Convalescenza? Ma nemmeno per idea: Vittorio Sgarbi manda i Carabinieri a casa del sindaco per entrare in un museo di notte. E intanto gli animalisti lo denunciano: “offende le capre”

“Capre, sono ancora qui“. Il messaggio diffuso via social network – diventato un mezzo tormentone nelle ore successive – dopo l’ischemia cardiaca che ha fatto temere per la sua salute lasciava già presagire che la convalescenza di Vittorio Sgarbi non sarebbe stata propriamente quella raccomandata dai sanitari di Modena, che lo scorso 17 dicembre l’hanno […]

Capre, sono ancora qui“. Il messaggio diffuso via social network – diventato un mezzo tormentone nelle ore successive – dopo l’ischemia cardiaca che ha fatto temere per la sua salute lasciava già presagire che la convalescenza di Vittorio Sgarbi non sarebbe stata propriamente quella raccomandata dai sanitari di Modena, che lo scorso 17 dicembre l’hanno operato con un intervento di angioplastica. Ma pochi avrebbero pensato che il critico si sarebbe ripreso così rapidamente, tanto da riprendere in pochi giorni le sue antiche abitudini (o vizi, secondo molti). Fatto sta che arriva ora notizia che nella notte tra il 29 e il 30 dicembre – ovvero a 12 giorni dall’operazione! – Sgarbi è stato colto da irrefrenabile bisogno di vedere un quadro esposto ai Musei Mazzucchelli di Mazzano, nel bresciano: e per farlo è riuscito a far arrivare – nientemeno tramite il Ministero dell’Interno – una pattuglia di Carabinieri a casa del sindaco, Maurizio Franzoni.

HO SEMPRE INTESO CAPRA COME UN COMPLIMENTO
Ma a movimentare il recupero di Sgarbi dopo i problemi cardiaci, ha provveduto ora anche l’associazione animalista Aidaa, con una provocatoria denuncia alla Procura di Ferrara. Motivo? Il critico d’arte “offende le capre”: con riferimento all’ormai virale epiteto con il quale il fumantino Sgarbi apostrofa interlocutori e oppositori, specie alla tv. “Ringrazio l’Aidaa”, ha commentato lui, “condividendo pienamente le loro posizioni. Infatti, avendo evitato di legare il sostantivo capra qualunque aggettivo, ho sempre inteso ‘capra’ come un complimento, considerando di molto inferiori alcuni uomini. Suggerisco all’Aidaa di fare un esposto anche contro Gesù Cristo che, identificandosi nel ‘buon pastore’, ha riconosciuto negli uomini le sue pecore“.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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