Roma. Francesco Vezzoli al Cinema Trevi

Metti una sera di fine settembre, nel cuore della Capitale, a due passi dal Quirinale e da Fontana di Trevi, nel piccolo cinema spot della Cineteca Nazionale. Francesco Vezzoli si racconta in una intensa lezione/conversazione con Alessandra Mammì e Marco Giusti.

DALL’ARTE AL CINEMA E RITORNO
Lontano dalle luci della ribalta che sembrano felicemente lambire la carriera dell’artista, Francesco Vezzoli (Brescia, 1971) non smentisce le sue doti oratorie, trasformando l’incontro al Cinema Trevi di Roma in un racconto intimo condito di ironia vivace e sagacia naturale.
L’esperimento che propone Alessandra Mammì all’interno della rassegna Art/Trevi risulta vincente: invitare uno degli artisti-videomaker italiani più noti a livello mondiale nel tempio del cinema ufficiale, dove la Cineteca Nazionale ospita i suoi momenti espositivi. In effetti, il lavoro di Vezzoli non potrebbe essere collocato in posto migliore, dove arte e linguaggio cinematografico si confondono allontanandosi da banali etichette.
Se da una parte Marco Giusti commenta il lavoro filmico di Vezzoli come una possibilità convincente per uscire dall’impasse in cui il cinema versa ormai da anni, Vezzoli stesso riconosce invece all’universo cinematografico un orizzonte di possibilità e di movimento più ampio rispetto a quello imposto dal sistema dell’arte.

L’IRONIA IN UN RICAMO
Sarebbe facile tacciare Vezzoli di divismo e di protagonismo, viste le sue incredibili frequentazioni all’interno dello star system hollywoodiano. Eppure, per chi ha seguito la sua straordinaria ascesa negli anni e per chi quella sera lo ascolta per la prima volta, è chiaro quanto invece sia sempre capace di guardarsi allo specchio con ironia, senza prendersi mai sul serio, senza dimenticare da dove proviene né le sue radici profondamente italiane.
E proprio l’ironia è il fil rouge (mai tanto azzeccata fu la metafora) dei suoi lavori, che attraverso uno sguardo incrociato entrano ed escono dall’universo cinematografico strizzandogli l’occhio, scardinandolo, omaggiandolo e commentandolo con una passione sapiente che denota una cultura in materia davvero raffinata.
L’arte del ricamo ne rappresenta l’alter ego naturale, la magnifica ossessione che lo accomuna a molte dive/i rappresentati nei suoi film, una tradizione manuale in qualche modo terapeutica che sin dai tempi del college (la St Martin School di Londra) gli permette di riscoprire la sua storia personale ricollocando il proprio lavoro al di fuori delle dinamiche di svuotamento e contestazione incoraggiate in quegli anni dagli Young British Artist.

Francesco Vezzoli - Enjoy the New Fragrance (Lee Miller for Greed) - 2009

Francesco Vezzoli – Enjoy the New Fragrance (Lee Miller for Greed) – 2009

LE ISPIRAZIONI E I RISULTATI
Dopo aver assistito durante la serata alla proiezione integrale di gran parte dei suoi lavori filmici (da Ok-the Praz is right!, 1997, a Il sogno di Venere, 1998, da The Kiss (Let’s Play “Dynasty”!), 2000, a Trailer for a Remake of Gore Vidal’s Caligula, 2005, da Marlene Redux: A True Hollywood Story!, 2006 a Greed, a New Fragrance by Francesco Vezzoli, 2009), l’artista presenta una selezione di excerpt di film d’autore in accostamento ai suoi, raccontando le suggestioni e i riferimenti diretti che lo hanno ispirato nella propria produzione: Gruppo di famiglia in un interno (Visconti, 1974), Il segno di Venere (Risi, 1955), Comizi d’amore (Pasolini 1965), Barry Lindon (Kubrick 1975), Ludwig (Visconti, 1972), per citarne alcuni.
A differenza della sontuosa retrospettiva, a cura di Anna Mattirolo, ospitata nel 2013 al Maxxi, dove i video su monitor erano scenograficamente incorniciati da leggiadre statue classicheggianti, nella saletta gremita del Cinema Trevi la possibilità di rivedere sul grande schermo lavori ormai pressoché storicizzati permette una visione attenta, priva di distrazioni, quasi archeologica, che lascia percepire la patina del tempo e la messa in prospettiva diacronica di quelle operazioni, assolutamente efficaci e aderenti ai momenti in cui sono state concepite.

PERTURBARE I FORMAT
Come afferma Alessandra Mammì, “il suo lavoro nasconde, sotto la leggerezza apparente, una complessità che accoglie tutto quel che ha a che fare con la parola ‘cinema’: dall’architettura della sala al tessuto di un tappeto rosso, dalla storia del costume al lavoro sui generi, dal layout dei titoli fino al complesso sistema di comunicazione che circonda lo showbiz”.
Vezzoli si insinua nel meccanismo di ciascun format (cinematografico, televisivo, pubblicitario che sia), svuotandolo dei propri contenuti, rielaborandolo e “perturbandolo” dal suo interno. Con la stessa abilità produce lavori alle volte scomodi, come il più volte citato Caligula, ma senza interessarsi troppo alle polemiche derivate.
Come spiega bene l’artista, le sue dive, le sue icone sono sì oggetto di personali ossessioni, ma sono oltremodo “funzionali” e indispensabili all’elaborazione del messaggio. Lo stesso lavoro senza la presenza del “punctum” mediatico non funzionerebbe. E a domanda risponde: queste partecipazioni sono rese possibili grazie alla loro assoluta gratuità, è la curiosità nei confronti dell’universo artistico a muovere le star e a invogliarle a lasciare generosi camei, spesso corteggiate solo da copiosi mazzi di fiori.

Vezzoli_Self Portrait As A Selfportrait (After Raffaello Sanzio)_Casa Martelli

E IL PROSSIMO LAVORO SARÀ…
Il suo prossimo progetto, qui accennato in anteprima, prevede il re-enactement di un balletto rinascimentale dove Vezzoli si riserverà il ruolo di direttore di produzione e dove inviterà uno dei più importanti coreografi americani a dirigere uno dei migliori corpi di ballo internazionali. “Accontentarsi” non fa parte del suo vocabolario.
E se ogni volta che viene presentato un nuovo lavoro, noi spettatori siamo convinti che Vezzoli abbia davvero raggiunto l’acmé della popolarità e abbia coinvolto il più noto e irrinunciabile dei personaggi, siamo altrettanto sicuri che saremo presto smentiti dal progetto successivo. Che sarà altresì capace di lasciarci ancora interdetti e di far seguito con coerenza e lungimiranza a tutti i lavori che lo hanno preceduto.

Marta Silvi

www.fondazionecsc.it

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Marta Silvi

Marta Silvi

Marta Silvi (Roma, 1980) è storica dell’arte e curatrice indipendente, di base a Roma. Laureata in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università “La Sapienza” di Roma, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Storia delle Arti Visive e dello Spettacolo presso…

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