Daniel Buren a Napoli. E il museo scende in strada

Museo Madre, Napoli – fino al 4 luglio 2016. Un’esperienza visiva alterata e barocca. Daniel Buren presenta al Madre di Napoli la sua seconda installazione, “Axer / Désaxer”. Uno strumento visivo che stravolge l’ingresso del museo e lo trasforma in una fastosa macchina teatrale.

BUREN E IL MADRE: UNA SCELTA DI CAMPO
Costruire l’arte con gli occhi dello spettatore è la raison d’être che motiva le scelte curatoriali del Museo Madre di Napoli, che ha voluto affidare uno spazio considerevole della propria struttura all’artista francese Daniel Buren (Boulogne-Billancourt, 1938) e donare al pubblico un nuovo modo di percorrere lo spazio. L’opera non è infatti pensabile senza il contesto in cui è immersa; esso le dona forma e identità e Buren, inventore della nozione “in situ”, riflette e lavora sui luoghi in cui si verifica l’opera, per ridefinirli e stravolgerli completamente.
Tra i vari spazi del museo, la scelta dell’artista è ricaduta sull’ingresso, il luogo delle potenzialità, ponte tra la città e il museo. Axer / Désaxer, questo il titolo dell’installazione, non è un’esposizione: è un intervento concreto, un atto politico ed estetico, che rende omaggio a quell’istituzione pubblica che include la propria cittadinanza nelle posizioni decisionali.

Daniel Buren, Axer - Désaxer, Madre, Napoli 2015 - courtesy Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Napoli - photo © Amedeo Benestante

Daniel Buren, Axer – Désaxer, Madre, Napoli 2015 – courtesy Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Napoli – photo © Amedeo Benestante

UNA SOGLIA PER COMUNICARE FRA INTERNO ED ESTERNO
L’aspetto ludico della prima opera Comme un jeu d’enfant, realizzata presso la grande sala al piano terra, nell’ambito di un progetto site specific che con la seconda conta due anni di lavoro, attraversa pian piano l’entrata per lasciare spazio a una responsabilità civica. Buren allinea la posizione urbanistica del Madre con quella della città, portando il centro del museo verso l’assetto stradale, in modo da permettere al contesto urbano di penetrare l’entrata e invaderla dolcemente, ricoprendola di pannelli colorati, superfici specchianti e righe, strumenti visivi ricorrenti nella sua pratica artistica.
Cambiando il punto di vista prospettico abituale con cui si guarda al museo, l’artista crea una macchina scenica dai tratti visionari. Come in un palcoscenico, una tenda si frappone fra l’esterno e l’interno, nel quale il pubblico esplora dimensioni immaginifiche potenzialmente illimitate. Percorrendo l’opera, si è proiettati verso infiniti sé e il museo diviene infinite architetture.
Lo spazio dinamico, i colori accesi, le superfici riflettenti, tutto è pensato per risvegliare la coscienza di chi osserva e renderlo consapevole delle possibilità percettive ed esperienziali che la realtà che abita può offrire. Decostruire i sistemi di rappresentazione per rivelare le strutture invisibili dell’ideologia che definisce territori urbani, architetture e paesaggi, è la metodologia applicata da Buren alla sua ricerca, che indaga nel profondo la dialettica tra l’opera d’arte e il suo contesto, tra l’artista e il suo pubblico.

Francesca Blandino

Napoli // fino al 4 luglio 2016
Daniel Buren – Axer / Désaxer
a cura di Andrea Viliani ed Eugenio Viola
MUSEO MADRE
Via Settembrini 79
081 19313016
[email protected]
www.museomadre.it

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/47835/daniel-buren-axer-desaxer/

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Francesca Blandino

Francesca Blandino

Francesca Blandino nasce a Benevento nel 1986. Specializzata in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università Suor Orsola Benicasa di Napoli, sviluppa un forte interesse per le pratiche artistiche rivolte al sociale. Nel 2012 frequenta il Master in Curatore Museale e di…

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