L’Italia entra in guerra in Siria. Ma a difesa del patrimonio artistico, che l’Isis svende per sostentarsi. Ne parlano i ministri Pinotti e Franceschini e Francesco Rutelli

In queste ore, non c’è occasione di confronto o dibattito sociale o politico che non abbia al centro il problema del terrorismo e degli attacchi compiuti e minacciati alle città europee. Ma non mancano casi in cui – specie in Italia – le riflessioni si concentrino sugli aspetti legati alle minacce e in molti casi […]

In queste ore, non c’è occasione di confronto o dibattito sociale o politico che non abbia al centro il problema del terrorismo e degli attacchi compiuti e minacciati alle città europee. Ma non mancano casi in cui – specie in Italia – le riflessioni si concentrino sugli aspetti legati alle minacce e in molti casi alla distruzione del patrimonio artistico e archeologico. Anche perché a questo si legano aspetti più materialmente collegati al finanziamenti dell’esercito islamico. “Come si finanzia l’Isis? Intanto vendendo il petrolio al mercato nero, ma poi vendendo le opere d’arte”, ha per esempio svelato il ministro della difesa Roberta Pinotti, presente nella serata di martedì 17 a una trasmissione tv di La7. “Tutte le azioni scenografiche che hanno messo in atto, da Mosul a Palmira, in realtà hanno lo scopo di prendere reperti e oper d’arte che poi vengono venduti al mercato nero, statue, capitelli, colonne…”.

RUTELLI: OPERE CHE GRONDANO SANGUE
Più articolato il discorso di Francesco Rutelli, ospite della stessa trasmissione, secondo il quale gli attentati di Parigi rientrano nel quadro di azioni di propaganda messe in atto dall’Isis per esportare la violenza e reclutare nuovi kamikaze, nuovi militari. Così come azioni di propaganda sono – a detta dell’ex sindaco di Roma – gli attentati contro il patrimonio culturale e archeologico dell’umanità. “Che hanno anche lo scopo”, e qui Rutelli ribadisce il pensiero della Pinotti, “di autofinanziarsi vendendo i reperti trafugati. Chi compra quelle opere d’arte, compra opere che grondano sangue”. Come reagire? “Noi abbiamo creato l’Associazione Incontro di civiltà”, ha detto Rutelli, “che sostiene l’idea che gli occidentali non considerano la cultura mussulmana nemica: e con questa associazione abbiamo deciso di ricostruire alcuni dei più importanti monumenti distrutti dall’Isis”.

FRANCESCHINI: AVANTI CON I CASCHI BLU DELLA CULTURA
Sulla questione è intervenuto anche il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, nel suo intervento di apertura all’Assemblea Generale dell’Iccrom (il Centro internazionale dell’Unesco per la conservazione e il restauro dei beni culturali) in corso alla Fao a Roma. “In queste ore drammatiche in cui la furia del terrorismo ha colpito centinaia di vite umane sembra difficile parlare di tutela del patrimonio ma dobbiamo farlo perché il terrorismo sta colpendo sistematicamente il patrimonio archeologico e monumentale in quanto simbolo di culture e di religioni diverse. La difesa del patrimonio dell’umanità, al di là dello Stato in cui si trova, è dunque un dovere per la comunità internazionale che deve essere molto attiva e mobilitarsi. In questa direzione vanno le iniziative del governo italiano a favore dell’istituzione dei ‘caschi blu’ della cultura e per includere la componente culturale nelle missioni di pace come richiesto lo scorso settembre dal Presidente Renzi nel suo intervento all’Assemblea Onu“.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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