La memoria dietro le cose. Al Museo Fico di Torino

Museo Ettore Fico, Torino – fino al 28 febbraio 2016. È un viaggio intenso e affascinante, quello proposto dalla recente istituzione torinese. Dall’arte antica alla produzione contemporanea, tutto riconduce a una dicotomia millenaria. Incontrastata protagonista della rassegna.

TRA VANITAS E VANITÀ
Si cela un qualcosa di ancestrale e archetipico dietro la mostra allestita presso il MEF di Torino. In un sapiente gioco di reciprocità e relazioni, viene orchestrato uno scambio basato sull’amicizia dell’errore, capace di stimolare una riflessione d’ampio respiro su alcuni temi universali, come la caducità dell’esistenza e delle cose. Una rassegna di dipinti barocchi si compenetra con le opere di arte contemporanea della donazione Alpegiani.
L’Allegoria della vita umana di Guido Cagnacci entra in dialogo con le fotografie di nudo di Fred Goudon, che ritraggono figure di atleti volte a esaltare l’ideale effimero della bellezza del corpo, raggiunta attraverso lo sforzo fisico. Quale modo migliore per spiegare la dicotomia tra vanità e vanitas? Rapporto ben sviluppato al secondo piano dell’esposizione, attraverso una serie di pitture di figura in cui predominano i personaggi femminili. Come dimenticare il legame tra Lucrezia e Venere nella figurazione del desiderio erotico, celato dietro il tragico destino dell’eroina?

Rä di Martino, Untitled (Marilyn), 2004-12 – MEF, Torino. Donazione Renato Alpegiani

Rä di Martino, Untitled (Marilyn), 2004-12 – MEF, Torino. Donazione Renato Alpegiani

IMMORTALITÀ VS TEMPO
Ma è al primo piano che culmina la sinestesia sensoriale. Le nature morte declinano l’iconografia laica della vanitas, secondo una divisione tematica incentrata sugli oggetti, che spaziano dai libri sgualciti agli strumenti musicali, passando per il mondo vegetale e animale.
A coronare i vasi di fiori del Nuzzi e dello Stanchi è l’Untitled (Marilyn) di Rä di Martino, una serie di undici fotografie della lapide di Marilyn Monroe, immortalata una volta l’anno dal 2004 al 2012. L’immutabilità della tomba e l’immortalità della diva stridono col passaggio del tempo e il variare dei fiori lasciati appassire sul sepolcro.

Jonathan Monk, Untitled, 2013 – MEF, Torino. Donazione Renato Alpegiani

Jonathan Monk, Untitled, 2013 – MEF, Torino. Donazione Renato Alpegiani

ARTE CONTEMPORANEA E MEMORIA
Nell’installazione di Luca Vitone le lampadine dimenticate sugli strumenti musicali testimoniano l’attimo effimero di felicità legato alla festa ormai terminata.
Sotto un’eco proustiana, la sincrasi delle opere esposte diventa circostanza casuale per far riemergere sensazioni, immagini, parole sedimentate nella mente del visitatore. Immediato il richiamo alla poesia, alle connotazioni lascive dei fiori pascoliani o, ancora, a La chambre verte di Truffaut. È la memoria involontaria, che non necessita di alcuno sforzo consapevole. Bastano frasi quotidiane come il “Spegni la luce quando me ne sarò andato” del neon di Monk – pervasa da connotazioni caproniane proprie della raccolta Il seme del piangere – per ricondurci al memento mori.
Cosa resta di noi?”. Dove si può attingere per una redenzione della carne? La risposta di Andrea Busto è perentoria e coincide con la saggezza, attraverso un buon uso del tempo.

Massimiliano Simone

Torino // fino al 28 febbraio 2016
Vanità/Vanitas
a cura di Davide Dotti, Gianluigi Ricuperati, Andrea Busto
MEF – MUSEO ETTORE FICO
Via Cigna 114
011 852510
[email protected]
www.museofico.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/49185/vanitavanitas/

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Massimiliano Simone

Massimiliano Simone

Massimiliano Simone è nato ad Alessandria nel 1988. Ottenuto il diploma di Master di II livello in Museologia, museografia e gestione dei beni culturali presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nel 2020 ha conseguito un dottorato di ricerca…

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