Tecnologia e arte. A tu per tu, a Bolzano

Kunsthalle Eurocenter, Lana – fino al 18 ottobre 2015. A ognuno il suo interlocutore. Così la Kunsthalle di Lana raddoppia per mettere in scena il dialogo tra arte e industria. Il team passa da quattro ad otto: a “sdoppiarsi” sono curatrice ed artisti.

ARTE E INDUSTRIA NELLA STORIA
L’arte si contamina con i meccanismi di produzione e comunicazione della società postindustriale. La scia è quella tracciata a livello concettuale da Bauhaus e Pop Art dalla cooperazione tra arte ed industria al prodotto industriale presentato come opera d’arte. Sei artisti si confrontano con sei ditte altoatesine. La Kunsthalle Eurocenter location a carattere industriale ha ispirato l’incontro tra questi due mondi. Un dialogo che affonda le sue radici nella storia delle rivoluzioni industriali partito da un’apparente diffidenza per approdare a un rapporto di scambio reciproco.
Non ci si ferma a una mera collaborazione con le aziende, ma tutto quanto il progetto nasce da un’ottica fortemente partecipativa in cui il momento della produzione artistica è solamente una fase di un complesso di relazioni. La dimensione scelta è quella dell’installazione o della scultura, perché punto di partenza sono le aziende e i loro materiali e prodotti.

Christoph Hinterhuber, Drag Star, 2015

Christoph Hinterhuber, Drag Star, 2015

L’INFLUENZA DEI MEDIA
In realtà l’arte contemporanea già da tempo ha fatto proprio il linguaggio industriale. Tra i media utilizzati dagli artisti, miscele di farine per la panificazione, infissi in acciaio, spoiler per automobili, sistemi d’arredo. L’approccio è prevalentemente performativo in molti dei lavori esposti. Flour Arena realizzata da Hannes Egger con sacchi di farina disposti a mo’ di cavea diventa il luogo in cui la parola letta risulta protagonista in uno scenario metafisico di isolamento e immersione in una scrittura diaristica. 1/99, dondolo imponente di Ulrich Egger, è invece manifestazione concreta dello squilibrio tra ricchezza e povertà letto in termini di percentuale.
È come se tutte le opere invitassero a un dialogo partecipativo, stimolando nuove visioni e idee su aspetti cruciali della società attuale. Arnold Mario Dall’O riprende attraverso un video i movimenti tra gli scaffali di un braccio meccanico all’interno della ditta Maico. Automatismo che stride con le scritte motivazionali riprodotte sul pavimento e la parete dell’open space. Palese la riflessione sull’uomo macchina da parte di Christoph Hinterhuber, in cui gli spoiler prodotti dalla ditta Autotest si traducono in miglioramento delle prestazioni del corpo umano in uno scenario molto Post-Human.

Josef Adam Moser, Solid Work, 2015

Josef Adam Moser, Solid Work, 2015

MECCANISMI DI PRODUZIONE E INUTILITÀ DELL’ARTE
I meccanismi di produzione vengono accolti a livello artistico soprattutto nei lavori di Antonio Riello e Josef Adam Moser. Riello ripropone il rapporto tra designer e azienda, pur difendendo la sua dimensione artistica creando oggetti inutili, frutto della combinazione di parti diverse di sedie e tavoli scelti dal catalogo della Barth. Imponente e totemica, la scultura di Moser è una struttura modulare che interpreta la finestra come limite tra due dimensioni sempre in tensione.
L’arte contemporanea opera in territori contaminati, si diffonde tra gli oggetti di consumo facendo propri i meccanismi della produzione seriale. E il linguaggio industriale si trova sospinto verso dimensioni poetiche e metafisiche inaspettate.

Antonella Palladino

Lana // fino al 18 ottobre 2015
XXL – Arte e industria in dialogo
a cura di Gabriele Salvaterra e
Camilla Martinelli
KUNSTHALLE EUROCENTER

Via Industriale 1/5 – secondo piano
333 5657347
www.kunsthalleeurocenter.com

MORE INFO:
http://www.artribune.com/dettaglio/evento/47827/xxl-arte-e-industria-in-dialogo/

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Antonella Palladino

Antonella Palladino

Ha studiato Storia dell’arte presso le Università di Napoli e Colonia, laureandosi in Conservazione dei Beni Culturali con una tesi dal titolo “Identità e alterità dalla Body Art al Post-Human”. Ha proseguito la propria formazione alla Fondazione Morra e poi…

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