere sarà curato da Xing, con cui ci piacerebbe sviluppare a Milano la relazione già in atto a Bologna per Live Arts Week.
La mostra di Morgane nasce in collaborazione con Geraldine Blais, anche con lei ci sono dei progetti in corso che speriamo di poter ulteriormente sviluppare. Torneremo poi certamente a collaborare con Andrea Magnani e il gruppo di Siliqoon. Vorremmo anche lavorare con Dafne Boggeri, che inseguiamo da un po’ di tempo. Stiamo inoltre cercando di coinvolgere una scena più ampia e internazionale, tra i primi desideri in questo momento direi Seth Price e Camille Henrot. Allo stesso tempo, mi piace molto l’idea di proseguire il lavoro con artisti con cui abbiamo costruito delle bellissime esperienze negli anni passati, pensando con loro dei cicli di mostre.
Questo è uno degli aspetti della nostra identità che sicuramente non cambieranno: la ricerca di rapporti di continuità con gli artisti, per supportare un intero lavoro più che una singola mostra.

Davide Savorani – Stressed Environment - Marsèlleria, Milano 2016

Davide Savorani – Stressed Environment – Marsèlleria, Milano 2016

Come si presenta Stressed Environment di Davide Savorani? È una sorta di dichiarazione di poetica?
In un certo senso sì, anche se lo spazio non sarà esclusivamente legato all’arte contemporanea. Davide è un artista cha ha un profilo molto in linea con quello che accadrà, per ricerca, approccio, sensibilità.

Da quale ricerca è nata la volontà di aprire a New York? E, in termini percentuali, quale dotazione economica ha comportato questa nuova avventura?
Nessuna ricerca particolare, è un modello già messo a fuoco e testato a Milano che a New York avrà la sua riproduzione. Ovviamente gli investimenti sono importanti, ma questo non è l’aspetto caratterizzante.

Quali progetti riuscirai a sviluppare, quali artisti a coinvolgere che solamente da Milano non saresti riuscito a intraprendere o a contattare?
Marsèlleria New York deve ancora nascere e penso definirà i suoi criteri strada facendo. Il suo primo scopo non è però quello di declinarsi rispetto alla realtà americana e alle sue logiche. Proveremo anzi a proporre e a esportare la scena che più seguiamo e ci appassiona, che è quella italiana. Lo vedo come un ponte attraverso cui proveremo a dare alcuni output e ad avere pochi input, con l’idea di continuare a fare quello che già facciamo, ma con maggiori connessioni internazionali, anche da riportare in Italia.

Davide Savorani – Stressed Environment - Marsèlleria, Milano 2016

Davide Savorani – Stressed Environment – Marsèlleria, Milano 2016

Esiste uno spazio d’ispirazione, secondo te, per Marsèlleria a New York? E uno in Europa?
Si cerca sempre di guardare a chi è meglio di te, quindi a New York direi New Museum, che è un esempio bellissimo, e in Europa Tate. Nomi molto grossi ma penso sia logico guardare al massimo per ispirarsi, come è giusto rispettare e apprezzare realtà più piccole che riescono a creare un valore molto alto. In ogni caso è l’approccio, non sono le dimensioni o le possibilità economiche, che producono cultura. Guardando a Milano ci sono spazi che, da diversi punti di vista, seguiamo con attenzione, e sono O’ e Hangar Bicocca.

Quali saranno, a seguito di questi ampliamenti, gli snodi, i temi ricorrenti del mondo di Marsèll che si rifletteranno nelle produzioni espositive a venire?
Per quanto riguarda il Dna di Marsèll, mantenere la nostra indipendenza e la volontà di esprimerci senza la necessità di apparire e di protagonismo. A livello personale, tra gli ambiti che mi affascinano maggiormente ci sono sicuramente il mondo sonoro e le sperimentazioni più contemporanee.

Potresti esprimere un augurio, un pensiero che accompagni questo nuovo anno di Marsèlleria?
Il più grande augurio è che serva a qualcosa, che si riesca a sensibilizzare nella misura più giusta possibile il maggior numero di persone possibile, creando attenzione e stimoli, ma con la consapevolezza che tutto quello che stiamo facendo non debba essere preso troppo sul serio. Per noi è importante portare avanti progetti culturali per sensibilizzare le persone, nella convinzione che sia l’atteggiamento giusto.

Ginevra Bria

Milano // fino al 12 febbraio 2016
Davide Savorani – Stressed Environment
a cura di Caterina Riva
MARSÈLLERIA
Via privata Rezia 2
[email protected]
www.marselleria.org

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/50868/davide-savorani-stressed-environment/

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Ginevra Bria

Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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