Visibile Award, format democratico alla Tate Liverpool: 25mila euro a un collettivo aborigeno

Terza edizione per il premio sostenuto da Cittadellarte - Fondazione Pistoletto e Fondazione Zegna. Il riconoscimento va a The Karrabing Film Collective, un collettivo appartenente a una comunità aborigena.

È il primo premio europeo che valorizza le pratiche artistiche socialmente impegnate, passando in rassegna esperienze internazionali e dinamiche globali. Visibile Award, curato da Matteo Lucchetti e Judith Wielander, è un progetto sostenuto da Cittadellarte – Fondazione Pistoletto e Fondazione Zegna, giunto quest’anno alla sua terza edizione.
Caratterizzato da una chiara vocazione democratica, sperimentale e comunitaria, il premio ha visto in azione lo scorso 31 ottobre una giuria speciale – composta da artisti, esperti e utenti di azioni artistiche socialmente engagé – riunitasi in una forma insolitamente pubblica, negli spazi della Tate Liverpool. Non la classica commissione che delibera a porte chiuse, ma una sorta di parlamento provvisorio che – dinanzi a una platea e in forma di evento – si è cimentato con una discussione spalmata lungo un giorno intero, nel tentativo di mettere a fuoco criteri di valutazione, riflessioni, procedure di analisi intorno ai rapporti tra arte e società.

Visible Awards, Tate Liverpool - ph. Pete Carr

Visible Awards, Tate Liverpool – ph. Pete Carr

PREMIATO UN FILM GIRATO CON UN IPHONE

Intrigante il format, che stavolta ha assegnato i 25.000 euro in palio ai membri di The Karrabing Film Collective, un collettivo appartenente a una comunità aborigena, presente via Skype all’evento; molti di loro vivono in un villaggio rurale dell’Australia del Nord, con redditi bassi o inesistenti.
Il progetto che li ha premiati, Salt, è un film di 5 minuti, girato interamente con un iPhone, in cui si definisce una modalità di auto-organizzazione e di accesso alla comprensione dell’arte contemporanea; quasi un manuale di sopravvivenza attraverso cui sperimentare forme di metamorfosi creativa e culturale, senza abbandonare i propri luoghi d’origine e mettendo l’accento sul divario, fortissimo, che separa ancora oggi gruppi sociali e aree geografiche lontane.

– Helga Marsala

www.visibleproject.org
www.karrabing.com

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, giornalista, editorialista culturale e curatrice. Ha innsegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a…

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